Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una progressiva trasformazione del servizio sanitario nazionale. Un cambiamento volto a migliorare la qualità e l’accessibilità delle cure e in cui hanno un ruolo importante due progetti: il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE 2.0) e la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT).
Il FSE 2.0 include una vasta gamma di documenti sanitari obbligatori che ogni regione deve caricare nel sistema. Tra questi ci sono referti di laboratorio, radiologia, specialistica ambulatoriale, anatomia patologica, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissione, profili sanitari sintetici, prescrizioni farmaceutiche e specialistiche, cartelle cliniche, e informazioni sulla somministrazione di farmaci e vaccinazioni. Inoltre, i pazienti possono utilizzare il “Taccuino personale” per gestire autonomamente i propri dati sanitari, anche se non certificati dagli operatori sanitari. Uno strumento con diverse potenzialità, ma il cui utilizzo continua a incontrare delle difficoltà, legate soprattutto alla privacy, ma anche alla formazione degli operatori sanitari e all’educazione dei cittadini. Proprio per la formazione sono stati stanziati oltre 300 milioni di euro.
La Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) rientra nella Missione 6 del Pnrr ed è gestita da Agenas. A breve si inizierà con la raccolta dei dati in alcune regioni pilota, con l’intento di migliorare la presa in carico dei pazienti in tutto il territorio nazionale. La PNT sarà presentata ufficialmente il prossimo ottobre ed è progettata per garantire l’interoperabilità con il FSE 2.0 e l’Ecosistema dei Dati Sanitari (EDS). Un’integrazione fondamentale per assicurare che i servizi di telemedicina siano implementati in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Tra gli obiettivi della PNt figura infatti la riduzione delle disparità territoriali, ma anche il miglioramento della qualità clinica e dell’accessibilità dei servizi sanitari, il supporto ai professionisti e la facilitazione della deospedalizzazione.
Lo sviluppo di queste due iniziative apre la strada all’integrazione di tecnologie emergenti, che promettono di rivoluzionare ulteriormente il settore sanitario. Una su tutte è l’intelligenza artificiale che, con la sua capacità di analizzare vasti volumi di dati, può migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie, fornendo ai medici strumenti predittivi e analitici avanzati. Utilizzando i dati raccolti dal FSE 2.0, gli algoritmi di IA possono, per esempio, identificare situazioni complesse e suggerire interventi medici personalizzati, aumentando così l’efficacia delle cure e riducendo i tempi di risposta. Un’altra tecnologia che potrà apportare numerosi benefici è la realtà aumentata (AR), che si configura come un potente strumento di supporto clinico. Può essere utilizzata, infatti, per esempio, per la formazione medica, la pianificazione chirurgica e il supporto intraoperatorio, migliorando la precisione e la sicurezza degli interventi. I chirurghi possono utilizzare visori di realtà aumentata per visualizzare in tempo reale immagini tridimensionali degli organi del paziente, sovrapposte al campo visivo reale, consentendo, in questo modo, interventi più precisi e meno invasivi. Innovazioni che, come detto, hanno un potenziale enorme ma pongono significative sfide in termini di gestione dei dati e privacy. L’uso intensivo di IA e AR, infatti, richiede l’accesso a dati sanitari sensibili, che devono essere mantenuti protetti e accessibili solo a chi ne ha facoltà. Inoltre, l’implementazione di queste tecnologie richiede un aggiornamento delle competenze degli operatori sanitari e l’adozione di nuovi protocolli e standard operativi.
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