La città dell’Aia ha emesso un’ordinanza locale che vieta la pubblicità di combustibili fossili e di altri servizi altamente inquinanti in città, diventando la prima città al mondo ad adottare un provvedimento del genere: anche Amsterdam, Edimburgo e Sydney hanno adottato misure simili che però si applicano attraverso modifiche ai contratti con le aziende pubblicitarie, anziché attraverso una legge locale.
In effetti, quando si parla di sostenibilità, i Paesi Bassi sono uno degli esempi più citati. Possiedono, infatti, uno dei sistemi di trasporto più avanzati al mondo, soprattutto in ambito urbano. Le biciclette sono molto utilizzate nelle città olandesi e le infrastrutture ad esse dedicate sono onnipresenti. Ciò si traduce in un’elevata sicurezza, perché i ciclisti sono adeguatamente protetti sulla strada, in un elevato traffico di biciclette che occupano molto meno spazio rispetto alle automobili e in emissioni ridotte. Il Paese è anche tra i migliori per quanto riguarda la penetrazione delle auto elettriche, con poco meno della metà dei nuovi veicoli elettrici – in ritardo solo rispetto ai Paesi nordici nell’elettrificazione delle automobili.
Eppure i Paesi Bassi sono in ritardo rispetto ai paesi più importanti in termini di emissioni pro capite: infatti, nonostante l’uso massiccio di biciclette e veicoli elettrici, ogni olandese emette circa il 50% in più di CO2 rispetto ai cittadini del Regno Unito, della Danimarca e della Svezia. Una situazione che deriva principalmente dal sistema energetico olandese, dove gran parte delle rete elettrica si basa ancora su gas fossile e carbone, a differenza del Regno Unito e della Danimarca che si affidano all’eolico e della Svezia che punta sull’idroelettrico.
I Paesi Bassi utilizzano il gas fossile anche per il riscaldamento domestico e sono uno dei Paesi più dipendenti dal gas in Europa, con oltre il 90% delle abitazioni che lo utilizzano per il riscaldamento. Questo ha influito anche sulla sicurezza energetica dei Paesi Bassi durante la crisi del gas a livello continentale dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina.
Che cosa prevede l’ordinanza restrittiva sulla pubblicità dei combustibili fossili
Uno degli aspetti più interessanti dell’ordinanza è il fatto che riguarda non solo le compagnie petrolifere in senso stretto ma anche servizi altamente inquinanti come le vacanze in aereo e in crociera, i fornitori di gas fossile e, soprattutto, i veicoli a benzina. Il provvedimento si applicherà principalmente alla pubblicità esterna sotto forma di cartelloni, display in aree pedonali all’aperto, annunci su e all’interno dei mezzi di trasporto e così via.
Il divieto si basa su una precedente mozione per vietare la pubblicità dei combustibili fossili sulle pensiline degli autobus, che aveva ottenuto un ampio sostegno da parte dei rappresentanti dei Verdi, dei Laburisti, dei Socialisti, del partito centrista di minoranza Denk, del partito progressista pro-Europa Democrats 66 e dell’Unione Cristiana di centro-destra.
Il provvedimento entrerà in vigore il prossimo primo gennaio ed è in linea con l’intenzione espressa dall’amministrazione di rendere l’Aia climaticamente neutrale entro il 2030. La speranza è che la riduzione della pubblicità dei combustibili fossili spinga un maggior numero di persone ad installare un impianto solare domestico o a sostituire il proprio sistema di riscaldamento a gas fossile con una pompa di calore più efficiente.
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