Smart City Index 2025, nessuna città italiana nella top50

Lo Smart City Index 2025 è stato pubblicato dallo Smart City Observatory dell’International Institute for Management Development (Imd) e, più o meno a sorpresa, nessuna città italiana è nella top50. In totale sono 146 le città analizzate in tutto il mondo, sette su dieci in cima alla graduatoria sono in Europa. Il podio è occupato da Zurigo, Oslo e Ginevra.
Smart City Index 2025, male l’Italia
Lo Smart City Index 2025 prende in considerazione parametri come rigenerazione urbana, sostenibilità, qualità della vita, raccogliendo dati infrastrutturali e pareri dei cittadini. Tutto ciò ha contribuito a stabilire quanto fossero smart le città. Pur vantando un grande potenziale creativo e tecnologico, però, l’Italia risulta essere posta ai margini della trasformazione e della rigenerazione urbana globale.
Dubai e Abu Dhabi, ad esempio, occupano il quarto e quinto posto, contraddiste da strategie urbane lungimiranti, infrastrutture digitali all’avanguardia e abbattimento di inquinanti, presenza di mobilità sostenibile e governance integrata. Così come Singapore, dal canto suo, occupa la nona posizione, restando ancorata nella top 10, e confermandosi la città più smart dell’Asia.
L’America non eccelle con nessuna città presente nella top 20, ma l’Italia, come detto, fa peggio: Bologna scivola in 83esima posizione, perdendo cinque punti rispetto all’anno scorso, Milano occupa la 97esima posizione (91esima nel 2024) e Roma 139esima (133esima nel 2024).
Perché le città italiane faticano a essere smart
I motivi dei pessimi piazzamenti sono molteplici e affondano le radici in criticità strutturali complesse da debellare dalla cultura gestionale delle amministrazioni locali e nazionali. Infatti, se le città della top20 si distinguono per mobilità predittiva basata sull’intelligenza artificiale, sanificazione automatizzata degli spazi urbani, agricoltura verticale e scambio energetico tra i quartieri, l’Italia resta frenata da una visione urbanistica frammentaria e poco lungimirante. Pesano in negativo il traffico veicolare, l’inquinamento atmosferico, una governance poco incisiva, le disuguaglianze territoriali, la difficoltà nel trattenere i talenti e la scarsa capacità di attrarre investimenti.
Alcuni suggerimenti arrivano da realtà territoriali nazionali, come REair, azienda italiana focalizzata sulle tecnologie green con lo scopo di abbattere l’inquinamento dell’aria. Soluzioni come l’eCoating, rivestimento fotocatalitico mangia-smog che abbatte gli inquinanti atmosferici, riduce i costi di pulizia delle facciate e migliora la qualità dell’aria urbana, possono essere utili, così come i trattamenti nanotecnologici per ambienti indoor, la mobilità predittiva basata sull’intelligenza artificiale, la raccolta intelligente dei rifiuti con sensori IoT, gli edifici intelligenti e la manutenzione predittiva, le microgrid urbane e lo scambio locale di energia rinnovabile, i tetti biosolari e le pareti verdi, l’gricoltura verticale assistita dall’IA, la connettività 5G/6G e l’Internet of Things urbano e i sistemi predittivi per la gestione dei disastri ambientali.