Avete presente la scena del film Harry Potter e la Camera dei Segreti in cui il protagonista e il suo amico Ron decollano con un’auto volante davanti alla stazione di King’s Cross a Londra? In quell’occasione Harry fa notare al suo compagno di avventure come i non-maghi non siano abituati a vedere delle automobili volanti. Ma le cose potrebbero cambiare rapidamente nei prossimi anni: quello della mobilità aerea urbana (Uam, Urban Air Mobility) è infatti un settore in pieno sviluppo, con un mercato destinato a crescere esponenzialmente.
Con l’acronimo Uam si intendono tutti quei mezzi di trasporto pensati per spostamenti aerei a cortissimo raggio (inferiore a 50 km) e a bassa quota (al di sotto dei 1.500 metri da terra) in ambito urbano ed extra-urbano. Si tratta di soluzioni innovative per la smart mobility che prevedono l’impiego di tecnologie silenziose, pulite e sicure: sono le cosiddette soluzioni VTOL (Vertical Take-Off and Landing) a basso impatto sonoro. Attualmente il settore si sta sviluppando attorno a diverse direttrici: sono in fase di studio e test soluzioni a guida umana, ma anche tecnologie che permettono la guida pilotata a distanza sia a vista del pilota (VLoS, Visual Line of Sight) che fuori dal suo campo visivo (BVLoS, Beyond Visual Line of Sight).
Va detto che in alcune grandi città come Los Angeles, New York, Tokyo, San Paolo del Brasile o Città del Messico sono disponibili già da diverso tempo servizi di taxi elicottero, o elitaxi. Ma si tratta di soluzioni caratterizzate da costi elevati, forti rumori e alto consumo di risorse. Proprio qui sta la differenza con la Uam, che si pone, invece, l’obiettivo di adottare motori elettrici montati su veicoli all’avanguardia in grado di trasportare pochi passeggeri, a prezzi non molto diversi da quelli di un ordinario taxi, e soprattutto di arrivare praticamente ovunque.
Tra le diverse possibilità di mobilità aerea urbana figurano gli aerotaxi o taxi volanti, veicoli a decollo e atterraggio verticale in grado di effettuare brevi e frequenti spostamenti in ambito urbano, trasportando un piccolo numero di passeggeri. Ma anche velivoli addetti al supporto ai servizi di emergenza, al trasporto di sangue e organi, al monitoraggio del traffico o delle infrastrutture e alla sicurezza pubblica. Senza dimenticare il trasporto di merci, che è stato il primo settore a essere esplorato e testato con droni utilizzati per la consegna dei pacchi, il cosiddetto “Urban goods delivery” (Ugd). Il gigante globale dell’e-commerce Amazon metterà in funzione il servizio Prime Air anche in Italia entro la fine dell’anno.
L’utilizzo di motori elettrici rende la mobilità aerea urbana un’alleata preziosa nei processi di decarbonizzazione dei trasporti cittadini e sviluppo di tecnologie innovative, in direzione di una futura “democratizzazione” degli spostamenti aerei urbani: i nuovi veicoli infatti, almeno nelle intenzioni di chi li promuove, dovranno essere sempre più accessibili. Basti pensare, infatti, che le previsioni stimano che entro il 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà in grandi agglomerati urbani: una percentuale destinata a crescere ancora e a raggiungere i tre quarti di tutti gli abitanti del pianeta entro il 2050. Questo incremento porterà le megalopoli ad emettere il 70% dei gas serra e a consumare i due terzi delle energie globali. Se si considera poi che, già oggi, circa la metà della superficie pubblica nelle città è occupata in media da strade, si capisce l’importanza che può avere la mobilità aerea urbana. Attualmente, infatti, i mezzi di trasporto su strada sono responsabili del 30% delle emissioni di gas serra dell’intera Unione Europea; inoltre, diversi studi hanno rilevato una diminuzione della velocità media di percorrenza urbana in auto e una crescita delle ore passate nel traffico. Sempre rimanendo nell’Ue, i costi attuali legati alla congestione stradale sono calcolati nell’ordine dei 100 miliardi di euro all’anno, e si stima che triplicheranno entro i prossimi venti anni. Uno scenario in cui la Uam può giocare un ruolo importante, migliorando non solo lo stato di salute degli ambienti cittadini, ma anche allargando il raggio degli spostamenti, in un modo non così diverso da quanto fatto dall’automobile rispetto ai viaggi a cavallo ad inizio novecento. Per fare un esempio, si stima che se un’auto impiega 40 minuti per percorrere 20 km in uscita da un centro urbano come Parigi, un aerotaxi potrebbe nello stesso tempo percorrere 150 km.
La nuova forma di mobilità sembra essere accolta con favore dai cittadini dell’Ue. Nel 2021, l’Agenzia per la sicurezza aerea dell’Unione Europea (Easa) ha pubblicato i risultati di uno studio, il cui obiettivo era quello di tracciare un quadro delle opinioni dei cittadini europei a proposito della mobilità aerea urbana. Lo studio è basato su un sondaggio che è stato indirizzato alle Autorità dell’aviazione civile degli Stati membri (tra cui l’italiana Enac), e ha coinvolto circa 4000 cittadini di 5 città europee (Amburgo, Parigi, Barcellona, Milano, Budapest), più la regione di Oresund, nell’area transfrontaliera danese-svedese. La maggior parte degli interpellati si dichiara favorevole a queste nuove tecnologie: l’83% ha, infatti, mostrato un’attitudine molto positiva (29%) o almeno piuttosto positiva (54%). Una maggioranza netta e senza particolari differenze tra le diverse aree geografiche, di oltre 4 volte superiore alla somma di chi invece ha dichiarato di avere un’attitudine piuttosto negativa (14%) o molto negativa (3%). Ma l’attitudine positiva riguarda anche l’utilizzo di queste nuove tecnologie: il 64% degli intervistati si è detto interessato ad usare i servizi di drone delivery, mentre il 49% sarebbe interessato ad usare anche i servizi di Air taxi (il 43% userebbe volentieri entrambi, mentre il 71% dichiara che utilizzerebbe almeno uno dei due servizi). In generale, l’uso della mobilità aerea urbana viene associato soprattutto a casi di emergenza o alle consegne via drone: nella top 5 delle situazioni in cui la Uam sarebbe più utile si trovano infatti: il trasporto di persone infortunate in ospedale (41%); il trasporto di forniture mediche agli ospedali via drone (41%); il trasporto di emergenza di personale medico (36%); la gestione dei disastri grazie all’uso di droni (28%) e il trasporto su lunga distanza di carichi pesanti a mezzo drone (25%). Oltre al miglioramento dei tempi di risposta in caso di emergenza (71%), gli interpellati dal sondaggio individuano come altri possibili benefici della Uam la riduzione del traffico (51%) e delle emissioni locali (48%), una migliore connessione delle aree isolate (41%) e la creazione di nuovi posti di lavoro (32%).
I cittadini interpellati dal sondaggio evidenziano anche alcune preoccupazioni, come quelle legate alla sostenibilità ambientale, l’inquinamento aereo e l’impatto negativo su uccelli ed insetti con conseguenti rischi per la biodiversità; e preoccupazioni legate all’inquinamento acustico e alla perdita di posti di lavoro nell’indotto legato alle modalità di trasporto tradizionali. Ma i timori più diffusi riguardano la sicurezza dei velivoli, di chi li utilizza e di chi abita in città. Molto dipende dalla regolamentazione delle nuove modalità di spostamento: l’Easa (Agenzia per la sicurezza aerea dell’Unione Europea), nel 2022, ha pubblicato la prima guida per la progettazione dei vertiporti, ovvero spazi in cui i veicoli VTOL (o eVTOL se elettrici) possono atterrare, decollare, ma anche essere ricaricati e riposti quando non in uso. Attorno a queste strutture dovrà esserci uno spazio di rispetto libero da ostacoli, come già avviene per alcune categorie di aeroporti. Nel caso dell’Italia, dove molte città sono antiche e il consumo di suolo enorme, sarà di fondamentale importanza dunque realizzare i vertiporti riadattando aree in disuso, anziché crearne di nuove da zero. I vertiporti dovranno essere facilmente accessibili, con buoni servizi di collegamento a strade e sistemi di trasporto pubblico, e potranno essere realizzati a terra, ma anche sul tetto di edifici o su piattaforme galleggianti. Da un punto di vista tecnico i VTOL potranno essere certificati in due categorie: Basic o Enhanced. La categoria Enhanced ha standard di sicurezza più elevati ed è richiesta per i voli nei cieli urbani, più o meno affollati, o per il trasporto aereo commerciale di passeggeri. La categoria Basic ha invece obiettivi di sicurezza inferiori che dipendono dal numero di passeggeri trasportati. Ogni categoria di mezzi dovrà essere progettata per essere sicura anche in caso di eventi gravi, come guasti al motore. Eventualità in cui la norma europea prevede che i veicoli possano continuare il volo ed eseguire l’atterraggio in sicurezza, anche perché un atterraggio di emergenza in aree congestionate potrebbe non essere possibile. I mezzi che si muoveranno in aree non congestionate avranno più opzioni disponibili per eseguire un atterraggio di emergenza, e lo potranno effettuare anche all’esterno di un vertiporto ma sempre in modo controllato.
Sulla mobilità aerea urbana punta forte l’Unione Europea che mira a fare degli aeromobili senza equipaggio a bordo (Uas) il perno degli spostamenti del futuro. L’obiettivo fissato dall’Europa è che i droni diventino, entro il 2030, una parte integrante della nostra vita quotidiana. Questo richiederà un’integrazione sinergica con i servizi esistenti, per creare una rete flessibile e capillare sul territorio. Nel settembre 2023 il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha adottato all’unanimità il parere TEN/792 sulla “Strategia Droni 2.0” della Commissione Europea. Due sono i fattori chiave che sono emersi: la necessità di costruire un mercato dei servizi di droni a livello dell’Unione Europea, rafforzando le capacità e le sinergie tra l’industria europea civile, della sicurezza e della difesa, e la necessità di garantire un elevato livello di sicurezza tecnologica dei droni. Va, infatti, considerato che oggi il numero di droni é tutto sommato ridotto e la maggior parte di essi è controllata da una persona a terra che vede il mezzo (VLOS) e vigila su eventuale altro traffico aereo nelle vicinanze, composto sia da altri droni che da aeromobili “tradizionali” a cui deve dare precedenza. Questo tipo di controllo non è attuabile in presenza di un numero elevato di velivoli. E qui, come diceva Antonio Lubrano, una domanda sorge spontanea: come fare dunque a garantire la sicurezza e controllare i numerosi velivoli che, secondo le previsioni, in tempi non lunghissimi, potrebbero solcare i cieli? La risposta sta nei sistemi Utm (Unmanned traffic management), ovvero sistemi di gestione del traffico aereo senza pilota. Più nel dettaglio un sistema Utm può essere definito come un insieme di metodi, processi e strumenti con cui coordinare il traffico aereo degli aeromobili senza equipaggio con quello degli aeromobili con equipaggio. Il sistema crea una serie di processi e strumenti che consentono la circolazione dei droni nel modo più automatizzato e sicuro possibile nelle aree in cui è necessario il coordinamento, sia con altri droni sia con il traffico aereo (ATC – Air Traffic Control) che con altre autorità. Un sistema Utm deve dunque consentire il coordinamento dell’autorità aerea del Paese, che avvierà in tempo reale le restrizioni per gli operatori di droni che saranno responsabili del loro rispetto. Ulteriore obiettivo, inoltre, è quello di evitare di saturare l’autorità aerea con un gran numero di richieste sia di informazioni che di permessi: il sistema Utm dovrà dunque essere in grado di automatizzare questo tipo di attività con gli operatori. Nel 2017 l’Ue ha lanciato il progetto U-Space che prevede, per l’appunto, la realizzazione di un sistema Utm. Il progetto prevede un’introduzione graduale di procedure e di un insieme di servizi progettati per supportare un accesso sicuro, efficiente e protetto allo spazio aereo. Tali servizi e procedure si basano su un alto livello di digitalizzazione e automazione delle funzioni, sia che si trovino a bordo del drone stesso, sia che facciano parte dell’ambiente terrestre. Il sistema U-Space sarà quindi in grado di garantire il buon funzionamento dei droni in tutti gli ambienti operativi e in tutti i tipi di spazio aereo. Diversi sono gli obiettivi del progetto U-Space per quanto riguarda i droni: evitare collisioni tra aerei senza equipaggio e con equipaggio; minimizzare il rischio per persone e cose a terra; facilitare l’ordinato svolgimento dei voli senza equipaggio; fornire le informazioni necessarie per operazioni di volo sicure; informare le autorità competenti quando un drone rappresenta un pericolo per altri aeromobili o persone a terra a causa di un disastro; garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza, privacy e ambiente degli Stati membri.
Sono quattro gli elementi costitutivi di U-Space che dovranno essere tenuti in considerazione in ogni area in cui il progetto verrà attuato. Il primo è l’identificazione della rete, per poter tracciare tutto il traffico aereo con e senza equipaggio. Ad ogni aeromobile verrà assegnato il proprio codice univoco, continuamente comunicato ai sistemi U-Space tramite la tecnologia di rete wireless. Tramite l’identificazione della rete tutti i voli dei droni che verranno eseguiti in qualsiasi momento potranno essere monitorati a distanza, in modo che gli altri velivoli possano tenerne conto nelle loro operazioni di volo. Il secondo elemento è la geo-consapevolezza, che dovrà garantire che i droni non volino in luoghi interdetti. I veicoli dovranno cioè adeguare la loro traiettoria di volo quando necessario sulla base sia delle informazioni sullo spazio aereo sia di quelle sulle zone accessibili ai droni comunicate dagli Stati membri. Il terzo principio riguarda le informazioni aggiornate sul traffico aereo, essenziali per evitare conflitti di traiettoria con aeromobili con equipaggio. A tal fine, tutti i sistemi con equipaggio dovranno rivelare continuamente la loro posizione e direzione di volo al fornitore di servizi U-Space per quell’area, che le inoltrerà a tutti i droni presenti nello stesso spazio aereo. Infine, l’ultimo elemento è l’autorizzazione al volo Uas: un drone potrà prendere il volo solo se il sistema lo avrà approvato, sulla base dei dati aggiornati del traffico aereo, delle posizioni di altri aeromobili e del piano di volo presentato. Come ulteriore misura di sicurezza, i droni potranno essere dotati di sensori che permettano di evitare ostacoli improvvisi, sia a terra che in cielo, un po’ sulla falsariga dei sensori delle automobili che si attivano se l’auto esce dalla corsia o qualcosa attraversa improvvisamente la strada.
Nell’attuazione del progetto U-Space giocheranno un ruolo importante anche gli Ussp (U-Space Service Provider), ovvero fornitori di servizi U-Space. Ognuno di essi dovrà offre tutte e quattro le funzionalità sopra menzionate (identificazione della rete, geo-awareness, informazioni sul traffico aereo e autorizzazione al volo). I vari Ussp manterranno i contatti tra loro e con il servizio di informazione comune (CIS) attraverso protocolli di comunicazione aperti. Non è da escludere che in futuro anche giganti come Google o Amazon potranno diventare degli Ussp, non fosse altro che per la grande quantità di dati che avrebbero a disposizione.
La mobilità aerea urbana in Italia
L’Italia è molto attiva nel settore della Uam. Attualmente nel nostro Paese è attivo lo Ussp D-Flight e, lo scorso dicembre, l’Enac ha pubblicato le linee guida per la definizione dei requisiti dello U-Space. Sono stati fatti ingenti investimenti e ci sono già diverse imprese attive nel settore. Tra queste c’è UrbanV, realtà fondata dagli Aeroporti di Roma Fiumicino, Gruppo SAVE, Aeroporto di Bologna e Aeroports de la Côte d’Azur che ha l’ambizioso obiettivo di lanciare i primi veicoli volanti già nel 2025. Innovazione Pa ne ha parlato con Massimiliano Pane, Head of Business Development & Finance dell’azienda.
Ci inquadra brevemente il settore della mobilità aerea urbana?
Si tratta di una nuova forma di mobilità innovativa e sostenibile: i veicoli infatti sono al 100% elettrici. In più sono dotati di standard di sicurezza molto elevati e sono molto silenziosi, quindi potranno volare anche in ambiente urbano. I progressi tecnologici collegati alla mobilità aerea urbana apporteranno numerosi benefici. I nuovi velivoli, ad esempio, non avranno bisogno di una pista per decollare e atterrare. Anche per questo le strutture che verranno realizzate per dare vita alla Uam non necessiteranno di molto spazio e saranno dunque facilmente integrabili nei centri urbani. Inoltre, i nuovi veicoli potranno decongestionare il traffico nelle città, riducendo così le emissioni di Co2 e le perdite di tempo. Ci sono diverse stime di enti e istituzioni finanziarie che dimostrano il potenziale della Uam e i grandi benefici economici che potrà avere. L’Easa, ad esempio, ha stimato in oltre 4 miliardi di euro al 2030 il valore di mercato in Europa della Uam e la creazione di più di 90mila posti di lavoro. Morgan Stanley, nel suo report, ha calcolato che il valore di mercato del settore raggiungerà i mille miliardi entro il 2040. In generale negli ultimi anni ci sono stati molti investimenti sulla Uam e sulle società che producono questi nuovi veicoli, molte delle quali sono quotate in borsa.
Qual è la situazione del mercato in Italia?
Il nostro paese è tra i più attivi al mondo nel settore della Uam. Ne è un esempio la nostra realtà, società fondata da quattro gestori aeroportuali, di cui tre italiani. Il nostro obiettivo è quello di disegnare, costruire e gestire le infrastrutture a terra, i cosiddetti vertiporti. Contemporaneamente le autorità regolatorie sono impegnate nella stesura di norme e regole di costruzione di queste infrastrutture, ma anche di definizione degli spazi aerei in cui le nuove macchine potranno volare. Quindi l’Italia può definirsi un paese all’avanguardia in questo settore, e con i progressi fatti in ambito regolatorio e di investimenti può essere un esempio per altri paesi.
Quali sono i principali progetti in corso di UrbanV: quali gli obiettivi e le vostre aspettative?
UrbanV ha soprattutto l’obiettivo di disegnare, progettare, costruire e gestire le infrastrutture per la mobilità aerea urbana. Al momento stiamo lavorando su quattro aree: Roma, Venezia, Bologna e Costa Azzurra. A Roma, che è il nostro primo progetto, puntiamo a realizzare le prime infrastrutture entro la fine del 2024, per iniziare l’operatività nel 2025. Per gli altri ci aspettiamo di poter iniziare a costruire i primi vertiporti in un lasso di tempo non troppo lungo.
Quali le criticità incontrate?
Bisogna dire che siamo in una fase in cui il settore si sta delineando, quindi la maggiore criticità riguarda l’integrazione delle nuove infrastrutture negli spazi cittadini: come accennavo prima si tratta di infrastrutture non particolarmente grandi, ma è necessario comunque individuare i luoghi più adatti ad ospitarle, e disegnarle in modo che si inseriscano in maniera armoniosa nel territorio.
In base alla vostra esperienza qual è l’atteggiamento di cittadini, imprese private e pubbliche amministrazioni rispetto alla mobilità aerea urbana?
Onestamente stiamo notando un grandissimo interesse e supporto da parte sia delle autorità pubbliche sia da parte di imprese private, anche perché si tratta di un modo di spostarsi che andrà a migliorare la vita dei cittadini. Inoltre, diverse imprese private considerano la possibilità di avere nei propri spazi un vertiporto un miglioramento delle proprie infrastrutture e un servizio in più da offrire ai dipendenti.
Tra le possibili criticità evidenziate della mobilità aerea urbana vi sono l’impatto ambientale e i costi del servizio… come rispondete?
L’obiettivo é migliorare la vita dei cittadini riducendo le emissioni; come detto prima stiamo immaginando infrastrutture sostenibili e pienamente integrate nel territorio, per cui si tratta di una nuova forma di mobilità che avrà un impatto positivo dal punto di vista dell’ambiente. Per ciò che riguarda il costo non ci attendiamo un servizio esclusivo: prevediamo che il costo sia abbastanza concorrenziale rispetto alle altre modalità di trasporto a terra, come i taxi o i noleggi con conducente; in futuro ci aspettiamo poi che il prezzo andrà via via a diminuire con il progresso tecnologico e l’aumento del numero di veicoli. Anche perché diverse società che li producono mostrano la loro efficienza economica: la tecnologia consente, infatti, di avere un buon risparmio di costi rispetto, ad esempio, ai tradizionali elicotteri. C’è quindi una riduzione sia dei costi di fabbricazione sia di quelli legati all’operatività perché la tecnologia elettrica è più efficiente rispetto a quella a combustione. E riteniamo che tutti questi aspetti potranno consentire agli operatori di fornire ai clienti dei prezzi abbastanza concorrenziali.
Fin qui UrbanV, ma ci sono diversi progetti in corso nel nostro Paese. Lo scorso anno è stata annunciata una partnership tra UmbraGroup, leader mondiale nella produzione di viti a sfera nel settore aeronautico e player di valore nell’aerospazio e difesa, e Supernal, realtà legata alla mobilità aerea avanzata, parte del gruppo coreano Hyundai Motor Company. Collaborazione volta allo sviluppo di un nuovo veicolo elettrico a decollo e atterraggio verticale.
Avioportolano, provider certificato per il servizio di informazione aeronautica AIS e popolare sito web italiano dedicato all’aviazione generale e sportiva, ha recentemente diffuso una newsletter dove annuncia il suo coinvolgimento in una serie di importanti iniziative per il futuro dell’aviazione. Tra queste, spiccano la Urban Air Mobility, il Programma Vertiflight Project e la mappatura e creazione di carte per le elisuperfici. Il Vertiflight Project avrà come obiettivo quello di mappare e cartografare l’intero panorama delle elisuperfici italiane, colmando il deficit informativo attuale ed entrando nel nuovo mondo delle infrastrutture dedicate alla Urban Air Mobility.
Un altro ambizioso progetto, voluto dal Comune di Milano e dalla Sea, la società aeroportuale di Milano Linate e Malpensa, è quello di avere taxi volanti a disposizione per le olimpiadi di Milano Cortina del 2026. L’obiettivo è coerente con le linee guida del Piano strategico nazionale di Enac, in cui si prevede la realizzazione di vertiporti nell’area metropolitana di Milano. Il Piano nazionale degli aeroporti riconosce infatti un “ruolo importante allo sviluppo della Urban Air Mobility, quale servizio innovativo e sostenibile per il futuro della mobilità aerea”. In totale, sono state individuate 17 aree. Oltre ai 2 siti aeroportuali, il network potrà essere costituito da 6 vertiporti in ambito regionale e 9 in ambito urbano. A Milano queste strutture saranno collocate nei due aeroporti, a Porta Romana (dove c’è il villaggio olimpico) e a City Life. I costi per un volo potrebbero aggirarsi intorno ai 150 euro dall’aeroporto al centro della città, ma in prospettiva potrebbero scendere fino a 80 euro.
La mobilità aerea urbana in Europa
Sono diversi i paesi europei che si sono interessati fin da subito alle opportunità offerte dalla mobilità aerea urbana. Germania, Olanda e Belgio hanno aderito all’iniziativa di partnership per l’innovazione per smart city e comunità (EIP-SCC), mentre la Francia ha optato per l’European Urban Air Mobility initiative, coordinata da Airbus, Eurocontrol e Easa.
Nel novembre del 2023, la compagnia cinese EHang, leader globale nel campo della mobilità aerea urbana, ha inaugurato un centro all’avanguardia in Spagna dedicato ai taxi aerei, situato all’interno dell’Aeroporto Internazionale di Lleida-Alguaire in Catalogna. Si tratta della prima struttura in Europa per aeromobili elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL) non pilotati, e sarà un punto di riferimento per l’integrazione di questi droni con le infrastrutture aeroportuali e i sistemi di gestione del traffico aereo: da qui decolleranno gli eVTOL EH216-S di EHang, i primi al mondo certificati per il trasporto passeggeri. Il centro include un vertiporto, che permetterà l’integrazione degli eVTOL con il terminal aeroportuale e amplierà la conoscenza nel campo, facilitando l’uso dei taxi aerei in più località.
In Francia, Parigi ha l’ambizioso obiettivo di essere la prima città europea ad offrire servizi di eVTOL di Volocopter e Groupe ADP. Il servizio dovrebbe essere realizzato in tempo per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024, come aggiunta al sistema di trasporto pubblico esistente. Groupe ADP e Volocopter collaborano per portare la Uam a Parigi già dal 2020: hanno condotto diversi test di volo con nuovi aerotaxi elettrici o eVTOL a Pontoise, riunendo tutti i regolatori e le parti interessate. Volocopter ha più di 10 anni di esperienza nello sviluppo di aeromobili elettrici ed è attualmente l’unica azienda eVTOL sulla buona strada per ottenere la certificazione nel 2024 dall’Easa. Gli aerotaxi elettrici sono certificati secondo gli stessi standard di sicurezza degli aerei di linea e creano sicurezza grazie a caratteristiche ridondanti dell’aeromobile che sono state testate in oltre 1.500 voli di prova.
In Germania, nel 2022, è partita l’Air mobility initiative (Ami), che include Airbus, Città di Ingolstadt, Deutsche Bahn, Deutsche Flugsicherung, Diehl Aerospace, Droniq, Aeroporto di Monaco, Croce Rossa e Telekom. L’Ami è sostenuta dalla regione della Baviera e dalla Repubblica Federale di Germania, e darà vita ad una serie di progetti di ricerca volti a rendere realtà la mobilità aerea urbana all’interno e tra le città. Tre sono le aree principali di ricerca: velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL), servizi di gestione del traffico senza pilota (Utm), integrazione tra aeroporti e città, compresi i vertiporti. In una prima fase verranno affrontati e studiati i prerequisiti tecnologici, infrastrutturali, legali e sociali per la futura implementazione del trasporto aereo avanzato; successivamente le conoscenze acquisite saranno testate con un progetto dimostrativo in condizioni reali con eVTOL. Sempre in Germania, nel 2018, aveva visto la luce un’altra partnership, tra Adac Luftrettung (una delle principali organizzazioni di soccorso medico elicotteristico in Europa) e la già citata Volocopter. L’obiettivo era quello di sviluppare eVTOL per servizi di soccorso. Attualmente si prevede l’introduzione di due aerei VoloCity, prodotti da Volocopter, nel servizio di soccorso medico d’urgenza (Smu) di Adac Luftrettung nel 2024. L’uso di questi veicoli non sostituirà quello di elicotteri di soccorso, ma servirà come complemento per fornire assistenza più rapida. Tra i vantaggi degli eVTOL ci sono infatti la velocità operativa e la capacità di carico superiore. Inoltre, Adac Luftrettung ha annunciato l’intenzione di acquistare altre 150 unità di eVTOL da Volocopter nel futuro, segnale di un impegno a lungo termine per l’innovazione nel settore del soccorso aereo.
Un altro progetto interessante è quello della casa automobilistica cinese Xpeng, specializzata in veicoli elettrici. Al Ces (Consumer electronics show) 2024 di Las Vegas l’azienda ha presentato l’Xpeng Aeroht. Non un drone ma una vera e propria auto, progettata utilizzando in larga parte la fibra di carbonio, dotata di numerose eliche, che possono essere ritratte all’interno della carrozzeria per permettere al velivolo di essere guidato anche su strada, come appunto una normale automobile.
Quello della mobilità aerea urbana è dunque un settore che promette sviluppi interessanti, dal punto di vista tecnologico ma anche socio-economico. Ma questa nuova modalità di trasporto dovrà necessariamente tenere conto anche dell’ambiente. E se da un lato potrà garantire minori emissioni e nessun uso di combustibili fossili, dall’altro non ci si dovrà dimenticare di tutte le altre creature che si spostano in aria: basti pensare, ad esempio, alle numerose rotte migratorie che passano sopra l’Italia e che potrebbero essere disturbate da una mala gestione delle nuove macchine volanti. Ma anche agli insetti, tra cui i tanto preziosi impollinatori, che vivono nelle città. Solo tenendo conto anche di questi aspetti la nuova mobilità aerea, urbana e non, potrà veramente essere un beneficio per tutti.
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