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Dal Rapporto Censis

Giunto alla 53ª edizione, interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase di eccezionale trasformazione facendo emergere le possibili risposte alle domande sottese
10 Marzo 2020 |
A cura della redazione

Tra le sempre puntuali analisi del Rapporto sulle diverse problematiche che attraversano la nostra società, tre sono quelle più connesse alla trattazione di Innovazione PA, alle quali sono dedicati altrettanti capitoli, da cui abbiamo ripreso i dati più indicativi.
“Soggetti economici dello sviluppo”. Dopo quattro anni di crescita debole, “se il 44,8% degli italiani prevede un futuro sereno per la propria famiglia, la percentuale scende al 21,5% con riferimento al destino del Paese”. Per fronteggiare la sostanziale inquietudine sul futuro, gli italiani suggeriscono di favorire gli investimenti privati con incentivi e sgravi fiscali per le imprese (64,9%), la riduzione degli impedimenti burocratici (17,2%), il rafforzamento degli investimenti pubblici (17,9%). Nell’innovazione tecnologica, l’Italia si colloca all’ottavo posto nel mondo, grazie alle nostre “grandi imprese che si occupano di energia, meccanica, farmaceutica e alta tecnologia di difesa e di aerospazio”, malgrado un rapporto di 71 brevetti europei per abitante, la metà della Francia e un terzo della Germania. Nell’economia del riciclo, infine, “Le performance di recupero del nostro Paese risultano generalmente in linea o al di sopra della media europea”: nel complesso si raggiunge una percentuale di riciclo del 68%; il 43% nelle materie plastiche e il 58% e nelle batterie.
“Comunicazione e media”. La diffusione dello smartphone “è passata da un timido 15% nel 2009 all’attuale 73,8%” (90,3% fino ai 44 anni): una “piccola mutazione antropologica” per la quale oltre la metà dei possessori controlla il telefono come primo gesto al mattino o ultima attività della sera. La “dieta mediatica” tradizionale (radio e televisione)
si è ridotta al 17,9% e, con una popolazione che per il 73% ha superato il digital divide; diete mediatiche più ricche (audiovisivi, a stampa e digitali) raggiungono ormai circa la metà dell’informazione. Facebook si posiziona con il suo 46 – 48% a fianco del 55% dei telegiornali come seconda “fonte”. L’Indice DESI di connettività che nel 2018 ci dava al 26° posto, ci colloca ora al 19°. La banda larga fissa copre il 99,8% delle abitazioni, quella larga è al 60,3%.
“Territorio e reti”. Stralciando lo stretto riferimento all’interazione digitale tra cittadini e PA, i risultati degli sforzi in essere sono ancora scoraggianti: nel 2018 solo il 24% dichiara di aver interagito per via telematica, “contro il 92% dei danesi, il 71% dei francesi, il 57% degli spagnoli. Il valore medio UE è 52%. Peggio di noi solo Bulgaria e Romania. Ma c’è un problema in più: il 33,6% della popolazione italiana dispone di competenze digitali basse o nulle”.


Innov@zione.PA è testimone dell’execution digitale che grazie all’ICT rinnova modelli e processi della Pubblica Amministrazione Centrale e Locale. Il bimestrale illustra il quadro della messa in opera delle tante iniziative, dalle più consolidate a quelle più di frontiera, che pur operando in autonomia, e spesso con quegli elementi contrastanti tipici delle fasi di cambiamento e facendo sempre i conti con risorse limitate, tendono all’obiettivo della crescita del Paese attraverso l’elemento imprescindibile della modernizzazione della PA.