Auto elettriche, arriva la ricarica da marciapiede

Chi ha, o vorrebbe, un’auto elettrica sa bene che la ricarica è uno dei problemi principali, soprattutto nelle grandi città dove non tutti hanno un box in cui installare un caricatore personale. Infatti, nonostante sia un aumento il numero di colonnine la sensazione è che non bastino mai, vuoi per l’estensione degli spazi urbani, vuoi per le auto termiche troppo spesso parcheggiate negli stalli adibiti a punti di ricarica. In tal senso dall’azienda tedesca Rheinmetall arriva un sistema che promette decisamente bene: la ricarica da marciapiede.
La ricarica da marciapiede che risolve problemi di spazio e affidabilità
L’azienda Rheinmetall ha testato il sistema a Colonia per un anno, riportando risultati incoraggianti: 2.800 ricariche effettuate, un consumo medio di 19 kWh per ciclo e un’autonomia di circa 120 km per ogni ricarica.
La ricarica da marciapiede, chiamata anche “curb charging”, si distingue per la sua semplicità ed efficienza: i conducenti possono parcheggiare l’auto, collegare il cavo a una presa integrata nei cordoli stradali e proseguire con le loro attività mentre il veicolo si ricarica. Questo approccio riduce notevolmente l’ingombro delle tradizionali colonnine di ricarica, liberando spazio prezioso sui marciapiedi e migliorando l’estetica urbana.
Con un peso di circa 80 kg per modulo, i dispositivi di ricarica si integrano perfettamente nell’arredo urbano esistente. Inoltre, la struttura modulare non solo facilita la manutenzione, ma garantisce anche una maggiore resistenza contro atti vandalici e condizioni meteorologiche avverse. Durante la fase di test, il sistema ha raggiunto una disponibilità del 99%, dimostrando la sua affidabilità e robustezza. Un dato che fa ben sperare, soprattutto in un paese come l’Italia in cui le colonnine molto spesso o non funzionano o vengono danneggiate.
La sperimentazione tedesca è piaciuta sia agli utenti, che ritengono la ricarica da marciapiede un’ottima risposta alle esigenze delle aree urbane ad alta densità, sia alle PA, per le quali questo sistema rappresenta un’alternativa pratica e meno invasiva rispetto alle infrastrutture tradizionali, spesso considerate ingombranti e difficili da gestire. Rimangono da perfezionare ancora alcuni ma la produzione su larga scala è già iniziata.