Dopo tre anni di inedite crisi globali, cosa ci spaventa di più? La risposta di italiani e operatori del Non Profit è univoca: Se la povertà è l’emergenza più sentita sia dall’opinione pubblica che da chi opera nel Terzo Settore, altre quattro grandi paure emergono poi con chiarezza: l’insicurezza alimentare, il rischio del collasso del sistema sanitario italiano, gli arretramenti nella lotta al cambiamento climatico e il diffondersi del disagio psicologico, seguito alla pandemia e alle sue conseguenze sul tessuto economico e sociale.
La ricerca è stata presentata presso la sede RAI di Viale Mazzini, alla presenza del Presidente di INC, Pasquale De Palma, del Vicepresidente Paolo Mattei, del Direttore di RAI per la Sostenibilità – ESG, Roberto Natale. Nell’incontro la voce del Terzo Settore è stata affidata a Rossano Bartoli, Presidente Lega del Filo d’Oro; Ileana Bello, Direttrice Amnesty International Italia; Alessandro Betti, Direttore Raccolta Fondi Fondazione Telethon; Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino; Paolo Ferrara, Direttore Generale Terre des Hommes Italia; Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo Greenpeace Italia.
Già i dati Eurostat avevano indicato che, ad agosto di quest’anno, le persone a rischio povertà erano circa 12 milioni, con 1 minorenne su 4 che vive in famiglie dove la povertà è una realtà quotidiana. Il Rapporto Coop 2022 parla di 18 milioni di persone in difficoltà ad accedere a beni e servizi di primaria necessità: 6 milioni in più rispetto a un anno fa. 1 italiano su 3 (32%) entro la fine dell’anno non riuscirà più a pagare gas e luce.
Dopo aver fotografato le percezioni legate a questo scenario, tra vecchi e nuovi bisogni, la ricerca del Non profit Lab di INC mostra, specularmente, le reazioni del Terzo Settore, che ha risposto proattivamente e tempestivamente, organizzando nuove campagne di comunicazione e raccolta fondi (55%) e nuovi progetti (45%) in risposta ai bisogni scaturiti o aggravati dall’emergenza continua degli ultimi 3 anni.
Le donazioni per cause legate alle emergenze sono aumentate (52%) ma a fronte di un calo di donazioni (19,7%) per tutto ciò che è slegato dall’attualità, favorendo realtà istituzionali, come Ospedali, Protezione civile, Istituzioni religiose, ma mettendo in crescente difficolta molte Organizzazioni Non Profit che hanno visto calare – secondo l’ISTAT – il popolo dei donatori dal 14,3% del 2020 al 12% del 2021, toccando il minimo storico di appena 6 milioni d’italiani. Il 60,6% delle associazioni in questi ultimi 3 anni ha fatto richiesta per ottenere una campagna di raccolta fondi televisiva tramite numerazione solidale, la metà (18,3%, su un totale del 39,6%) sta seriamente valutando di tornare a chiedere questa opportunità. La tendenza delle ONP a fare promozione on line, accelerata negli ultimi anni dall’impossibilità di organizzare appuntamenti ed eventi fisici, si conferma e vede nella top 3 degli strumenti più utilizzati i Social ADS (91,5%), DEM (75%) e Google ADS (68%). Gli addetti ai lavori sono però anche proiettati verso il dialogo con nuovi target: social come TikTok o l’Addressable TV sono stati indicati come i canali innovativi attualmente in fase di sperimentazione.
Nei prossimi 2 o 3 anni tale scenario persisterà e, secondo il 45% di chi opera nel Terzo Settore, i problemi saranno gli stessi evidenziati oggi. A fronte di ciò, un 38% vede delinearsi una società fortemente impegnata a risolvere queste emergenze e una quota del 23,9% si arrende alla visione più pessimistica di una società sempre più ripiegata su sé stessa. Quasi la metà (48%) ritiene che il Terzo Settore saprà rispondere alle esigenze degli italiani anche laddove le istituzioni non riusciranno ad arrivare ed avrà un ruolo fondamentale e socialmente riconosciuto per uscire dalla crisi (39,4%). Chi opera nelle ONP pensa poi che, per rispondere adeguatamente ai bisogni, sarà sempre più necessario e importante fare squadra con le istituzioni (22,5%) e sarà indispensabile organizzarsi con realtà di secondo livello per fare lobbying (24%) e aumentare la propria rilevanza ed efficacia.
Sulla raccolta fondi, due visioni a confronto: per il 35,2% delle associazioni caleranno, per il 23,9% cresceranno.
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