Green Economy, Italia in bilico tra progressi e resistenze
La relazione sullo stato della green economy 2025 mette in evidenza luci ed ombre della transizione verde italiana. Il nostro paese ottiene buoni risultati in economia circolare ma fatica in settori come energia, clima e mobilità. L’aumento delle temperature in Italia procede al doppio della media mondiale, confermando la vulnerabilità del Paese. E proprio per questo servono misure forti e urgenti. Analizziamo i principali settori in cui è necessario un cambio di passo.
Emissioni, energia e mobilità: le criticità italiane
Dal 1990 al 2024, le emissioni di gas serra in Italia sono diminuite del 28%, ma il taglio del solo 2024 è stato del 2%, quattro volte inferiore rispetto al 2023. Per rispettare l’obiettivo del -43% al 2030, servirà un’ulteriore riduzione del 15% nei prossimi sei anni. Inoltre, il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con oltre 3.600 eventi climatici estremi registrati, un dato quadruplicato rispetto al 2018 (fonte Ispra).
Per quanto riguarda l’energia, dal 2005 al 2024, i consumi per unità di Pil si sono ridotti del 28%; nel solo 2024 la produzione elettrica da fonti rinnovabili è stata pari al 49% della generazione nazionale. Un risultato coerente con il target Pniec del 70% al 2030, ma minacciato da un rallentamento delle nuove installazioni: nel primo semestre 2025, infatti, eolico e fotovoltaico sono calati del 17% rispetto al 2024, complice la fine del superbonus e le restrizioni introdotte da alcune Regioni.
Altra nota dolente è la mobilità. L’Italia conta infatti 701 auto ogni 1000 abitanti, detenendo il primato europeo per densità di veicoli. Nel 2024, la produzione nazionale di automobili ha rappresentato il 2,1% della produzione europea. Ma la quota di auto elettriche sulle nuove immatricolazioni è scesa dal 8,6% al 7,6%, contro una media Ue del 22,7%. Il parco auto italiano resta così alimentato per l’82,5% da benzina e diesel.
Spostando lo sguardo all’agricoltura e al consumo di suolo emergono dati non incoraggianti: tra il 1980 e il 2023 l’agricoltura italiana ha contato, infatti, 135 miliardi di euro di danni dovuti a eventi climatici estremi. Le superfici agricole biologiche e in conversione nel 2024 sono salite al 20,2% della Sau (Superficie agricola utilizzata), +81% rispetto al 2014 (Ismea). Sicilia, Puglia e Toscana concentrano il 38% della superficie bio nazionale. Eppure, il consumo di suolo continua a crescere: 78,5 km² nel 2024, il valore più alto degli ultimi 12 anni. E così non sorprende che le città restino esposte agli impatti climatici: nel 2024, il 90,6%, infatti, della popolazione urbana ha sperimentato temperature medie estive oltre i 40 gradi.
Economia circolare e futuro della green economy italiana
L’unico settore in cui l’Italia si conferma come capofila è l’economia circolare, pur importando il 46,6% dei materiali che utilizza. La produttività delle risorse è cresciuta del 32% dal 2020 al 2024; il tasso di riciclo dei rifiuti ha raggiunto l’86%, e quello degli imballaggi il 75,6%. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali è pari al 20,8%, più del doppio della media Ue. Tuttavia, il mercato delle materie prime seconde, soprattutto della plastica riciclata, resta in crisi, con effetti potenzialmente negativi sulla filiera della raccolta differenziata.
Gli elementi per fare bene, insomma, ci sono. La transizione verde ha già prodotto risultati concreti: -37% di emissioni dal 1990 al 2023, 47% di energia elettrica da rinnovabili, e benefici crescenti in termini di risparmio e competitività (fonte Agenzia europea dell’ambiente, 2025). In più, l’85% dei cittadini europei considera il cambiamento climatico un problema grave (fonte Eurobarometro, giugno 2025). È tempo, dunque, di fare gli ultimi decisivi passi per non trasformare la green economy in un gigantesco “vorrei, ma non posso”. Questo dando per scontato che i cittadini, soprattutto quella maggioranza dell’85%, siano veramente preoccupati per il cambiamento climatico e dunque disposti anche a cambiare abitudini pur di contrastarlo. Perché gli ecologisti da divano servono a poco.

