Il digitale e l’invecchiamento della popolazione rappresentano due sfide cruciali per la sanità italiana. Da un lato, infatti, le esigenze delle persone anziane richiedono risposte rapide e precise, dall’altro sono gli stessi procedimenti sanitari a dover fare i conti con il digitale. In questo senso, un ruolo cruciale è rappresentato dalla telemedicina integrata con l’intelligenza artificiale, che può contribuire a spostare la risposta alle diverse esigenze sanitarie dall’ospedale al domicilio, in un’ottica di valorizzazione della prossimità. Proprio in questo contesto si inserisce la riforma dell’Assistenza Territoriale, che, con il Pnrr introduce la centrale operativa 116117: si tratta di un nuovo modello di assistenza sociosanitaria in grado di indirizzare i cittadini verso i servizi che richiedono, le strutture più adeguate ai loro bisogni, le cure più idonee per le loro malattie.
Come funziona la nuova centrale operativa
Il 116117 nasce come numero unico europeo per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità/priorità di cura e funziona inoltre da raccordo con il servizio di continuità assistenziale e di emergenza- urgenza. In effetti, uno dei principali obiettivi di questa centrale è garantire una risposta operativa anche con trasferimento di chiamata per varie esigenze tra cui, prestazioni e/o consigli medici non urgenti nelle ore di apertura del servizio di Continuità Assistenziale; individuazione e trasferimento delle richieste di soccorso sanitario urgente al 118 o al 112; modalità di accesso a MMG/PLS; consigli sanitari non urgenti prima dell’orario di apertura del servizio di Continuità Assistenziale e dopo l’orario di chiusura con eventuale inoltro della chiamata al 118; garantire una risposta di tipo informativo per accesso alla Guardia turistica.
La speranza concreta è che, in questo modo, venga scongiurata buona parte degli accessi non necessari ai Pronto Soccorso e, di conseguenza, si riduca il sovraffollamento che da essi deriva. Infatti, il 116117 non si limiterà esclusivamente a trasferire una richiesta, ma dovrà attivare per ciascun servizio di destinazione una richiesta di presa in carico, con la possibilità di poterne monitorare la successiva gestione fino alla chiusura. In questo modo sarà possibile anche monitorare le tempistiche di presa in carico da parte dei diversi servizi destinatari della richiesta attivata dal 116117, evidenziando così eventuali situazioni critiche. Ciò significa che dovrà essere definito un modello di integrazione ben definito, al fine di consentire una interoperabilità in tempo reale tra il 116117 ed i diversi servizi della rete di emergenza nonché territoriale (COT).
L’esempio lombardo
La prima centrale italiana che unifica tutti i numeri dei servizi sanitari non urgenti è nata in Regione Lombardia ed è stata costruita su un modello innovativo, per coordinare in maniera efficiente le richieste mediche dei cittadini. Si tratta della Centrale NEA (Numero Europeo Armonizzato per l’assistenza sanitaria non urgente) 116117 e fornisce 7 giorni su 7, 24h su 24, informazioni su assistenza, prestazioni o consigli sanitari non urgenti. A questa si affianca la Centrale di approfondimento clinico, denominata Centrale medica integrata (CMI), che rivaluta le chiamate pervenute alle sale operative regionali di emergenza urgenza (SOREU) identificate come non emergenti-urgenti, rispondendo all’iniziale bisogno di cura e riorientando successivamente, attraverso il 116117, il cittadino sui servizi territoriali.
Iniziative dal Regno Unito e dalla Danimarca
Il Regno Unito ha attivato il servizio 111 NHS: si tratta di una centrale telefonica, operativa 24h e 7/7, di riferimento per una popolazione residente che varia da 200 mila a 700 mila abitanti, in cui operano tre tipologie di professionalità: Operatori medici esperti (GP); Infermieri Esperti; Operatori Tecnici (Paramedics). L’integrazione tecnologica permette di impiegare personale non sanitario, guidato da sistemi di supporto alla decisione, con un impatto positivo sia dal punto di vista economico sia in termini di riduzione degli accessi non necessari al Pronto Soccorso. Infatti, circa la metà delle chiamate che giungono alle centrali 111 NHS non riguardano problemi clinici acuti ma richieste di chiarimenti su localizzazione delle strutture sanitarie e rete dei servizi.
In Danimarca è attiva la Medical Helpline 1813, gestita da medici e infermieri che sono in grado di guidare l’utente verso un aiuto e un’assistenza adeguati e rapidi. Valutata la richiesta, possono eventualmente indirizzare l’utente verso servizi di emergenza ospedaliera (Pronto Soccorso) o ambulatori ad accesso diretto. L’1813 svolge, dunque, una funzione di pre-triage e filtro, fissando una sorta di appuntamento per l’accesso al servizio appropriato, in base a un’agenda prioritaria. Perciò i pazienti che accedono al 1813 beneficiano di tempi di accesso più rapidi. I risultati di questa iniziativa sono stati notevoli, con il raggiungimento del tempo di attesa medio più breve di sempre nei reparti di emergenza, la riduzione del 10% degli accessi ai reparti di emergenza, la soddisfazione elevata dei pazienti e la riduzione dei costi totali.
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