“A buon rendere – molto più di un vuoto”, campagna lanciata dall’associazione Comuni Virtuosi, arriva anche alla Camera dei Deputati. Mercoledì 9 ottobre, infatti, a Montecitorio, si terrà il convegno “Strategie e scenari di sostenibilità alla luce dei nuovi obblighi di legge: il potenziale ruolo del deposito cauzionale”, a cui interverrà anche il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, da sempre molto sensibile alle tematiche ambientali.
Proprio la creazione di un sistema di deposito cauzionale (DRS) per il riciclo degli imballaggi monouso per bevande è l’obiettivo di questa campagna, cui hanno già aderito importanti città, come Torino, Milano, Aosta, Bergamo, Padova e Terni. In questo modo la raccolta dei contenitori per bevande diventerebbe più efficiente, migliorando così il riciclo e riducendo l’inquinamento ambientale. Tanto per rendere l’idea ogni anno in Italia oltre 7 miliardi di contenitori per bevande sfuggono al riciclo, venendo dispersi nell’ambiente o smaltiti con i rifiuti indifferenziati.
Sono già diversi i paesi europei che hanno adottato con successo un sistema del genere: la Slovacchia, per esempio, in due anni ha raggiunto il 92% di contenitori riciclati e la percentuale continuando a salire. E, secondo i calcoli dell’associazione Comuni Virtuosi, se anche in Italia venisse realizzato questo sistema si potrebbero risparmiare 110 milioni di euro ogni anno.
Il deposito cauzionale permetterebbe di recuperare le bottiglie destinandole ad un uso alimentare. Infatti, con il nostro attuale sistema, nel sacco della plastica possono esserci prodotti contaminanti che hanno contenuto sostanze tossiche. Questo non permette di prevenire la contaminazione e quindi di ottenere un riciclo adatto all’uso alimentare da bottiglia a bottiglia. E chi è riuscito a riciclare le bottiglie destinandole poi ad un uso alimentare l’ha fatto adottando un sistema di deposito cauzionale, che rappresenta un fortissimo incentivo: per esempio, paesi come Germania e Norvegia sono riusciti a raggiungere il 98% di raccolta delle bottiglie.
Come funziona il deposito cauzionale
Tutti i sistemi cauzionali in Europa, oggi presenti in 16 Paesi e presto in 18, funzionano in questo modo: i produttori di bevande si associano ai rivenditori e formano un ente senza scopo di lucro, incaricato della gestione del sistema. Questo ente gestisce tutto il processo, con il supporto della grande distribuzione organizzata (GDO), che raccoglie gli imballaggi presso i rivenditori. Il sistema più efficace in Europa è quello in cui i consumatori riportano gli imballaggi direttamente al supermercato, utilizzando macchine automatiche. In pochi secondi, la macchina calcola l’importo del deposito da restituire al consumatore, che può scegliere se ricevere il rimborso o donarlo a un’associazione no-profit. Il deposito cauzionale deve essere di almeno 15-20 centesimi per ogni imballaggio. Se l’ente di gestione nota che la raccolta non progredisce come previsto può aumentare il deposito per incentivare ulteriormente la restituzione degli imballaggi. Dunque, i produttori pagano un contributo ambientale per ogni imballaggio immesso sul mercato, aggiungendo il deposito al prezzo di vendita. I rivenditori poi applicano il deposito ai clienti che acquistano bevande, e i consumatori ottengono il rimborso quando restituiscono gli imballaggi vuoti nei punti di raccolta. Il sistema è organizzato in modo che i rivenditori ricevano il deposito indietro e una commissione per ogni imballaggio gestito, incentivando così la loro. Sono tre, dunque, le fonti di finanziamento principali dell’intero sistema: il contributo ambientale versato dai produttori di bevande, le entrate derivanti dalla vendita dei materiali raccolti, e i depositi non restituiti, che restano nel sistema e possono essere usati per finanziare ulteriori miglioramenti.
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