Sanità, rapporto Ocse: migliorano le cure ma i costi sono alti
Per quanto riguarda la sanità l’ultimo rapporto Ocse “Health at a Glance 2025” mostra un quadro con luci e ombre. Infatti, se da un lato le cure sono sempre migliori, dall’altro la crescente pressione finanziaria mette in discussione la sostenibilità dei sistemi sanitari. Nel 2024 la spesa sanitaria ha raggiunto il 9,3% del Pil, con una crescita prevista di 1,5 punti entro il 2045. Una dinamica, evidenzia l’Ocse, spinta dall’innovazione tecnologica, dall’invecchiamento della popolazione e dalla crescita delle aspettative su quello che la sanità può garantire.
Sanità, il rapporto Ocse e l’Italia
L’Italia, dal punto di vista sanitario, performa generalmente meglio rispetto alla media Ocse. L’aspettativa di vita è di 83,5 anni (2,4 più della media), ma la spesa sanitaria è inferiore alla media Ocse. Sul fronte dei fattori di rischio emergono criticità: fuma il 19,5% degli adulti (più della media) e il 45% svolge poca attività fisica, mentre obesità (12%) e consumo di alcol restano sotto controllo. La copertura sanitaria è universale e i bisogni di cura insoddisfatti sono tra i più bassi (1,8%), anche se solo il 44% è soddisfatto della qualità dei servizi. La qualità delle cure acute è buona, con mortalità post-infarto e post-ictus inferiore alla media. Persistono però squilibri nel personale, con molti medici, pochi infermieri e pochi lavoratori nella long-term care.
Il nostro Paese, inoltre, investe più della media Ocse in prevenzione. E proprio la prevenzione è una questione chiave, anche a livello globale. Ad essa, oggi, i paesi Ocse, destinano in media solo il 3% della spesa sanitaria e il 14% alle cure primarie. Eppure, i risultati mostrano che la medicina territoriale contribuisce in modo decisivo alla sostenibilità dei sistemi sanitari: negli ultimi dieci anni i ricoveri evitabili sono diminuiti in 28 Paesi su 30, e l’87% dei pazienti over 45 con patologie croniche valuta positivamente le cure ricevute.

