“Il nostro Paese ha davanti una straordinaria occasione per velocizzare quel processo di digitalizzazione così necessario per mantenere e incrementare la propria competitività: dopo aver affrontato una delle peggiori emergenze degli ultimi anni, la pandemia, ora può accelerare il processo di trasformazione digitale delle organizzazioni pubbliche e private in una chiave di modernizzazione e di semplificazione dei processi e dei servizi orientati ai cittadini e alle imprese”.
A parlare così è Marco Valenti, Sales Director del Gruppo Infordata, azienda nata nel 1980 al cui interno operano aziende e direzioni con competenze specifiche nelle varie aree di business. La capacità di applicare le tecnologie più innovative alle reali e mutevoli esigenze dei clienti – piccoli, medi e grandi, pubblici e privati – ha determinato la costante crescita del Gruppo e il suo consolidamento nel tempo.
Oggi sono 332 i professionisti altamente qualificati che collaborano con Infordata, mentre il fatturato complessivo del Gruppo ha sfiorato, nel 2020, gli 83 milioni di euro.
Oltre alle numerose certificazioni che ne qualificano competenza e affidabilità, il Gruppo vanta alleanze strategiche con player tecnologici di primaria importanza, quali Citrix, IBM, Oracle, Red Hat, SAP e Supernap Italia, solo per citarne alcune, e clienti prestigiosi come Sogei, Avio, Cassa Forense, INAIL, INPS, MEF, Consip, CONI Sport e Salute ed Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
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Infordata è dunque protagonista della trasformazione digitale italiana da oltre 40 anni. Innovare è nel suo DNA e non si è mai fermata, ha sempre anticipato la corsa all’innovazione, puntando sulla tecnologia, la formazione e il capitale umano. Per fare questo ha costruito un ecosistema digitale fatto di tecnologie, soluzioni e piattaforme che consentono alle organizzazioni pubbliche e private, di ogni dimensione, di evolvere in base alle proprie specifiche esigenze. Ha capito da tempo che è necessario abbattere la concezione verticale, a silos, delle soluzioni sviluppate in passato per costruire nuove architetture basate sull’interoperabilità al fine di garantire quella rapidità, efficienza e sicurezza in grado di ottimizzare i processi e offrire una migliore user experience agli stakeholder interni ed esterni di qualunque organizzazione.
In piena coerenza con questa strategia e in linea con le linee guida indicate dal legislatore, a sua volta fortemente impegnato sul fronte della trasformazione digitale del Sistema Paese, Infordata sta quindi concentrando sforzi e investimenti su questi asset:
• ammodernamento delle infrastrutture,
• sfruttamento del cloud computing,
• utilizzo ed arricchimento dei dati delle imprese e della PA,
• avanzamento della cyber security,
• maggiore centralità delle persone e delle loro competenze,
• interoperabilità dei dati e digitalizzazione delle applicazioni.
Ha investito, per rendere questo possibile, nell’intelligenza artificiale, nel machine learning e nelle piattaforme interoperabili.
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Il variegato universo della PA è fortemente coinvolto in questo processo di trasformazione. “Il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza (PNRR) prevede interventi specifici per la trasformazione digitale della PA, che potrà dotarsi di infrastrutture moderne, interoperabili e sicure, attraverso cui offrire ai cittadini servizi digitali semplici e qualificanti”, osserva Valenti. “Questo processo, avviato con il Decreto Semplificazione ed Innovazione digitale, ha già portato diversi benefici, tra cui Spid, CIE, App Io e pago Pago PA, pilastri su cui la PA sta costruendo molti servizi. Questa digitalizzazione porta con sé molti vantaggi, tra cui la possibilità per i cittadini di accedere in completa sicurezza a una vasta gamma di servizi pubblici tramite credenziali uniche per pagare, bollettini, rette scolastiche, ticket sanitari e, più in generale, quanto dovuto alla Pubblica Amministrazione. Sono i vantaggi dell’identità digitale che sta costruendo un nuovo virtuoso processo di semplificazione della vita di tutti i giorni che consentirà di poter offrire una crescente offerta di servizi”.
In questi anni il Gruppo Infordata ha partecipato ai più importanti progetti di innovazione per il Paese. All’interno delle più significative gare nazionali ha realizzato progetti di trasformazione digitali, tra cui quelli riferiti alla valorizzazione del Patrimonio e degli immobili statali, ai servizi al cittadino tramite il portale del DAG, alle procedure per il Casellario degli enti previdenziali od alcune applicazioni verticali per NoiPA. Sono solo alcuni esempi, in cui Infordata con i suoi partner ha messo a terra concreti esempi di modernizzazione dei servizi pubblici.
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L’emergenza sanitaria ha creato una situazione che ha richiesto un cambio di passo, e il cloud si è dimostrato uno degli strumenti più utili per consentire alle organizzazioni pubbliche e private di restare operative, introducendo nuovi modelli organizzativi che altrimenti avrebbero richiesto tempi di adozione molto più lunghi.
“La sfida, ora, è passare da un approccio tattico, nato dall’emergenza, a uno strategico, per potenziare e rafforzare un modello che mai come in questo periodo ha dimostrato tutto il proprio valore”, commenta Valenti.
I dati di mercato, del resto, parlano chiaro. Secondo le stime dell’Osservatorio Cloud Transformation 2020 del Politecnico di Milano il mercato cloud italiano ha raggiunto i 3,35 miliardi di Euro, in crescita del 21% rispetto all’anno precedente, con il public & hybrid cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra cloud pubblici e privati, cresciuto del 30%, per un valore complessivo di 2 miliardi di Euro. Sono cresciuti anche il virtual & hosted private cloud, ovvero i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, arrivato a valere732 milioni di Euro (+11%), e la data center automation, ovvero la modernizzazione delle infrastrutture on-premise (+6%). Anche secondo IDC il cloud pubblico, sommando IaaS e PaaS ed escludendo le soluzioni SaaS, a livello mondiale arriverà a valere, nel 2025, 400 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale composto del 28,8%.
Consapevole di questo trend e pronta come sempre a indirizzare il percorso evolutivo dei propri clienti, Infordata si è dotata di un proprio cloud certificato AgID e su questa piattaforma ha costruito un panel di servizi che aiutano le imprese a le pubbliche amministrazioni centrali e locali a cogliere tutte le opportunità legate a questo paradigma. Di fatto Infordata è in grado di accompagnare qualunque organizzazione nel suo percorso di migrazione al cloud e di gestire al meglio la nuova infrastruttura 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ovunque si trovi: on-premise su server locali, nei due data center in cui dispone di spazi esclusivamente dedicati alla propria Private Cloud Infrastructure, in modalità ibrida combinando i sistemi on-prem con quelli dei propri data center, moltiplicandone così le potenzialità, o nel cloud pubblico sfruttando la lunga esperienza maturata nell’ambito dei servizi cloud.
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Anche il legislatore sta guardando al cloud quale abilitatore principale per la digitalizzazione del Paese: le linee guida varate dal governo prevedono infatti che entro il 2025 almeno il 75% delle pubbliche amministrazioni italiane siano migrate al cloud. Per raggiungere questo obiettivo è prevista la creazione di un Polo Strategico Nazionale (PSN), ovvero un cloud nazionale inclusivo in linea con le normative nazionali ed europee e attento alla sostenibilità ambientale.
“Condividiamo pienamente questa impostazione, e siamo convinti che per vincere questa sfida sia necessario creare un polo di eccellenza che valorizzi le competenze e le infrastrutture degli operatori italiani che già da anni operano con successo sul nostro territorio”, sottolinea Valenti. “Partendo da questi presupposti il Gruppo Infordata è stato tra i promotori, insieme a Babylon Cloud, Consorzio EHT, Netalia, Seeweb e Sourcesense, del Consorzio Italia Cloud, un progetto che sta suscitando molto interesse. Se è vero, infatti, che il cloud computing ha rivoluzionato il modo di operare delle organizzazioni in termini di sistemi informativi, quando si parla di cloud bisogna tener presente molteplici fattori, da quelli tecnologici a quelli sociali ed economici, sino ad arrivare a quelli etici e normativi. Il Consorzio Italia Cloud, aperto a tutti coloro che ne condividano la filosofia, vuole essere la confluenza naturale delle realtà Made in Italy che condividono gli stessi valori e lo stesso approccio al mercato”.
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