Generalmente, quando si parla di smart city ci si riferisce ad una città che utilizza dati e tecnologie per creare efficienza, incentivi alla sostenibilità, sviluppo economico, migliorando la qualità della vita dei cittadini e l’inclusività dell’ambiente urbano. Anche per questo una delle caratteristiche principali della città intelligente è la digitalizzazione dei servizi e delle infrastrutture urbane, l’implementazione di reti di telecomunicazioni a banda ultra-larga (fibra ottica e 5G), di sistemi di trasporto intelligenti e di infrastrutture energetiche efficienti.
Nonostante lo sviluppo delle smart city sia promettente, anche perché sarà sempre la quota di popolazione residente in città, è necessario non trascurare i territori al di fuori dell’ambiente urbano. Infatti, anche chi vive in queste zone merita la stessa qualità di vita degli abitanti delle città e per questo motivo gli incentivi allo sviluppo regionale sono ampiamente adottati dalle organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, UE) e dai governi nazionali nel mondo. Iniziative che seguono l’agenda delle ONU sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e si concentrano principalmente sulle caratteristiche territoriali specifiche fornendo le strategie di investimento specifiche con lo scopo di promuovere l’attrattività dei territori fuori dai contesti urbani.
La Commissione Europea ha stabilito, con ciascun Stato membro dell’UE, degli accordi di partenariato (Cohesion Policy Partnership Agreement), con l’obiettivo di trovare adottare soluzioni alle sfide socioeconomiche particolari delle regioni per migliorare la qualità della vita della popolazione. L’accordo di partenariato per la politica di coesione in vigore tra la Commissione Europea e l’Italia per il periodo 2021-2027 è stato adottato nel 2022: l’Italia riceverà 42,7 miliardi di euro dall’UE nel settennio e, insieme alla dotazione nazionale investirà circa 75 miliardi di euro nella promozione e nello sviluppo economico e sociale dei territori, in particolare di quelli nelle regioni meridionali del Paese.
Tutte iniziative che mirano ad ampliare il concetto di smart city introducendo quello di smart territory, appunto territorio intelligente, come viene definito da Francesco Bellini, Professore di Digital Transformation & Data Management all’Università di Roma La Sapienza e Irina Gorelova, del Dipartimento di Management dell’Università La Sapienza.
Una novità che potrebbe implementare i vantaggi del modello di città intelligente e aiutare a sviluppare i territori fuori città nel modo più sostenibile. Da un punto di vista amministrativo, un territorio intelligente è un insieme di unità amministrative di terzo livello (third-level administrative units); in Italia tali unità sono le municipalità. I cittadini di ciascun municipio dovrebbero godere delle condizioni di vita a disposizione dei residenti delle smart city. Bisogna però tenere conto che una città intelligente è un ecosistema completamente indipendente mentre le municipalità al di fuori dei confini urbani non sempre possono permettersi le infrastrutture e i servizi intelligenti necessari; in tal caso è possibile per i Comuni esternalizzare i servizi intelligenti dai territori vicini, fornendo così migliori condizioni di vita ai residenti e allargando il concetto di “smartness” all’intera regione.
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