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Le innovazioni di 10 smart city africane

Città che uniscono tecnologia, sostenibilità e crescita richiamando investimenti in tutto il continente
21 Luglio 2025 |
Giulia Galliano Sacchetto

Secondo dati e previsioni oltre il 60% della popolazione africana vivrà in aree urbane entro il 2050. Una crescita che rischia di aggravare povertà, emissioni e disuguaglianze. In questo quadro le città intelligenti possono giocare un ruolo decisivo. E le previsioni per il mercato delle smart city africane parlano chiaro: valore di 1,5 miliardi di dollari entro il 2025 e tasso di crescita annuo del 12% fino al 2029.

10 smart city africane che stanno cambiando il continente

Vision City è il più grande sviluppo residenziale smart di Kigali, in Ruanda, progettato per ospitare oltre 22mila abitanti. Nel 2025 integrerà sistemi di smart metering, indirizzamento digitale, gestione rifiuti basata su IoT e pannelli solari in tutte le abitazioni. Gli spazi pubblici saranno dotati di illuminazione intelligente e sorveglianza IA per garantire sicurezza e inclusione digitale, sostenuta da politiche urbane governative.

Konza Technopolis, nota come la “Silicon Savannah” del Kenya, è situata a 60 km da Nairobi è ospiterà aziende tech, università, data center e un distretto smart di affari. Nel 2025 la Fase 1 sarà completamente operativa con mobilità intelligente, sistemi automatizzati per la gestione dei rifiuti, centri di comando centralizzati e servizi urbani in cloud. Konza ha già attratto investimenti per 1,3 miliardi di dollari ed è la casa di oltre 50 startup e multinazionali tech.

Modderfontein New City si sviluppa a est di Johannesburg come polo economico ad alta tecnologia. Nel 2025 il parco tecnologico, i centri di ricerca sull’intelligenza artificiale e il sistema di trasporti intelligente sono diventati pienamente operativi. L’infrastruttura a fibra ottica, le aree a zooning smart e i registri fondiari basati su blockchain fanno di Modderfontein un modello di smart city in Africa che punta a ospitare oltre 100mila abitanti e creare più di 30mila posti di lavoro entro il 2030.

Menlyn Maine è considerata la prima “Green City” d’Africa ed è situata a Pretoria. Si tratta di un quartiere che integra sistemi intelligenti per energia, trasporti e gestione dati, con edifici gestiti da sistemi energetici assistiti da IA, impianti di trasformazione rifiuti-energia e sistemi smart per il riutilizzo dell’acqua. Nel 2025, le iniziative di smart mobility includono stazioni di ricarica per veicoli elettrici e integrazione di servizi di car sharing, riducendo del 18% l’uso delle auto private. Una dimostrazione pratica di come la riqualificazione digitale delle città esistenti possa portare risultati rapidi e concreti.

Hope City, in Ghana, ha avuto un forte sviluppo nell’ultimo anno, grazie a nuove partnership focalizzate su tecnologie verdi e infrastrutture per il lavoro da remoto. Progettata come una città verticale con le torri più alte d’Africa, Hope City è ora un campus tecnologico a uso misto dedicato alle startup, dotato di connettività 5G, transazioni immobiliari basate su blockchain e gestione urbana integrata con intelligenza artificiale.

Costruita su terreno bonificato lungo la costa di Lagos, Eko Atlantic è una delle smart city più ambiziose d’Africa, progettata per ospitare 250mila residenti e 150mila pendolari. Il progetto vanta un’autonoma rete energetica, infrastrutture ICT interrate, sistemi idrici digitalizzati e una rete elettrica indipendente. Nel 2025, Eko Atlantic applicherà protocolli smart avanzati, tra cui il controllo del traffico in tempo reale, la gestione delle utenze tramite app e un sistema di identità digitale sicura.

Appolonia City è il più grande progetto di smart city pianificata in Ghana, che integra aree residenziali, commerciali e industriali leggere, supportate da infrastrutture moderne come strade asfaltate, illuminazione solare e sistemi avanzati di gestione dei rifiuti. Nel 2025, Appolonia implementerà un sistema digitale di registrazione delle proprietà e contatori energetici IoT per ridurre la corruzione e migliorare l’efficienza dei servizi.

Centenary City si presenta come la risposta nigeriana a Dubai e Singapore: è un ambizioso progetto di smart city sviluppato su circa 1.260 ettari a sud-ovest di Abuja. Nonostante i ritardi e l’attuale stallo con appena il 7% delle infrastrutture fondamentali realizzate dopo dieci anni, il progetto punta a dotare la città di sistemi avanzati come smart grids, governance IA-based, accesso biometrico, sorveglianza via droni e servizi digitali completi.

Tatu City, situata a circa 20 km da Nairobi, si estende su circa 20,23 chilometri quadrati ed è operativa dal 2011 come Zona Economica Speciale (SEZ). Oggi conta oltre 90 aziende e 15mila lavoratori, con circa 5mila residenti tra scuole internazionali, strutture sanitarie, abitazioni e aree industriali integrate. Finora sono stati investiti circa 200 milioni di dollari in infrastrutture (strade asfaltate, fibra ottica, rete idrica ed elettrica propria) e il progetto, una volta completato, punta a contribuire con 1,5 miliardi di dollari all’anno al PIL nazionale.

Kigali Innovation City (KIC) è uno dei progetti più ambiziosi nel panorama delle smart cities in Africa, pensato per trasformare il Ruanda in un hub tecnologico regionale. Con il supporto di Africa 50, BADEA e del Governo ruandese, KIC punta ad attrarre fino a 2 miliardi di dollari in investimenti privati, generando fino a 50mila nuovi posti di lavoro e promuovendo una pianificazione urbana avanzata basata su energia verde, edilizia intelligente, connettività digitale e mobilità sostenibile. Un modello scalabile per il futuro urbano del continente.

Questi esempi di smart city africane rendono bene l’idea dello sviluppo urbano che attende l’Africa nei prossimi anni. Una crescita che dovrà però necessariamente tenere conto del delicato contesto ambientale del continente fatto di habitat e di specie, animali e vegetali, fragili e perennemente a rischio, che potrebbero essere travolti da uno sviluppo incontrollato. E in quel caso le smart city non sarebbero fonte di innovazione ma di distruzione.


Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.