La digitalizzazione della pubblica amministrazione è una priorità per la maggioranza degli italiani. Allo stesso tempo la stragrande maggioranza dei cittadini ritiene che l’Italia sia più indietro del resto d’Europa e il 50% degli interpellati ritiene che nel Paese si stia lavorando a questo obiettivo ma non nella maniera più efficace. Sono questi i due principali risultati emersi dal sondaggio, condotto da Noto per Assoconsult – associata di Confindustria che raggruppa le società della consulenza – e teso a valutare la percezione dell’opinione pubblica rispetto al processo di digitalizzazione della Pa.
Una differenza significativa che emerge è quella tra uomini e residenti al centro e nelle isole che sembrano più sensibili al tema, e donne e residenti al sud che invece considerano la digitalizzazione della Pa un obiettivo importante ma non prioritario da raggiungere. Un altro dato interessante è quello, superiore alla media, rilevato tra gli under 54 e i residenti nelle isole che ritengono che per la digitalizzazione dei servizi non si stia lavorando affatto. Inoltre, circa la metà degli intervistati è informata della possibilità di accedere ai servizi on line nel proprio Comune di residenza: più nel dettaglio si tratta del 61% nel caso di pagamento di tributi comunali , il 53% di multe mentre per l’accesso ai servizi scolastici o per la richiesta di contributi o bonus on line è informato rispettivamente il 49 e il 48%. Il Centro è l’area geografica in cui l’informazione sull’offerta di servizi comunali on line è più alta, le Isole quella in cui è più bassa.
Centrale nel processo di digitalizzazione della Pa è anche il ruolo dei consulenti esterni. Stando allo studio il 46% degli italiani valuterebbe positivamente il ricorso a queste figure se la Pa volesse far crescere la fruizione dei servizi on line da parte dei cittadini. Il motivo principale per cui sarebbe utile ricorrere a consulenti esterni è quello della competenza, soprattutto secondo gli intervistati under 54 e i residenti al nord est.
