Cresce del 22% la spesa per la digitalizzazione della sanità

Sono ancora molti però gli ambiti su cui intervenire, come la telemedicina. E anche la farmacia avrà un ruolo fondamentale
10 Giugno 2024 |
Giulia Galliano Sacchetto

2,2 sono i miliardi spesi complessivamente lo scorso anno per la sanità digitale. Una crescita del 22% rispetto al 2022 che ha permesso di raggiungere una quota pari all’1,7% della spesa sanitaria pubblica (circa 37 euro per abitante): nel dettaglio, 1,6 miliardi di euro sono stati destinati alle strutture sanitarie, 480 milioni alle Regioni, 78,5 milioni alle istituzioni centrali e 75 milioni ai Medici di medicina generale. Sono alcuni dati che emergono dall’ultima edizione dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano che presenta i dati del 2023 relativi alla spesa destinata a strumenti e servizi digitali in tutti i livelli della sanità (Regioni, ospedali e territorio).

Secondo l’Osservatorio l’Italia è ormai nella fase di attuazione degli interventi previsti dal Pnrr per la sanità digitale. Però alcuni settori della sanità sono ancora indietro. Infatti, se per alcune azioni, come quelle relative alla digitalizzazione delle strutture ospedaliere, si è già avuta una forte accelerazione dei progetti, gran parte delle risorse deve ancora essere messa a terra.

Ad esempio, le prestazioni di telemedicina sono ancora in fase di sviluppo, specialmente sul territorio, dove si attendono le nuove piattaforme regionali. Il 62% dei medici specialisti e il 46% dei medici di medicina generale ha dichiarato di aver effettuato televisite nel 2023, ma poche volte al mese e, non di rado, utilizzando piattaforme non pensate per l’uso sanitario e lo scambio di dati sensibili.

Anche le farmacie hanno un ruolo importante, essendo espressamente citate in vari modelli organizzativi regionali e nel Pnrr. L’Agenas ha fornito gli strumenti di telemedicina ai presidi rurali perché possano erogare tutte le prestazioni nei loro territori. Al momento le farmacie effettuano servizi di telecardiologia e spirometria ed è in fase iniziale la sperimentazione della televisita.

Infine, sempre secondo l’Osservatorio, il 2024 sarà l’anno decisivo per quanto riguarda il Fascicolo sanitario elettronico (Fse). Nel 2023 questo strumento è stato usato dal 35% dei medici specialisti, dal 48% dei medici di base e dal 41% dei cittadini. Secondo il 70% degli specialisti e il 65% dei medici di medicina generale, sono numerosi i benefici del Fse: secondo gli interpellati, infatti, lo strumento riduce il tempo necessario per reperire le informazioni, semplifica la lettura dei documenti scambiati (rispettivamente 70% e 60%) e fornisce informazioni critiche per gestire i pazienti in situazione di emergenza (68% e 60%).


Giulia Galliano Sacchetto
Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.

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