La generazione Z si sta rendendo protagonista di un importante cambio di passo in tema di mobilità sostenibile: seconda una ricerca di Skuola.net, infatti, il 60% degli interpellati si dichiara attento a limitare le emissioni di CO2, scegliendo con cura i mezzi per gli spostamenti quotidiani. Inoltre, il 68% si dichiara disposto a cambiare le proprie abitudini, sfruttando il servizio pubblico (bus, tram, metropolitane, treni locali, etc.), utilizzando biciclette e monopattini, sperimentando altre forme di micromobilità elettrica (come, ad esempio, hoverboard, monowheel e simili), o spostandosi direttamente a piedi. Solo il 32%, dunque, continua a prediligere i classici veicoli a motore (automobili, moto e motocicli), come ospite o guidatore.
Eppure, guardando al futuro, il 61% degli interpellati ritiene che l’acquisto di un’automobile sarà una priorità, soprattutto se, nel frattempo, l’offerta di servizi alternativi non sarà adeguata alla richiesta. In effetti, il 23% del campione intervistato per la ricerca afferma che la decisione riguardo l’acquisto o meno di un’auto dipenderà dalla crescita dei servizi di sharing. Ma non solo. Infatti, se si installasse un numero maggiore di colonnine di ricarica elettrica, il 33% del campione si convincerebbe a passare a un’auto elettrica, mentre il 31% chiede un bonus per l’acquisto di un veicolo elettrico. Per ciò che riguarda le due ruote, il 47% degli intervistati ritiene che, per invogliare i cittadini ad utilizzare di più questi mezzi, servano più infrastrutture dedicate, come piste ciclabili, bike station, e così via, il 27% ritiene necessari spazi pubblici più a misura di bici e pedoni, l’11% maggiori controlli e sanzioni per chi non rispetta le regole, il 9% meno traffico di mezzi privati e il 6% limiti di velocità più bassi per le auto.
Un altro tasto dolente nella scelta di mobilità dei giovani, come già accennato, riguarda l’offerta di servizi. Se quelli in sharing crescono più velocemente, infatti, lo stesso non si può dire per i servizi di trasporto pubblico. Infatti, in questo senso, il 45% del campione interpellato per lo studio chiede maggiore frequenza delle corse, il 26% maggiore capillarità del servizio, il 21% prezzi più economici di biglietti e abbonamenti, l’8% maggiore sicurezza dei e sui mezzi.
In generale, dunque, il campione intervistato è ben disposto verso le nuove forme di mobilità ma ritiene che l’Italia sia ancora indietro su questo fronte, sia sul piano culturale che degli investimenti: in particolare, non si investe abbastanza sul fronte della riforestazione delle aree urbane (45%) e solo il 6% è fiducioso che in tempi brevi si arrivi alla realizzazione di città intelligenti con trasporti più sostenibili e sicuri. Il 54% ritiene che i tempi di attuazione non siano prevedibili e comunque molto lunghi mentre il 24% non crede che il nostro Paese sarà mai in grado di fare una rivoluzione del genere; solo il 17%, infine, crede sia un obiettivo raggiungibile entro il 2050.
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