Che la tecnologia cloud abbia il potenziale per migliorare la qualità della fornitura di servizi, o di rafforzare i sistemi di sicurezza per renderli sempre più efficaci contro le minacce informatiche, o in generale per trasformare radicalmente le pratiche di lavoro, è una realtà, sia che si parli di ambito privato che di quello istituzionale e governativo. Da oltre un decennio, le opportunità offerte dal cloud sono già state ampiamente riconosciute infatti anche nel settore pubblico, ma la strada verso un modello di lavoro “smart” e collaborativo è ancora lunga.
Oggi più che mai, le nostre vite lavorative sono dominate da dispositivi e applicazioni tecnologiche: piattaforme di videoconferenza, applicazioni VoIP e social media, coesistenza e integrazione tra cellulari e telefonia fissa.
Si è diffusa una cultura della comunicazione veloce, della condivisione rapida dei documenti e della collaborazione tra dipartimenti, uffici, organizzazioni, tramite una singola piattaforma accessibile via Internet.
I nuovi modelli di lavoro (smart e remote working) abilitati dal cloud hanno facilitato la continuità dei processi operativi in tutti gli ambiti e fornito anche ai dipendenti pubblici maggiore flessibilità, generando un impatto positivo sulla sfera privata. Questa tecnologia è diventata l'ancora di salvezza per molti fornitori di servizi pubblici, assicurando comunicazioni coerenti e un supporto accessibile e sempre aggiornato tra organi di governo e i cittadini.
Cresce peraltro la richiesta di soluzioni che favoriscano l’accessibilità e la creazione di customer experience ottimizzate su una moltitudine di piattaforme e dispositivi e anche le istituzioni stanno facendo passi da gigante, ma la pandemia ha evidenziato importanti lacune e la necessità di predisporre miglioramenti imminenti.
Basti pensare alla carenza di infrastrutture davvero in grado di supportare l’integrazione e l’analisi dei dati e l'automazione dei processi, cruciali per aiutare le organizzazioni governative a prendere decisioni in linea con le strategie di comunicazione e capaci di creare un impatto positivo sui cittadini.
Nonostante le sfide suddette, la mancata integrazione di nuove tecnologie in sostituzione dei sistemi legacy e la carenza di competenze digitali avanzate, il cloud è diventato il collante che ha tenuto insieme il settore pubblico e favorito la diffusione della collaboration come modo di lavorare, ed è destinato a rappresentare una componente chiave anche nel futuro post-pandemia.
Le opportunità di crescita indotte dal cloud – più servizi per i cittadini e di migliore qualità, ma anche miglior equilibrio tra sfera privata e professionale per i dipendenti pubblici sono solo alcuni dei benefici che riteniamo possano nascere dalla diffusione di sistemi di comunicazione e collaborazione basati sul cloud.
Oggi le aziende di ogni tipologia possono accedere ad una telefonia di livello professionale con Cloudya di NFON, garantendo la continuità operativa ed il livello più alto di qualità del servizio in qualunque contesto.
Il tutto beneficiando peraltro dell’opportunità di attivare funzioni e pagare solo per ciò che si utilizza e quando lo si utilizza, dettaglio importante se pensiamo a come il perdurare della crisi sanitaria ponga ancora una volta l’accento sulla necessità – soprattutto per la PA – di contenere i costi e far quadrare il bilancio.
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