Nel 2014, poco prima della riorganizzazione portata dal Jobs Act, (con la nascita delle due Agenzie autonome – Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) ) il Ministero aveva già avviato un percorso di innovazione e trasformazione digitale, nell’ottica del passaggio da infrastrutture e applicazioni legacy a soluzioni più flessibili, efficienti e moderne, con i due data center di Roma e Reggio Calabria che sono stati il fulcro per l’obiettivo di costruire un’architettura resiliente e scalabile, grazie all’iperconvergenza e al ricorso ad applicazioni cloud native, ovviamente senza dimenticare di puntare all’alta affidabilità e all’implementazione di procedure di disaster recovery.
“Quando è nata l’idea di costruire una soluzione iperconvergente”, dice Daniele Lunetta, Dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “ci siamo dovuti confrontare con il mondo del cloud e con le sue molteplici sfaccettature: una configurazione di private cloud, aperta anche al public, che avesse un impatto positivo sull’erogazione dei servizi ma anche sui costi di gestione”. Dopo un’analisi rapida ma approfondita il Ministero ha optato per la tecnologia Nutanix. “Tra tutte le alternative” dichiara Lunetta, “quella offerta ci garantiva minori costi aggiuntivi, grazie alla presenza di un hypervisor già incluso nella soluzione e alla possibilità di continuare a utilizzare anche i sistemi precedenti. Pur avendo scelto di acquistare nuove macchine, abbiamo riconosciuto nel software il vero valore aggiunto della tecnologia”.
La flessibilità delle architetture iperconvergenti viene messa alla prova durante la pandemia: lo smart working viene gradualmente (ad agosto 2020 già tutti i dirigenti del Ministero potevano accedere ai loro desktop da qualsiasi luogo e device) ma rapidamente (4 mesi dalla consegna a quando i primi utenti hanno avuto a disposizione i servizi VDI) esteso a tutti i 1.000 dipendenti. Il risultato è anche una drastica diminuzione dello spazio (circa il 25% in meno) e il taglio dei costi energetici (35%).
Ma il Ministero continua a puntare sull’iperconvergenza anche per il rinnovamento dello strato di middleware (in particolare gli ambienti open data) e gli ambienti SOA (Service Oriented Architecture), che grazie alla tecnologia Nutanix Karbon, possono contare sulla containerizzazione e sullo sviluppo di microservizi.
“Anche sul fronte dei big data”, conclude Lunetta, “stiamo proseguendo nella trasformazione dell’infrastruttura, entro la fine del 2021 tutte le attività di gestione e analisi dati saranno migrate da cloud pubblico a cloud privato su architetture iperconvergenti”.
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