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Viaggio al cuore dell’innovazione che trasforma una Regione

La metamorfosi digitale del Veneto – Plasmare una Regione pronta per il futuro
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2 Luglio 2025 |
Gianmarco Nebbiai

 

Il Veneto è al centro di una profonda trasformazione digitale, un cambiamento che non è solo tecnologico ma anche culturale ed economico. Un esempio emblematico di innovazione digitale è il lancio della super app regionale “viviVeneto”, che integra oltre sessanta servizi pubblici, dalla sanità al turismo, diventando un canale unico e diretto tra la Regione e i cittadini. Ma questa iniziativa è solo una tessera di un mosaico ben più ampio, che vede la regione impegnata a forgiare un futuro in cui il digitale sia il motore per la crescita, la sostenibilità e la coesione.

Questo reportage si addentra nel cuore dell’innovazione digitale veneta, in un momento cruciale caratterizzato dalla convergenza di molteplici fattori. L’accelerazione post-pandemica delle tendenze digitali si sposa con l’urgenza di raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale europeo e con le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Parallelamente, strategie regionali mature come l’Agenda Digitale del Veneto 2025 (ADV2025) e la Smart Specialisation Strategy (S3) 2021-2027 forniscono una bussola per navigare le sfide imposte da un’economia globale in continua evoluzione, che richiede innovazione costante per mantenere la competitività.

L’obiettivo di questo lavoro è offrire una panoramica completa del paesaggio dell’innovazione digitale in Veneto, analizzandone le strategie, l’ecosistema di supporto, l’impatto sui settori chiave, i meccanismi di finanziamento, il ruolo della ricerca e della formazione, fino alle sfide ancora aperte. Esploreremo come la regione stia cercando di bilanciare ingenti investimenti con la necessità di colmare il persistente divario di competenze digitali e come le industrie tradizionali stiano abbracciando tecnologie di frontiera, con un occhio di riguardo al potenziale dirompente dell’intelligenza artificiale.

La Bussola Strategica: La Roadmap del Veneto verso la Supremazia Digitale

Il percorso del Veneto verso un futuro digitale è tracciato da documenti programmatici chiave che riflettono un approccio strutturato e ambizioso. Al centro di questa visione si collocano l’Agenda Digitale del Veneto 2025 e la Smart Specialisation Strategy 2021-2027, supportate da una governance dedicata e potenziate dalle risorse del PNRR.

L’Agenda Digitale del Veneto 2025 (ADV2025), approvata con DGR n. 156 del 22 febbraio 2022 e curata dalla Direzione ICT e Agenda Digitale con il supporto di Veneto Innovazione Spa , succede al precedente piano ADVeneto2020. Gli obiettivi strategici mirano a rendere il Veneto più attrattivo, sostenibile e coeso. Questo si traduce nel migliorare la qualità della vita, attrarre talenti e imprese, supportare la transizione ecologica e ridurre il digital divide.

L’ADV2025 si fonda su quattro pilastri fondamentali :


Competenze Digitali: L’obiettivo è raggiungere il 70% di cittadini digitalmente abili entro il 2026, in linea con il target UE, utilizzando il framework europeo DigComp 2.1. Strumenti chiave sono i Punti Digitale Facile e gli Innovation Lab.
Infrastrutture: Si punta all’adozione del Cloud (Everything-as-a-Service – XaaS), all’implementazione del piano “Italia 1 Giga” per la banda ultra larga, al potenziamento della cybersecurity, anche con la prospettiva di una rete quantistica regionale, allo sviluppo di un ecosistema di API e al supercalcolo.
Servizi Digitali: L’accento è posto sulla creazione di servizi digitali incentrati sull’utente, integrati e agili, come la super app “viviVeneto” e un portale unico per le imprese, applicando il principio del “once-only”.
Dati: Si mira a potenziare la raccolta dati (tramite IoT e Space Economy), sviluppare la Veneto Data Platform (evoluzione del progetto MyData), rafforzare la Data Governance e promuovere gli Open Data.


L’attuazione dell’ADV2025 prevede un approccio duale, con azioni di sistema e azioni specifiche per i singoli ecosistemi, e una pianificazione a breve, medio e lungo termine che include l’integrazione di tecnologie di frontiera come l’Intelligenza Artificiale e la robotica. Cicli di incontri come “Oltre il PNRR” testimoniano l’impegno a discutere temi cruciali come AppIO, l’identità digitale e la gestione dei costi del cloud.

Parallelamente, la Smart Specialisation Strategy (S3) del Veneto 2021-2027, approvata con DGR n. 474 del 29 aprile 2022 , è stata definita attraverso un Processo di Scoperta Imprenditoriale (EDP) che ha coinvolto attivamente imprese, mondo della ricerca, istituzioni e società civile. La strategia è allineata con gli obiettivi europei (Agenda 2030, Green Deal) e nazionali (PNRR) e il suo monitoraggio avviene tramite una piattaforma dedicata gestita da Innoveneto e un modello approvato con DGR n. 1684 del 30 dicembre 2022.

La S3 si articola in sei aree di specializzazione: Smart Agrifood, Smart Manufacturing, Smart Living & Energy, Smart Health, Cultura e Creatività, Destinazione Intelligente. A queste si affiancano due missioni strategiche – Bioeconomia (Biotecnologie, Bioenergie, Idrogeno) e Space Economy (Intelligenza Artificiale, Tecnologie Quantistiche, Tecnologie Spaziali) – e quattro driver trasversali: Trasformazione Digitale, Transizione Verde, Capitale Umano e Nuovi Modelli di Business/Servizi per l’Innovazione. Le traiettorie tecnologiche specifiche per ciascuna area, come quelle per lo Smart Agrifood che includono agricoltura di precisione e packaging sostenibile , o quelle per Smart Living & Energy focalizzate su domotica e smart city , delineano percorsi concreti di sviluppo.

La governance di questo complesso sistema vede protagoniste entità come la Direzione ICT e Agenda Digitale, con competenze che spaziano dalla definizione e attuazione dell’ADV, della gestione delle infrastrutture e della diffusione della cultura digitale. Innoveneto agisce come portale regionale per l’innovazione e il trasferimento tecnologico, gestendo la piattaforma di monitoraggio S3 e promuovendo reti innovative e distretti industriali. Veneto Innovazione, l’agenzia regionale per la promozione del sistema economico, supporta le politiche regionali, facilita le attività internazionali tramite la rete Enterprise Europe Network (EEN) e fornisce informazioni sui finanziamenti.

Il PNRR gioca un ruolo cruciale, finanziando e accelerando progetti specifici come la migrazione al cloud della PA , la Rete di Servizi di Facilitazione Digitale (Misura 1.7.2) , e la formazione sulle competenze digitali.
L’approccio strategico del Veneto all’innovazione digitale si distingue per la sua coerenza e l’allineamento tra i diversi livelli di pianificazione. L’ADV2025 fornisce la visione digitale complessiva, mentre la S3 indirizza gli investimenti in ricerca e innovazione verso settori economici e traiettorie tecnologiche specifiche. Entrambe le strategie sono sinergiche con le priorità nazionali ed europee, come il PNRR e il Green Deal. Questa integrazione mira a massimizzare l’impatto degli investimenti, assicurando che la trasformazione digitale contribuisca agli obiettivi più ampi di attrattività, sostenibilità e coesione regionale. La solidità di questo impianto suggerisce una maggiore efficacia potenziale rispetto ad approcci più frammentati.

È importante notare come il PNRR, pur fornendo un impulso finanziario significativo, agisca più come un acceleratore di ambizioni digitali regionali preesistenti che come un detentore di nuove direzioni. Il Veneto aveva già posto le basi strategiche; il PNRR ne potenzia la realizzazione. Ciò solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di questa spinta innovativa, una volta esauriti i fondi del Piano nel 2026.

Il motore dell’innovazione: L’ecosistema Veneto degli abilitatori digitali

L’ambiziosa agenda digitale del Veneto poggia su una rete diversificata di strutture fisiche e organizzative, concepite per catalizzare l’innovazione, sostenere la nascita e la crescita di nuove imprese, facilitare il trasferimento tecnologico e accrescere le competenze digitali di cittadini e aziende. Questo ecosistema, caratterizzato da una forte collaborazione tra pubblico, privato e mondo accademico, rappresenta il vero e proprio motore della trasformazione digitale regionale.

I Parchi Scientifici e Tecnologici sono nodi cruciali di questo sistema. Il VEGA a Marghera (Venezia) si focalizza su settori come ICT, ambiente, beni culturali e biotecnologie, collaborando attivamente con le Università Ca’ Foscari e IUAV e ospitando l’incubatore VEGAinCUBE e il centro di ricerca sui cambiamenti climatici CMCC@Ca’Foscari. Il Galileo Visionary District di Padova concentra le sue attività su design, marketing, materiali innovativi e supporto alle startup, ospitando l’incubatore universitario Startcube e promuovendo il trasferimento tecnologico verso le PMI. A Verona, il Parco Scientifico Star si orienta verso l’agricoltura di precisione, l’aerospazio e l’economia circolare, con la missione di aumentare la competitività delle PMI e incubare nuove imprese tecnologiche.

Il panorama degli incubatori e acceleratori è altrettanto vivace. H-Farm, nel trevigiano, si distingue come un acceleratore di portata internazionale, con un vasto campus e un focus su settori ad alta crescita come Edutech, AI, Agritech e Healthcare, vantando un portafoglio di oltre 150 startup supportate e exit di successo come Depop. Startcube a Padova, emanazione dell’Università, supporta spin-off e startup innovative con verticali specializzate in aerospazio (EsaBic), cybersecurity e supporto ai ricercatori universitari.

Digital Magics Triveneto, con sede a Padova, fa parte di un network nazionale di incubazione focalizzato sulla trasformazione digitale e l’Open Innovation. t²i – trasferimento tecnologico e innovazione a Rovigo è un altro attore chiave, impegnato in progetti di R&S, Digital Innovation Hub europei (EDIH) e supporto alle imprese in ambiti come l’AI per il manifatturiero e l’economia circolare. Altri incubatori come Fondazione La Fornace dell’Innovazione ad Asolo, Day One e MAG a Verona, e M31 Italia a Padova e Monselice arricchiscono ulteriormente l’offerta di supporto.

I Digital Innovation Hub (DIH) e i Punti Impresa Digitale (PID) rappresentano un ponte fondamentale verso le piccole e medie imprese. Il DIH Vicenza, gestito da Confartigianato, è l’unico polo veneto riconosciuto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e funge da punto di accesso al sistema di trasferimento tecnologico nazionale, offrendo servizi specifici su e-commerce, cybersecurity, data science e robotica, con un focus sulle tecnologie Industria 4.0. La rete dei PID, coordinata da Unioncamere Veneto e attiva presso le Camere di Commercio provinciali (Treviso-Belluno, Verona, Venezia-Rovigo, Padova), ha l’obiettivo di diffondere la cultura digitale tra le micro, piccole e medie imprese.

I PID offrono strumenti di assessment digitale (come Selfi4.0), formazione (PID Academy), mentorship e informazione su Industria 4.0, supportando la “doppia transizione” digitale e sostenibile, spesso in collaborazione con Università e Competence Center come SMACT. Un esempio concreto è il progetto “Trasformazione Digitale e Sostenibile delle PMI Venete” (bando 2024-25) che mira a formare e sostenere 100 PMI.

I Centri di Competenza (CC) ad alta specializzazione sono un altro tassello importante. SMACT, con sede a Venezia e operatività nel Triveneto, è uno degli otto CC nazionali istituiti dal MISE. Focalizzato su Social network, Mobile, Advanced Analytics e Big Data, Cloud e Internet of Things (da cui l’acronimo), SMACT è un partenariato pubblico-privato che vede l’Università di Padova come capofila e la partecipazione di altre università venete (Verona, Ca’ Foscari, IUAV), enti di ricerca e numerose imprese. Le sue attività principali includono l’orientamento e la formazione per le PMI, la creazione di Live Demo e “fabbriche scuola” per toccare con mano le tecnologie 4.0, e la gestione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, anche attraverso bandi di cofinanziamento. Un’area di particolare interesse per SMACT è la convergenza tra Operational Technology (OT) e Information Technology (IT), con un focus sull’Intelligenza Artificiale delle Cose (AIoT).

Infine, numerose iniziative mirano a potenziare le competenze digitali di cittadini e imprese. La rete Veneto Digitale Facile, con i suoi Punti Digitale Facile (PDF), finanziata dal PNRR (Misura 1.7.2), punta a creare almeno 234 presidi sul territorio per offrire gratuitamente facilitazione digitale (e non solo assistenza tecnica) a 188.000 cittadini entro il 2025, colmando il digital divide e promuovendo la cittadinanza digitale attiva attraverso l’uso di strumenti come l’App IO e i pagamenti online, secondo il modello europeo DigComp. Questa rete organizza anche campagne tematiche mensili, come quella su “Digitale e Lavoro”.

Gli Innovation Lab, finanziati dalla Regione Veneto, sono spazi fisici dedicati all’acculturazione digitale, all’Open Innovation 2.0 (secondo il modello della quadrupla elica: PA, imprese, accademia, cittadini), al co-working e alla formazione. Ad oggi sono stati finanziati 14 Innovation Lab in diverse località venete. Parte integrante di questo progetto sono le 125 Palestre Digitali, punti di accesso pubblico a internet (spesso in biblioteche) che offrono formazione e assistenza sull’uso dei servizi digitali.

Questa densità e varietà dell’ecosistema dell’innovazione veneto è il risultato di una precisa volontà strategica. Non esiste un unico modello di supporto, ma una pluralità di strutture che rispondono a esigenze diverse: dalla necessità di alfabetizzazione digitale di base (Punti Digitale Facile) fino alla ricerca e sviluppo avanzata (Parchi Scientifici, Centri di Competenza) e al sostegno per la crescita accelerata delle startup (Acceleratori). Si osserva una chiara tendenza alla specializzazione, come nel caso di SMACT per le tecnologie Industria 4.0, delle verticali di Startcube o del focus del DIH di Vicenza sulle PMI artigiane.

Questa architettura multi-livello, se da un lato offre molteplici punti di accesso, dall’altro potrebbe generare complessità o sovrapposizioni. Diventa quindi cruciale analizzare l’efficacia della collaborazione e del coordinamento tra queste diverse entità – come la sinergia tra i PID e SMACT – e la facilità con cui cittadini e imprese riescono a orientarsi per trovare il supporto più adeguato.

Un filo conduttore che lega molte di queste iniziative è l’attenzione al capitale umano. Le competenze digitali sono un pilastro dell’ADV2025 e un driver trasversale della S3. I Punti Digitale Facile, gli Innovation Lab, le Palestre Digitali e la formazione offerta dai PID mirano direttamente a colmare i gap formativi. Questo riconoscimento esplicito dell’importanza delle persone, oltre che delle tecnologie e delle infrastrutture, è un segnale della maturità dell’approccio veneto. Il successo dell’intera strategia digitale regionale dipenderà in misura significativa dall’effettiva capacità di questi programmi di qualificare la popolazione e la forza lavoro, rispondendo alle carenze evidenziate anche a livello nazionale.

Rivoluzioni settoriali: L’innovazione digitale all’opera nel veneto

La strategia e l’ecosistema di supporto all’innovazione digitale del Veneto non sono fini a sé stessi, ma strumenti per trasformare concretamente i settori chiave dell’economia e della società regionale. Dall’amministrazione pubblica alla sanità, dall’agricoltura all’industria manifatturiera, dal turismo alla cultura, il digitale sta ridisegnando processi, servizi e modelli di business, spesso integrando gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica.

Trasformazione della Pubblica Amministrazione (PA): l’obiettivo primario è la semplificazione dei servizi e una maggiore efficienza e centralità del cittadino. Le iniziative, molte delle quali potenziate dai fondi PNRR, includono la migrazione dei sistemi verso il cloud – come nel caso del Comune di Venezia che sta aggiornando 21 servizi comunali – e l’adozione diffusa di piattaforme nazionali come pagoPA per i pagamenti e App IO per l’interazione con i servizi pubblici. Fondamentale è anche l’adozione dell’identità digitale (SPID/CIE) e l’interoperabilità dei dati garantita dalla Piattaforma Nazionale Digitale Dati.

La Direzione ICT regionale e i Soggetti Aggregatori per il Digitale (SAD) a livello locale guidano questo processo. Una delle sfide maggiori resta la riorganizzazione dei processi interni alla PA, considerando la capillarità dei 563 comuni veneti, e la necessità di garantire l’accesso ai servizi digitali anche alle fasce di popolazione meno digitalizzate, magari attraverso sportelli fisici locali. L’applicazione viviVeneto, che unisce oltre sessanta servizi regionali in un unico punto di accesso mobile per sanità, turismo, cultura e servizi amministrativi, è un esempio lampante di questa spinta alla semplificazione e all’integrazione.

Salute digitale: Il settore sanitario è al centro di un’intensa attività di digitalizzazione parallela all’area di specializzazione Smart Health della S3 regionale, che prevede traiettorie come lo sviluppo di alimenti funzionali, tecnologie assistive e indossabili, diagnostica molecolare e sistemi per la prevenzione del declino cognitivo. Il Progetto faro nell’ambito della strategia regionale sulla salute è rappresentato da Sanità km zero che offre ai cittadini un’app per la gestione delle ricette mediche, la prenotazione di visite e la partecipazione attiva alla co-progettazione dei servizi digitali attraverso un “Club Innovatori”.

Sono in corso di implementazione una piattaforma regionale unica di telemedicina, la digitalizzazione della documentazione relativa agli screening e una cartella unica per le cure domiciliari (ADI). Azienda Zero sta lavorando all’ammodernamento e all’unificazione dei software ospedalieri (Nuovo Sistema Informativo Ospedaliero – SIO) , mentre il Consorzio Arsenàl è un attore chiave nello sviluppo di molti di questi progetti. L’obiettivo è evolvere verso una medicina basata sul valore (value based medicine), migliorando l’accesso alle cure, anche da remoto, e utilizzando i dati per ottimizzare la ricerca e la governance del sistema sanitario. Il progetto PULSE IT, all’interno della S3, invece, monitora il benessere dei lavoratori tramite tecnologie indossabili, si inserisce in questo contesto, toccando la traiettoria S3 sui materiali tessili innovativi per la salute e la sicurezza.


Smart Agrifood e Agricoltura 4.0: l’area Smart Agrifood della S3 è particolarmente ricca di traiettorie tecnologiche, che spaziano dall’agricoltura e zootecnia di precisione allo sviluppo di attrezzature più efficienti, dalle tecnologie per l’agricoltura biologica all’ottimizzazione della nutrizione e della difesa fitosanitaria sostenibile, dal recupero dei sottoprodotti al packaging innovativo, fino ai sistemi di tracciabilità e sicurezza alimentare. Le tecnologie abilitanti includono l’irrigazione intelligente, l’intelligenza artificiale per la prevenzione delle fitopatie, l’IoT per la gestione dei macchinari agricoli, il monitoraggio satellitare (come quello offerto da piattaforme quali Farmonaut), l’uso di droni, la robotica e la genomica.

La Regione supporta questa transizione con finanziamenti specifici del PSR 2023-2027 (6,5 milioni di euro già destinati a progetti di agricoltura di precisione) e del PNRR (20,9 milioni di euro per l’ammodernamento di macchine e attrezzature). Eventi come Space Meetings Veneto sottolineano il ruolo crescente delle tecnologie spaziali per il settore , mentre iniziative come i premi Oscar Green di Coldiretti mettono in luce l’innovazione portata dai giovani agricoltori, ad esempio nella produzione di birra agricola sostenibile o nella tracciabilità del Prosciutto Veneto DOP. Il progetto F.A.&A.F. di Innoveneto esplora il futuro dell’agricoltura e degli alimenti funzionali.

Manifattura Intelligente e Industria 4.0: lo Smart Manufacturing è un’altra area cardine della S3 veneta. Sebbene i dettagli specifici delle 11 traiettorie tecnologiche non siano immediatamente accessibili da tutti i documenti , è chiaro che l’enfasi è sull’adozione di tecnologie come Intelligenza Artificiale, robotica, cloud, big data e realtà aumentata/virtuale, come indicato anche nell’ADV2025. Si punta all’utilizzo dell’IA per la trasformazione dei processi produttivi, la gestione delle risorse umane, la cybersecurity e l’ottimizzazione delle filiere.

Il supporto alle imprese è fornito dal Competence Center SMACT , dalla rete dei PID e dal DIH di Vicenza. Unioncamere Veneto ha lanciato un progetto specifico per accompagnare 100 PMI nella transizione digitale e sostenibile. Le “Storie di Innovazione” promosse da Innoveneto includono esempi come VIR2EM (soluzioni di virtualizzazione), D3VeRo (stampa 3D per il vetro di Murano) e EcoDPI (ecodesign e riciclo di DPI). I premi “Top of the PID” del 2022 hanno riconosciuto aziende come Pasticceria Ducale per l’integrazione tecnologica dei processi produttivi e Shitek Technology per soluzioni IoT nella logistica. Anche aziende storiche come le Distillerie Poli stanno integrando l’innovazione nel rispetto della tradizione.

Turismo Intelligente (Destinazione Intelligente): l’area S3 “Destinazione Intelligente” mira a creare sistemi integrati tra agroalimentare, turismo ed ecologia. La Regione sta sviluppando una strategia di “Smart Tourism Destination” con il contributo di esperti esterni, focalizzata sulla creazione di nuove competenze, sull’adattamento climatico, sulla data intelligence (attraverso dashboard dedicate) e sull’innovazione dell’offerta per rispondere all’evoluzione della domanda turistica. L’app viviVeneto gioca un ruolo importante anche in questo settore, integrando servizi turistici e culturali come la consultazione di eventi, itinerari, strutture ricettive e l’accesso al Portale della Cultura del Veneto, con l’obiettivo di arricchire l’esperienza del visitatore e promuovere anche le aree meno note.
>Cultura e Industrie Creative La S3 “Cultura e Creatività” si concentra sulla valorizzazione del prodotto, sulle tecnologie per i beni culturali, sulla digitalizzazione dei processi del “Made In”, su nuovi modelli di business e servizi a valore aggiunto, e sulle tecnologie per il design e la prototipazione.

L’Università IUAV di Venezia è un attore centrale in questo ambito, con una forte vocazione per il design, la moda, le arti e il multimedia. I suoi cluster di ricerca (come Flair per la moda) e le unità di ricerca (come ADA per l’estetica del disegno artificiale e Grafica per il design della comunicazione) , insieme a corsi di laurea e master specifici (Interactive Media for Interior Design, Digital Exhibit, Laboratorio di Rappresentazione Digitale e Tecnoculture) , alimentano l’innovazione nel settore. Il progetto D3VeRo, che applica la stampa 3D al vetro artistico di Murano, è un esempio di contaminazione tra tradizione artigiana e nuove tecnologie.

Smart Living & Energy: l’ultima area di specializzazione S3, “Smart Living & Energy” , copre un vasto spettro di applicazioni: domotica e automazione per la qualità della vita, materiali innovativi per l’abitare, tecnologie per le smart city, progettazione e gestione efficiente degli edifici, sicurezza e privacy, soluzioni per la vita indipendente, digitalizzazione del mercato dell’energia, gestione innovativa dei rifiuti, rigenerazione urbana, tecnologie per la decarbonizzazione e per il monitoraggio dell’inquinamento, e mobilità intelligente. I finanziamenti regionali, in particolare tramite il PR FESR 2021-2027, supportano la transizione verso l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e l’economia circolare. Eventi come DIGITALmeet dedicano sessioni alle smart city , e l’Università IUAV contribuisce con cluster di ricerca come CityLab ed EnerCity.

L’analisi settoriale rivela una caratteristica fondamentale dell’approccio veneto: la pervasività della trasformazione digitale. L’innovazione non è relegata alle sole aziende tecnologiche, ma si innesta profondamente nei pilastri tradizionali dell’economia regionale – manifattura, agroalimentare, turismo, design – e nei servizi pubblici essenziali come la sanità e la pubblica amministrazione. Questa strategia sembra mirare a un’evoluzione che valorizzi i punti di forza esistenti, modernizzandoli attraverso il digitale, piuttosto che a creare ex novo un settore “digital-only”. Questo approccio evolutivo, che costruisce sul consolidato, è probabilmente una delle chiavi per comprendere la specificità del modello veneto.

Emerge con forza anche il concetto di “doppia transizione”, digitale ed ecologica, come principio operativo tangibile. La S3 include la Transizione Verde tra i suoi driver , i bandi di finanziamento spesso mirano a entrambi gli obiettivi, e il PR FESR destina risorse significative alla sostenibilità parallelamente al digitale. Numerosi progetti concreti, dall’agricoltura di precisione per l’uso efficiente delle risorse allo smart energy e all’economia circolare , dimostrano come le tecnologie digitali siano viste come abilitatori fondamentali per la sostenibilità. Questa integrazione posiziona il Veneto come un potenziale laboratorio per sperimentare e implementare soluzioni in cui il digitale diventa strumento per misurabili benefici ambientali.

Investire nell’ingegno: finanziamenti e supporto per gli innovatori veneti

La trasformazione digitale del Veneto è alimentata da un articolato sistema di finanziamenti che attinge a fondi europei, nazionali e regionali, veicolati attraverso diversi strumenti e canali per raggiungere startup, PMI e professionisti.

Un pilastro fondamentale è il Programma Regionale FESR 2021-2027, che mobilita oltre un miliardo di euro, di cui più di 190 milioni specificamente destinati a ricerca, sviluppo e innovazione. All’interno di questo programma, il Fondo Veneto Ricerca, Sviluppo e Innovazione offre un supporto concreto alle imprese che investono in innovazione tecnologica, attraverso finanziamenti agevolati composti da una quota pubblica a tasso zero (70%) e una quota privata a tasso convenzionato (30%). Questo fondo prevede linee di intervento specifiche per la ricerca e sviluppo (con spese ammissibili tra 100.000 e 250.000 euro) e per l’innovazione (con un’intensità di aiuto fino al 50%), rivolgendosi a PMI, liberi professionisti e lavoratori autonomi di numerosi settori, dall’agricoltura di supporto alle attività manifatturiere, dai servizi di informazione e comunicazione alla sanità.

Un requisito interessante è che i fornitori di consulenze tecniche e scientifiche devono essere iscritti al portale regionale Innoveneto, a testimonianza di una volontà di creare sinergie all’interno dell’ecosistema regionale. Il PR FESR finanzia anche altre priorità strategiche come l’internazionalizzazione, la digitalizzazione (con focus su AI, Cloud, IoT) e la transizione energetica. Un esempio specifico è l’Azione 4.2.1, con una dotazione di 7 milioni di euro, destinata a potenziare le infrastrutture e i laboratori digitali delle scuole di formazione professionale.


A fine 2024, la Regione ha annunciato l’attivazione, prevista per i primi mesi del 2025, di nuove sezioni del Fondo Veneto Competitività: una da 14 milioni di euro per le startup e una da 18 milioni per l’innovazione nelle PMI.
Accanto ai fondi strutturali e regionali, vengono pubblicati bandi specifici da diverse entità. La Camera di Commercio di Padova, ad esempio, ha lanciato per il 2025 un bando per supportare la “doppia transizione” digitale ed ecologica delle imprese provinciali. La Misura A del bando, dedicata a progetti di analisi o implementazione di soluzioni di Intelligenza Artificiale, prevede contributi da 5.000 a 10.000 euro (con un’intensità del 50% e una spesa minima di 10.000 euro). La Misura B, per altri interventi di digitalizzazione e sostenibilità, offre contributi da 1.500 a 5.000 euro (sempre al 50% di intensità, con spesa minima di 3.000 euro).

Anche Unioncamere del Veneto, insieme alla rete dei Punti Impresa Digitale (PID), gioca un ruolo attivo. Il progetto “Trasformazione Digitale e Sostenibile delle PMI Venete“, con un bando per il biennio 2024-2025, mira a selezionare 200 imprese per offrire loro percorsi di accompagnamento e mentoring sulla “transizione gemella”. Per partecipare, le imprese devono presentare un assessment di maturità digitale Selfi4.0 recente.
Il finanziamento dei Punti Digitale Facile avviene tramite la Misura 1.7.2 del PNRR e delibere regionali (DGR n. 1384/2022, DGR n. 140/2023, DGR n. 1255/2023, Decreto n. 10024/2024), che hanno assegnato contributi ai comuni e, in una terza fase, si sono rivolti anche agli Enti del Terzo Settore per garantire una copertura capillare del territorio. Gli Innovation Lab sono stati finanziati inizialmente con 7 milioni di euro, a cui si sono aggiunti 2,8 milioni con la DGR 993/2021, attingendo anche a fondi POR FESR.

Le Camere di Commercio e Unioncamere Veneto non si limitano a erogare bandi, ma svolgono una funzione cruciale nell’implementazione dei servizi PID, nell’organizzazione di premi per valorizzare le eccellenze innovative delle PMI e nella messa a disposizione di strumenti di autovalutazione digitale e informazioni sui finanziamenti disponibili, come il Portale Agevolazioni della Camera di Commercio di Venezia Rovigo.

L’architettura dei finanziamenti per l’innovazione digitale in Veneto si configura quindi come un sistema multi-canale e multi-livello. Le risorse provengono da fondi strutturali europei (FESR), dal piano nazionale di ripresa (PNRR) e da budget regionali, e vengono erogate attraverso la Regione stessa, Veneto Innovazione (per quanto riguarda l’informazione e l’accesso), le Camere di Commercio e altri intermediari. Questa diversificazione permette di indirizzare strumenti finanziari differenti – contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, servizi – a una platea eterogenea di beneficiari, dalle startup alle PMI consolidate, e per diverse tipologie di intervento, dalla ricerca e sviluppo avanzata alla digitalizzazione di base. Tale complessità, se da un lato offre una copertura potenzialmente ampia, dall’altro potrebbe rendere la navigazione tra le diverse opportunità una sfida per le imprese meno strutturate.

Un aspetto significativo è la crescente enfasi sull’assessment preliminare e sull’allineamento strategico come requisiti per l’accesso ai fondi. L’obbligo di utilizzare fornitori iscritti al portale Innoveneto per alcuni bandi FESR , la necessità di un assessment Selfi4.0 per partecipare al progetto PID di Unioncamere , e la focalizzazione dei bandi camerali su specifiche tipologie di progetti (es. AI o transizione eco-digitale) indicano una volontà di indirizzare le risorse in modo mirato. Questa tendenza suggerisce un’evoluzione verso un’allocazione più strategica dei fondi per l’innovazione, potenzialmente in grado di aumentarne l’impatto, ma che potrebbe anche creare barriere per le imprese meno mature digitalmente o meno inserite nell’ecosistema regionale.

Coltivare menti: istruzione, ricerca e la filiera del talento digitale

Il successo a lungo termine della trasformazione digitale del Veneto dipende in modo cruciale dalla disponibilità di capitale umano qualificato e da un solido sistema di ricerca e sviluppo. Le università e gli istituti di ricerca regionali sono attori protagonisti in questo scenario, non solo come formatori di nuove competenze, ma anche come motori di innovazione e partner strategici per il tessuto produttivo.

Le università venete sono profondamente integrate nell’ecosistema dell’innovazione. L’Università di Padova (UniPD) ospita l’incubatore Startcube , partecipa attivamente al progetto PID per la transizione digitale e sostenibile delle PMI ed è ente proponente del Competence Center SMACT. Offre percorsi formativi avanzati, come la laurea magistrale in Cybersecurity che include moduli su Intelligenza Artificiale, Big Data e Machine Learning , e la sua ricerca è focalizzata sul supporto alla transizione digitale e sostenibile delle imprese.


L’Università Ca’ Foscari Venezia è partner del parco scientifico VEGA , collabora con Innoveneto per i “Dialoghi per l’Innovazione” (ad esempio sul

l’AI) ed è anch’essa parte di SMACT. Vanta laboratori di ricerca in Cybersecurity (con focus su crittografia applicata, sicurezza di rete, software, sistemi embedded e IoT) , Intelligenza Artificiale e Machine Learning. Ca’ Foscari ha inoltre attivato un Competency Centre per le soft skills, un centro di Economia Applicata, uno per la Sostenibilità (C4S), uno per la comunicazione scientifica (ECHO) e lo Venice Innovation Hub (SIH) in collaborazione con Noovle (Gruppo TIM) focalizzato su Cloud, AI, 5G e IoT. L’ateneo offre anche un Minor in “Economia e Lavoro dell’Innovazione Digitale” ed è partner dell’eHealth Technopark per l’applicazione dell’AI in sanità.

L’Università di Verona (UniVR) partecipa al progetto PID e a SMACT. Il suo Dipartimento di Informatica promuove ricerca e didattica interdisciplinare , con aree di ricerca che includono AI, algoritmi, bioinformatica, cybersecurity, analisi dei dati e ingegneria del software. Gruppi di ricerca specifici si occupano di AI e Robotica (ISLa), Big Data Analytics, Blockchai e Cybersecurity (SPY), Machine Learning e Visione Artificiale (VIPS), Fotovoltaico (LAPS), Ottica per i beni culturali (OpDATeCH), . L’università ha una forte tradizione di collaborazione con le imprese, testimoniata da spin-off, brevetti e un Parco Scientifico Informatico per il trasferimento tecnologico.

L’Università IUAV di Venezia, tradizionalmente focalizzata su architettura, pianificazione, design, arti, moda e teatro , è anch’essa partner di VEGA e SMACT. La sua attività di ricerca si articola in cluster (come CityLab per la città, Flair per la moda, MedLab per il medical design) e unità di ricerca (come ADA per Artificial Drawing & Design Aesthetics, Find per innovazione e design, Grafica per il design della comunicazione). Offre programmi specifici come Interaction Design , il Master in Interactive Media for Interior Design , il Laboratorio di Rappresentazione Digitale e Tecnoculture , la laurea in Design della Moda e Arti Multimediali (con focus su strumenti digitali e nuovi media) e il master in Allestimenti Digitali (Digital Exhibit). IUAV supporta attivamente il trasferimento tecnologico attraverso un servizio dedicato ed è coinvolta nelle Reti Innovative Regionali.

Oltre alle università, altri centri di ricerca e network arricchiscono il panorama. SMACT, come già menzionato, è una piattaforma cruciale per la collaborazione università-impresa nell’ambito di Industria 4.0. Il Consorzio Arsenàl è un punto di riferimento per la ricerca e innovazione nella sanità digitale. Enti come INFN e Fondazione Bruno Kessler partecipano a SMACT , mentre il CMCC@Ca’Foscari si occupa di ricerca sui cambiamenti climatici. Lo sviluppo dei talenti è una priorità trasversale.

I corsi universitari mirano a formare specialisti in cybersecurity, AI, data science e design digitale. L’ADV2025 e le iniziative collegate, come i Punti Digitale Facile e gli Innovation Lab, puntano a elevare le competenze digitali di base della popolazione. La PID Academy offre formazione specifica per le PMI , e finanziamenti regionali sono destinati a potenziare le dotazioni digitali delle scuole di formazione professionale. La necessità di professionisti STEM è un tema ricorrente a livello nazionale e trova riscontro nelle strategie venete.

L’analisi del ruolo delle università rivela come queste non siano semplici erogatori di formazione, ma veri e propri pilastri attivi dell’ecosistema innovativo regionale. La loro partecipazione a parchi scientifici, incubatori, centri di competenza e progetti specifici per le PMI dimostra un impegno concreto nel trasferire conoscenza e stimolare l’innovazione applicata. Le significative capacità di ricerca in domini digitali chiave come AI, Cybersecurity, Big Data e IoT, unitamente a una crescente attenzione al design digitale e alle industrie creative, forniscono al Veneto una solida base per affrontare le sfide future. La forza e l’orientamento dei programmi di ricerca universitari, così come l’efficacia dei meccanismi di trasferimento tecnologico (spin-off, brevetti, collaborazioni industriali), sono quindi determinanti per la capacità di innovazione a lungo termine della regione.

Il pulsare digitale del Veneto: posizionamento attuale, sfide e rotte future

Valutare lo stato dell’arte della digitalizzazione in Veneto richiede un’analisi comparata, la consapevolezza delle sfide persistenti e uno sguardo alle traiettorie di sviluppo future. Secondo dati ormai datati (2018-2022) dell’Osservatorio Digitale regionale sul portale dell’agenda digitale, il Veneto si collocava al quinto posto in Italia per digitalizzazione, basandosi su un indicatore composito derivato da fonti Istat, Eurostat e AGCOM.


Il Regional Innovation Scoreboard (RIS) del 2023-2024 di Interreg Europe, programma di cooperazione interregionale cofondato dall’UE, classifica il Veneto come “Moderate Innovator +” , indicando una solida base innovativa. A livello nazionale, il rapporto ISTAT “Imprese e ICT 2024” evidenzia che, sebbene l’Italia mostri ritardi rispetto alla media UE27 nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale da parte delle imprese (8,2% contro il 13,5%), il Veneto si distingue con una quota del 13% di imprese che utilizzano l’IA, seconda solo alla Lombardia. Le PMI italiane, pur recuperando terreno, mostrano ancora un’intensità digitale inferiore alla media europea, con divari significativi rispetto alle grandi imprese per quanto riguarda la presenza di specialisti ICT, l’uso di strumenti per riunioni a distanza, l’adozione di policy di sicurezza e l’utilizzo dell’IA.

Tuttavia, oltre la metà delle PMI italiane (51,3%) utilizza servizi cloud, superando la media UE, e l’e-commerce è in crescita. Il mercato digitale italiano, secondo Anitec-Assinform e NetConsulting Cube (dati 2024), è cresciuto del 2,1% nel 2023, trainato dal segmento Business (+4,6%) a fronte di un calo del Consumer (-1,7%), con una previsione di crescita del +3,3% per il 2024, sostenuta in parte dal PNRR, dal cloud, dall’IA e dalla cybersecurity. I Servizi ICT (+9% nel 2023) e il Software (+5,8%) sono i segmenti più dinamici, e si prevede che il mercato dell’IA triplicherà tra il 2023 e il 2027. Persistono tuttavia significative differenze regionali nella spesa tecnologica. Per quanto riguarda la connettività, l’Italia era considerata avanzata nella prontezza al 5G in rilevazioni precedenti , e l’attenzione è ora sull’implementazione del piano “Italia 1 Giga”.

Nonostante i progressi, il Veneto, come il resto d’Italia, affronta sfide significative:

Divario di Competenze Digitali: è una criticità riconosciuta esplicitamente dall’ADV2025 e dal PR FESR. I report nazionali confermano la carenza di competenze come una delle principali barriere alla trasformazione digitale. Dati meno recenti per il Veneto indicavano anche un gap generazionale.
Digitalizzazione delle PMI: sebbene il Veneto disponga di numerosi programmi di supporto (PID, DIH), i dati nazionali indicano che le PMI sono in ritardo rispetto alle grandi imprese nell’adozione di tecnologie digitali avanzate e nella disponibilità di specialisti ICT. Raggiungere e trasformare efficacemente il vasto tessuto di piccole e medie imprese rimane un compito arduo.
Spesa Pubblica in R&S: la classificazione del Veneto come “Moderate Innovator +” è accompagnata dalla constatazione di una spesa pubblica limitata in ricerca e sviluppo. Ciò suggerisce una potenziale dipendenza dal settore privato per gli investimenti in R&S o la necessità di strumenti strategici di investimento pubblico, come l’innovation procurement.
Complessità e Gestione del Cambiamento: le indagini nazionali indicano che la complessità dei sistemi esistenti, i costi, la mancanza di talenti, la resistenza al cambiamento culturale e le preoccupazioni per la sicurezza sono ostacoli comuni alla trasformazione digitale , e questi fattori sono verosimilmente presenti anche nel contesto veneto.
Sostenibilità Post-PNRR: come già accennato, assicurare che lo slancio innovativo prosegua anche dopo la conclusione dei finanziamenti del PNRR è una sfida cruciale per il futuro.

Traiettorie Future e Opportunità Il Veneto ha diverse direttrici strategiche per il futuro:


Integrazione dell’Intelligenza Artificiale: l’IA è centrale nelle strategie regionali, nella ricerca universitaria, nei bandi e negli eventi di settore. L’Assessore Roberto Marcato ha sottolineato il potenziale valore aggiunto di 300 miliardi di euro derivante dall’IA per le imprese, a parità di investimenti e ore lavorate, rimarcando la necessità di investire in formazione.
Leadership nella Doppia Transizione: la regione può consolidare il suo approccio integrato alla transizione digitale e verde, diventando un modello.
Bioeconomia e Space Economy: le due missioni strategiche della S3 aprono la strada allo sviluppo di nuove industrie. L’evento Space Meetings Veneto 2025 è un segnale di questo impegno.
Rafforzamento dell’Ecosistema: il sostegno alle startup, il miglioramento della collaborazione tra gli attori dell’ecosistema e l’adozione di politiche di innovation procurement sono leve per un ulteriore sviluppo.
Collaborazione Internazionale: sfruttare le reti come Enterprise Europe Network e i progetti europei può accelerare l’apprendimento e l’accesso a nuove opportunità.


Un aspetto critico che emerge è la difficoltà nel reperire dati di monitoraggio recenti e specifici per il Veneto che misurino puntualmente i progressi rispetto agli obiettivi delle strategie digitali regionali. Mentre esistono target chiari (es. 188.000 cittadini formati dai PDF , 70% di competenze digitali ) e sistemi di monitoraggio (piattaforma S3 ), mancano report pubblici consolidati e aggiornati che traccino in modo trasparente il raggiungimento di questi KPI regionali. Si dispone di dati nazionali (ISTAT , Anitec-Assinform ), confronti europei (DESI ), snapshot regionali più datati e report economici generali (Banca d’Italia , Unioncamere Veneto ), ma non un “Rapporto sullo Stato dell’Agenda Digitale Veneta 2024” che fornisca un quadro preciso.

Il progetto “Smart eGovernment Dashboard” in collaborazione con Ca’ Foscari mirava a creare uno strumento di monitoraggio, ma il suo stato attuale e i suoi output non sono chiari dai materiali disponibili. Questa carenza rende complessa una valutazione rigorosa dell’efficacia e dell’impatto reale delle strategie digitali del Veneto e sottolinea l’importanza di una maggiore trasparenza e pubblicazione dei risultati del monitoraggio.

Il Veneto digitale tra ambizioni realizzate e sfide aperte

Il percorso del Veneto verso una completa trasformazione digitale è caratterizzato da una visione strategica ambiziosa, un ecosistema di supporto in crescita e una chiara volontà di integrare l’innovazione nel tessuto economico e sociale della regione. L’Agenda Digitale del Veneto 2025 e la Smart Specialisation Strategy 2021-2027 forniscono una solida impalcatura programmatica, allineata con le priorità nazionali ed europee e potenziata dalle risorse del PNRR. La creazione di parchi scientifici, incubatori, acceleratori, Digital Innovation Hub, Centri di Competenza e una capillare rete di punti per l’alfabetizzazione digitale dei cittadini testimonia un impegno concreto a costruire le infrastrutture fisiche e immateriali necessarie.


L’innovazione digitale sta permeando settori tradizionalmente forti per il Veneto, come il manifatturiero e l’agroalimentare, ma anche i servizi pubblici essenziali quali la sanità e la pubblica amministrazione, con l’obiettivo di renderli più efficienti, accessibili e incentrati sull’utente. Emerge con forza l’attenzione alla “doppia transizione”, dove il digitale è visto come strumento per raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica. Le università regionali giocano un ruolo propulsivo, non solo nella formazione di talenti, ma anche come partner attivi nella ricerca, nello sviluppo e nel trasferimento tecnologico.

Tuttavia, il cammino non è privo di ostacoli. Il divario di competenze digitali rimane una delle sfide più pressanti, richiedendo sforzi continui e coordinati per qualificare cittadini e lavoratori. La digitalizzazione delle piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia veneta, necessita di un ulteriore impulso per colmare il ritardo rispetto alle grandi aziende e per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare dall’Intelligenza Artificiale. La spesa pubblica in R&S, seppur affiancata da un vivace settore privato, potrebbe necessitare di un rafforzamento strategico, ad esempio attraverso politiche mirate di innovation procurement, come suggerito da analisi esterne.

La sostenibilità finanziaria delle iniziative nel lungo periodo, una volta esaurita la spinta del PNRR, è un altro nodo cruciale che richiederà una pianificazione attenta. Infine, la complessità dell’ecosistema e la molteplicità dei canali di finanziamento, se da un lato offrono una ricchezza di opportunità, dall’altro potrebbero rendere più ardua la navigazione per gli utenti finali, richiedendo un maggiore sforzo di coordinamento e semplificazione.

Per il futuro, il Veneto sembra ben posizionato per capitalizzare sulle direttrici dell’Intelligenza Artificiale, della transizione verde e delle economie emergenti come quella spaziale e la bioeconomia. Il successo dipenderà dalla capacità di:

1. Intensificare e rendere più efficaci i programmi di formazione sulle competenze digitali a tutti i livelli, dalla cittadinanza attiva alle specializzazioni avanzate richieste dalle imprese.
2. Semplificare l’accesso delle PMI agli strumenti di supporto e ai finanziamenti, favorendo l’adozione di tecnologie digitali avanzate e modelli di business innovativi.
3. Rafforzare la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, promuovendo il trasferimento tecnologico e l’innovazione aperta, anche attraverso l’uso strategico degli appalti pubblici innovativi.
4. Migliorare il monitoraggio e la valutazione trasparente dei progressi rispetto agli obiettivi strategici, rendendo pubblici i dati per favorire l’apprendimento continuo e l’adattamento delle politiche.
5. Pianificare la sostenibilità a lungo termine delle iniziative di trasformazione digitale, assicurando continuità di visione e risorse anche oltre gli attuali cicli di finanziamento straordinario.

Il Veneto ha intrapreso un viaggio di trasformazione digitale complesso e ambizioso. Le fondamenta sono state gettate, la direzione è tracciata. La capacità di affrontare con determinazione le sfide ancora aperte determinerà la piena realizzazione del potenziale innovativo della regione, consolidandone il ruolo di leader economico e sociale nel panorama nazionale ed europeo.

 


Cofondatore e Direttore responsabile di Innovazione.PA. Giornalista e Comunicatore d’impresa, scrive di ICT e del suo impatto sulla società e l’economia dal 1995. Segue tutti i temi legati alla trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, all’innovazione dei processi e dei servizi a disposizione dei cittadini, con particolare attenzione all’innovazione sociale e al digital health.