Trasportare le merci non più con camion inquinanti ma tramite tubi sotterranei a basso consumo energetico. È quanto promette di fare la tecnologia Pipenet, oggetto di un protocollo siglato di recente da Rfi (Rete Ferroviaria Italiana Spa) e Rse (Ricerca sul Sistema Energetico). Si tratta di sistema a levitazione magnetica basato su una rete di tubi e condotti speciali che, insieme ad altri dispositivi, permettono il trasporto di merci a elevata velocità, con ridotti consumi energetici riducendo drasticamente anche i mezzi circolanti sulle strade.
Il progetto arriva da Perugia e porta la firma del professore perugino Franco Cotana, docente di Fisica e tecnica industriale all’Università degli studi di Perugia. L’ingegnere lavora su Pipenet dal 2005, anno in cui, dopo i primi brevetti, fu firmato il primo accordo tra l’Ateneo perugino e Ansaldo Breda Trasporti. Negli anni nelle città umbra sono state fatte diverse prove funzionali a cui si aggiunge un prototipo sperimentale di 100 metri prodotto al Polo scientifico di Terni.
Il protocollo siglato negli scorsi giorni è finalizzato ad attività di ricerca e sperimentazione, con il focus sugli obiettivi di decarbonizzazione del sistema trasporti e sul percorso di transizione verso modalità sempre più sostenibili. L’accordo riguarda, in particolare, il circuito Rfi di Bologna San Donato, che diventerà un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dedicato all’innovazione nel settore ferroviario: qui verrà ulteriormente testata la tecnologia Pipenet, che opera all’interno di tubi a bassa pressione grazie alla levitazione magnetica e alla propulsione con motore elettrico lineare.
“Questa tecnologia consentirà di trasportare merci fino a una tonnellata al secondo su tutto il territorio italiano senza ricorrere a fonti fossili perché l’energia necessaria per il movimento delle capsule, che operano in tubi ad aria evacuata e a levitazione magnetica, verrà interamente fornita da pannelli fotovoltaici integrati nell’infrastruttura”, spiega il professor Cotana. “Grazie all’assenza di attrito, il motore elettrico lineare non disperderà energia e potrà funzionare anche come generatore, recuperando fino al 70% dell’energia utilizzata durante l’accelerazione, mentre il restante 30% sarà fornito da pannelli fotovoltaici e batterie”.
Insomma, una tecnologia che, una volta a regime promette di rivoluzionare il trasporto merci. “Questa infrastruttura potrebbe movimentare fino a un miliardo e mezzo di capsule all’anno lungo tutta la dorsale tirrenica, da Reggio Calabria a Milano, e lungo quella adriatica, da Lecce a Venezia, e sviluppare il collegamento dei porti e le linee trasversali” afferma Cotana. “La tecnologia permetterà lo sviluppo di una vera e propria rete, simile a quella internet, che consentirà alle merci di raggiungere la stessa destinazione attraverso percorsi diversi. I condotti possono essere sospesi, ma anche sottoterra o in mare. Il diametro esterno di ciascun tubo misura circa 1,6 metri. Per realizzare l’infrastruttura ci vorranno almeno 10 anni”.
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