Proprio in Giappone, dunque, dove la tecnologia 5G è prevista solo in primavera, già si traguarda concretamente al ‘dopo’. Naturalmente, il 2020 sarà l’anno della tecnologia attuale, per le sempre nuove e inimmaginabili applicazioni, ma la crescita esponenziale delle connessioni spinge i paesi tecnologicamente più avanzati a guardare con determinazione al futuro. Un impegno che già si concretizza in intraprese effettive: il Ministro degli affari interni e delle comunicazioni giapponese, Sanae Takaichi ha istituito un comitato di ricerca sul 6G guidato dal Preside dell’Università di Tokyo, Makoto Gogami, sotto la supervisione diretta ministeriale.
Vi prenderanno parte anche dirigenti di spicco dell’operatore telefonico NTT e di Toshiba. L’obiettivo è definire obiettivi e strategie per il 2030. Sono previsti circa 2 miliardi di dollari di investimenti in ricerca e sviluppo della tecnologia, che offrirà prestazioni di velocità pari a 10 volte quella del 5G, un consumo energetico minore e maggiore sicurezza. Una capacità di visione strategica d’altra parte condivisa anche da Cina, Sudcorea e Finlandia, con analoghi progetti di ricerca.
