Negli ultimi mesi, a proposito del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR), abbiamo più volte letto programmi e progetti relativi alla transizione digitale del nostro Paese, una sfida necessaria per ammodernare l’Italia e allinearla agli altri Paesi europei dopo anni che il Digital Economy and Society Index (DESI) ci relega agli ultimi posti in Europa. Il ricorso alla parola “transizione” sta proprio a significare il passaggio a una nuova dimensione dell’organizzazione del Paese. Ma come spesso accade, il mercato e la ricerca di coloro che operano nell’universo dell’ICT e del Digitale dimostrano di poter andare oltre alla “transizione” e di introdurre un’altra parola più significativa: “evoluzione”. È il caso del Gruppo Lutech, azienda nata nel 2001, 3000 professionisti, presente in 8 paesi nel mondo, oltre 3000 clienti, che della Digital Evolution ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia, progettando e realizzando ecosistemi digitali virtuosi e proattivi.
“Tutto ciò nel segno di un costante miglioramento che coinvolga persone e risorse, tecnologia e sapere. Per interpretare un mondo in continua evoluzione, occorre comprendere il cambiamento, intuirlo, anticiparlo, essere sempre pronti a cambiare” così si presenta Lorenzo Greco nuovo Chief Revenue Officer del Gruppo Lutech. Così come altri importanti attori del mercato ICT e Digitale, l’azienda ha l’obiettivo di accompagnare il Sistema Italia nella trasformazione indicata dal PNRR, in particolare nei processi di migrazione al cloud che coinvolgeranno gli enti pubblici.
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Dottor Greco, dal sondaggio che Lutech, in collaborazione con Soiel, ha realizzato considerando un campione di amministrazioni pubbliche, centrali e locali, emerge chiaramente che poche amministrazioni sono a conoscenza delle risorse finanziarie previste dal PNRR per la migrazione al cloud delle PA e che registrano inoltre forti ritardi per la stesura dei progetti finanziabili. Eppure, i fondi destinati ammontano a 900 milioni per la Pac e 1 miliardo per la Pal, con l’obiettivo di una adozione del cloud del 75% entro la fine del 2025. Come spiega queste rilevanti criticità? Vi è, a suo avviso, la consapevolezza che quella è la strada? E, secondo la sua esperienza, come sta procedendo la migrazione nelle realtà che hanno già avviato il processo?
Dobbiamo subito ricordare che, quando si parla di amministrazione locale, ci si riferisce a più di 8000 Comuni tra grandi, medie, piccole città e micro realtà urbane e montane. Una realtà molto eterogenea per la quale abbiamo il dovere di considerare velocità diverse nell’avvio e nell’evoluzione dei progetti di migrazione al cloud. Molte grandi realtà hanno già intrapreso questo processo, superando vincoli e difficoltà che sono per lo più di natura applicativa e organizzativa. A mio avviso, la migrazione al cloud pone soprattutto una questione di tipo applicativo ma non infrastrutturale. Se non si parte dalla trasformazione dei processi e delle applicazioni, nati in un ambiente tecnologico diverso, è difficile parlare di migrazione al cloud. I buoni esempi esistono: mi riferisco, per citare un solo contesto, ai tribunali “smart”. Qui sono proprio i nuovi processi di interazione con la PA, abilitati dal cloud, che stanno facendo la differenza. Credo, inoltre, che sia fondamentale che gli esempi virtuosi, se resi pubblici e condivisibili, possano essere di grande ispirazione per la PA che ancora non sa come muoversi. E, aggiungo, ritengo che i Digital Enabler come il Gruppo Lutech debbano giocare un ruolo anche nella fase preliminare di formazione sull’approccio al Piano e di stesura dei progetti.
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È stato pubblicato lo scorso 28 gennaio 2022 il bando di Gara per il Polo Strategico Nazionale con prossima aggiudicazione dell’appalto con formula partenariato pubblico privato (PPP). La nuova infrastruttura interesserà tutta l’amministrazione centrale (Pac), le Aziende Sanitarie Locali, Regioni, Città Metropolitane e Comuni con popolazione superiore ai 250mila abitanti. Per le Amministrazioni minori i servizi in cloud potranno essere erogati tra gli operatori certificati. In merito come intende operare il Gruppo Lutech?
Attraverso tutti gli altri strumenti messi a disposizione da Consip. Il Polo Strategico Nazionale è una grande iniziativa, ma non dimentichiamo che la possibilità di adottare il Cloud è prevista ormai da anni, memore ne è l’infrastruttura di community cloud per il Governo realizzata nell’ambito del contratto SPC, ora rinnovata con la recente gara di cui il Gruppo Lutech è assegnatario di un lotto per servizi IAAS e PAAS. Credo, insomma, che il problema non riguardi il contenitore. Ricordiamo che fin dall’inizio la resistenza all’utilizzo dei servizi in cloud da parte della PA era giustificata dal fatto che la modalità di consumo e di pianificazione dei costi relativi a un servizio tecnologico non era prevista nella contabilità pubblica. Ciò dimostra ancora una volta che a rallentare l’adozione dei processi innovativi non è la tecnologia, di cui vi è ampia offerta sul mercato, o la sua implementazione, ma, piuttosto, la volontà, l’approccio progettuale, l’adeguamento di norme e processi e, ovviamente, il finanziamento.
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Concordando che il mercato delle tecnologie e dei servizi tecnologici sicuramente presenta una vasta gamma di aziende, in che cosa vi distinguete dai vostri competitor?
Sicuramente nella capacità di gestione a 360 gradi dei problemi complessi, “end to end”, caratteristica riconosciuta dal mercato grazie alle numerose referenze maturate con una esperienza ventennale. Ciò significa partire dalla identificazione del problema, definizione delle priorità, ricerca delle soluzioni più aderenti alle necessità e supporto all’adozione delle stesse. In pratica, accompagniamo la PA nel suo percorso di evoluzione e cambiamento in tutte le sue fasi, comprendendo fin da subito il contesto e le professionalità presenti nell’organizzazione con la quale ci relazioniamo. Il primo obiettivo, dunque, è di conoscere e interpretare le necessità dell’ente, locale o nazionale che sia. Per noi non è la grandezza della realtà a fare la differenza, lo stesso approccio vale anche quando ci rapportiamo con un Ministero o un Dipartimento delle regioni. Solo attraverso uno scrupoloso “assessment” che consideri tutte le caratteristiche – infrastrutturali e organizzative – dell’Amministrazione coinvolta, è possibile definire un percorso di migrazione al cloud. Guidiamo anche nella scelta della tecnologia perché non tutto deve essere obbligatoriamente migrato verso il cloud pubblico. Per la singola realtà possono esistere soluzioni migliori o, in ottica di trasformazione, si può pensare anche solo di dismettere alcune applicazioni e rivedere i processi. In definitiva, lavoriamo insieme al cliente in base a chiari obiettivi, priorità e urgenze per identificare il progetto più adeguato a risolvere le necessità specifiche.
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È evidente che esiste una chiara distinzione tra PAC e PAL, è il Bando stesso che la evidenzia, voi come vi muovete in tale senso?
Ribadirei che la caratteristica distintiva del Gruppo Lutech, oltre la competenza tecnologica, è soprattutto nel saper guidare nelle scelte corrette, ritagliate in modo anche sartoriale sul cliente. Per questo siamo per il Cloud giusto e non per il Cloud first.
In merito alla PAL, riteniamo che ci sia un tema di particolare rilevanza: quello della cittadinanza digitale.
Sappiamo tutti che la missione primaria della Pubblica Amministrazione è di erogare servizi efficienti ai cittadini e alle imprese. È su questo piano che si misura quanto sia performante una Pubblica Amministrazione. In questo ambito il Gruppo Lutech, in virtù della propria esperienza maturata nel settore privato con lo sviluppo di importanti progetti sulla customer experience e sulla gestione del CRM, può dare un contributo diverso nel migliorare il rapporto tra cittadini e PA. Un rapporto che deve essere caratterizzato da trasparenza e da velocità, abilitabile solo da tecnologie innovative come il cloud e l’Intelligenza Artificiale.
Per fare un esempio: ormai tutti possono relazionarsi con la PA attraverso diversi canali – dal sito, con una mail, con un’app, un colloquio telefonico e allo sportello fisico, ma sappiamo che questi canali di comunicazione non sono integrati e gli utenti non sono univocamente riconosciuti. Un’utenza riconosciuta allo stesso modo sui vari canali porterebbe già un grande valore alle amministrazioni, perché l’interlocutore della PA avrebbe immediatamente lo storico e il quadro completo delle interazioni, accelerando i tempi di risoluzione della richiesta. Una gestione unificata e uno spazio virtuale dove informazioni e documenti sono presenti e integrati sarebbe un passo in avanti straordinario. Non solo per i cittadini, ma anche per le aziende che sono obbligate a relazionarsi quotidianamente con i vari settori della PA. La sfida è quindi (ri)progettare i servizi intorno al cittadino e alle imprese, ridefinire i processi ponendo l’utente al centro, individuare le applicazioni più adeguate e, infine, la tecnologia a supporto. Ribadisco che esistono tanti esempi positivi nelle PA di evoluzione tecnologica. Per esempio, durante la pandemia si è affrontata la gestione del Green Pass nelle scuole: milioni di certificati controllati ogni giorno senza mai un problema, grazie alla tecnologia digitale. Questa è una dimostrazione che non tutto è così arretrato nelle PA, basti pensare al modello 730 online che io trovo molto efficace. A volte il motivo per cui i servizi digitali non hanno successo non dipende da chi lo eroga ma da una difficoltà ad accedervi da parte del cittadino – e in questo gioca un ruolo fondamentale la User Experience – o da una comunicazione debole e poco efficace dell’ente pubblico.
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Il PNRR abbraccia anche altri ambiti, quali sono quelli che il Gruppo Lutech sta indirizzando?
Sono due le aree prioritarie per il Gruppo Lutech. La prima è certamente Industria 4.0, ambito in cui ci muoviamo da anni rappresentando un riferimento assoluto in termini di referenze, competenze e conoscenza dei progetti, delle tecnologie e di relazione con i partner tecnologici di cui la partecipazione e lo sviluppo di demo center dedicati è solo un esempio. Grazie a una precisa politica di acquisizione, agli investimenti fatti nell’ultimo periodo e alle alte competenze disponibili, nel Manufacturing abbiamo un’offerta tra le più complete sul panorama italiano.
La nostra ambizione è proporci come una piattaforma di servizi, poiché già serviamo circa il 70% dell’impresa manifatturiera italiana e alla luce di un’offerta secondo il paradigma SaaS, abbiamo l’ambizione legittima di rafforzare la nostra presenza muovendoci verso un rapporto di partnership più solido e duraturo. Perché la Digital Evolution si persegue con concretezza e per piccoli passi.
La seconda area su cui ci stiamo indirizzando è, come abbiamo già raccontato, la digitalizzazione del settore pubblico.
A queste due aree accosterei due temi. Il primo mi sta particolarmente a cuore, ed è la convergenza della transizione ecologica con quella digitale, poiché abbiamo ben compreso che la prima si realizza e può essere efficace solo se adeguatamente supportata dalle tecnologie digitali.
Consideriamo per esempio l’obiettivo di efficientamento dei consumi energetici, argomento a cui tutti dobbiamo essere molto sensibili. Oggi è possibile, grazie al digitale, monitorare e gestire il condizionamento, ma anche l’illuminazione pubblica riducendo l’impatto ambientale, o il ciclo di gestione dei rifiuti. Grazie all’IoT è possibile e facile monitorarne la raccolta, massimizzare gli obiettivi della differenziata, minimizzare i costi e magari rimodulare le tariffe a vantaggio dei cittadini.
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Con chi state costruendo delle Partnership e quale politica state seguendo?
Abbiamo l’ambizione e le carte in regola per essere parte di alcune alleanze che stiamo delineando di volta in volta. Ma per essere espliciti, il Gruppo Lutech vuole sviluppare un polo di aggregazione di vendor e partner IT attorno al quale costruire nuovi progetti. Si tratta di un percorso lungo che richiede impegno e investimenti, ma crediamo fortemente nella collaborazione di expertise complementari e in una precisa strategia di M&A finalizzata a individuare le eccellenze specifiche nei mercati di interesse.
Il nostro obiettivo, concordato insieme al Fondo Apax, è di rientrare in 3-4 anni nei “top five” dei fornitori di servizi di tecnologia in Italia.
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Ancora, una domanda dott. Greco. Se le dovesse elencarle, quali sono le eccellenze del Gruppo Lutech?
A costo di sembrare retorico, considero le nostre persone e le loro competenze la prima eccellenza del Gruppo Lutech. A seguire ci sono le nostre tecnologie e servizi in Cloud, erogati sempre secondo una visione a 360 gradi. Siamo un partner tecnologico con tutte le capacità e l’esperienza per accompagnare i clienti nella scelta di soluzioni basate su tecnologie abilitanti, come il cloud, più adeguate alle loro necessità.
Non possiamo, poi, non ricordare i nostri progetti per la cybersecurity in cui, anche in questo caso, applichiamo un approccio end-to-end: dall’advisory e la gestione del rischio, alla capacità di progettare soluzioni tecnologiche integrate con i servizi, collaborando con vendor e partner internazionali e sfruttando i nostri centri di delivery distribuiti sul territorio italiano.
Infine, ritorno sul tema della cittadinanza digitale, per rendere più facile, accessibile, trasparente e veloce l’accesso e la fruizione dei servizi pubblici. Si pensi che al supporto alla Pubblica Amministrazione impegniamo più di 300 persone dedicate, proprio perché riteniamo che l’impiego di risorse specifiche lungo tutto il ciclo di vita del progetto sia l’unico, vero, differenziale. È questa la strategia con cui il Gruppo Lutech intende consolidare la propria leadership tecnologica e accompagnare la Pubblica Amministrazione nel raggiungimento degli obiettivi definiti dal PNRR.
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