La smart city e il Mobility as a Service (MaaS) sono due temi di grande importanza per le amministrazioni pubbliche che vogliono migliorare la vita e il benessere dei cittadini, soprattutto nelle grandi metropoli. A queste due macro categorie fa riferimento anche lo smart parking, ovvero il cosiddetto parcheggio intelligente. In Italia si contano più di 600 automobili ogni 1000 abitanti, con congestioni del traffico che, per esempio, a Roma aumentano il tempo medio di percorrenza del 38% rispetto alla media nazionale, soltanto per raggiungere un punto qualsiasi all’interno del perimetro urbano. Secondo un report di Acea, basato su dati del 2021, in totale nel nostro paese ci sono oltre 39,8 milioni di auto in circolazione; inoltre l’Italia è al primo posto in Europa nella classifica del numero di auto con oltre 10 anni. La previsione a livello globale è che entro il 2050 due terzi della popolazione vivrà nelle città, che vanno quindi rese intelligenti perché siano sostenibili ed attraggano non solo abitanti ma anche investitori. Ad esempio, se un’azienda apre in centro città e poi deve affrontare troppi problemi riguardo al parcheggio dei dipendenti, è probabile che decida di andar via. Se a questo aggiungiamo il fatto che in tutta Italia ci sono appena 234 km di linee metropolitane, contro le 630 della Germania, le 680 della Gran Bretagna e le 294 nella sola città di Madrid, allora diventa semplice capire perché le nostre città metropolitane sono costantemente paralizzate dal traffico, fortemente inquinate e appunto deficitarie per quanto riguarda i parcheggi. Eppure gli spostamenti sono sempre più importanti, come dimostra l’aumento, negli ultimi cinque anni, del tasso di mobilità della popolazione che si muove giornalmente all’interno delle città italiane, che è passato dal 75% allo 84%, su percorsi urbani che mediamente non oltrepassano i 4 km di distanza. Giusto per fare qualche altro esempio, gli spostamenti individuali con sole automobili o motociclette valgono mediamente il 49% della mobilità a Milano (sono il 65% a Roma), contro valori europei che scendono al 33% a Londra e al 16% a Parigi. Anche da questi numeri si evince l’importanza dei parcheggi soprattutto nei centri urbani, dove sono una risorsa limitata. Una corretta gestione della mobilità, in ottica di sostenibilità ambientale e sociale, passa dunque anche da un diverso e innovativo approccio al parcheggio. Diversi studi indicano infatti che ogni automobilista impiega mediamente 40 ore all’anno alla ricerca di un parcheggio (è il cosiddetto traffico parassita). Si genera così il 30% dell’inquinamento cittadino, arrecando un disagio rilevante al tessuto economico urbano e al benessere delle persone. Di qui il ruolo centrale dello smart parking, il cui mercato è in continua crescita: alcune previsioni indicano che entro il 2025 sarà raggiunto un valore pari a 43 miliardi di dollari.
Lo smart parking migliora la sostenibilità ambientale e il benessere psicofisico degli automobilisti, e indirettamente di tutti i cittadini, grazie all’utilizzo combinato di tecnologie quali sensori, big data, cloud e analytics, intelligenza artificiale. Grazie ad applicazioni per dispositivi mobili, i sistemi di parcheggio intelligente permettono, infatti, di scovare direttamente dal proprio smartphone o tablet gli spazi occupati e quelli disponibili, consultando una mappa aggiornata in tempo reale. Questo comporta numerosi vantaggi non solo per gli automobilisti, ma anche per le amministrazioni pubbliche. Infatti rendono disponibili dati importanti alla polizia locale, riducono l’inquinamento atmosferico, decongestionano il traffico nelle zone urbane, fanno risparmiare i cittadini, che pagano solo i minuti effettivamente utilizzati, e riducono i costi per le amministrazioni, che eliminano la gestione dei parchimetri, migliorano il benessere sociale ed economico della collettività. Non va poi trascurato il fatto che trovare parcheggio più velocemente può invogliare le persone ad andare nei piccoli esercizi dei centri cittadini anziché nei grandi centri commerciali, che in genere dispongono di ampi parcheggi.
Più nel dettaglio, un sistema di smart parking è composto da sensori e altri oggetti connessi, piattaforme per la raccolta dati in tempo reale, analytics e applicazioni per il pagamento automatico che, se efficacemente coordinati da applicazioni di IoT e intelligenza artificiale, consentono ai conducenti di trovare parcheggio nel luogo desiderato, versando anche in anticipo la somma dovuta. Un esempio di smart parking ante litteram è quello dei garage dotati di semafori in grado di dare via libera o meno al conducente sulla base di dati rilevati da sensori collocati nelle diverse aree. Oggi la sfida si è estesa ai parcheggi urbani di superficie: si tratta di interconnettere gli attori in campo, raccogliere le informazioni traducendole in dati fruibili anche in cloud e gestirle attraverso una piattaforma, offrendo una mappa sullo status, in tempo reale, di tutti i parcheggi cittadini a pagamento. Un sistema di smart parking, oltre a facilitare la ricerca del parcheggio, offre anche la possibilità di monitorare l’occupazione dei posti auto in modo efficiente. Le autorità locali possono ottenere dati in tempo reale sul numero di parcheggi occupati, avendo così la possibilità di ottimizzare la gestione del traffico e di prendere decisioni informate per migliorare l’efficienza complessiva del sistema. Lo smart parking consente anche una maggiore efficienza nell’utilizzo dello spazio. Con un monitoraggio accurato dell’occupazione dei parcheggi, è possibile identificare le aree con una domanda di parcheggio inferiore e ridistribuire le risorse per massimizzare l’utilizzo degli spazi disponibili. Ciò significa che le città possono sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti e ridurre la necessità di nuove costruzioni costose. Lo smart parking può inoltre contribuire a migliorare la sicurezza. I sensori e le telecamere consentono, infatti, di monitorare costantemente le attività all’interno del parcheggio, riducendo il rischio di furti, danneggiamenti o altri comportamenti illeciti. Questo può portare a una maggiore tranquillità per gli automobilisti, riducendo la necessità di spese extra per la sicurezza fisica.
“Abbiamo deciso di introdurre lo smart parking tra le nostre offerte qualche anno fa” spiega ad Innovazione Pa Alessandro Bortoletto, Innovation Manager di City Green Light, una Energy Service Company che opera nel campo del risparmio e dell’efficientamento energetico. “Ci siamo basati anche sui dati preoccupanti sull’inquinamento derivato dal traffico parassita nelle città. Il nostro modello è flessibile e completo: monitoriamo l’occupazione di uno stallo tramite sensori interrati o telecamere, avvalendoci dell’intelligenza artificiale che riconosce se un posto è occupato o meno. Poi serve una piattaforma di gestione, che coinvolge diversi attori, non solo gli utenti della strada ma anche un ufficio tecnico. City Green Light ha una sua app, ma possiamo anche integrarci con soluzioni già esistenti. Dal punto di vista dell’architettura ci sono due macro soluzioni, che vengono considerate soprattutto per i parcheggi all’aperto ma sono applicabili anche al chiuso. La prima è il sensore interrato: si fa un carotaggio nell’asfalto di 20-30 centimetri e si inserisce il sensore, che ha un diametro di circa 15, e che comunica con la tecnologia LoRaWan. Il carotaggio serve per non creare discontinuità nell’asfalto ed evitare l’influenza degli agenti atmosferici. La seconda soluzione sono le videocamere intelligenti, ovvero dotate di algoritmi di riconoscimento. Nel primo caso, il rapporto costo-efficienza è ottimale, e la sostituzione della batteria è prevista a partire dal decimo anno di utilizzo, visto il basso consumo di energia. Questi sistemi ci permettono di installare soltanto due o tre antenne, per esempio nei parchimetri, e coprire grandi aree. La connettività porta il dato del singolo stallo sul cloud. Oltre a quel dato c’è poi anche quello del parchimetro che ci fa capire se l’auto ha pagato il ticket oppure no. Nel caso delle videocamere intelligenti, con l’intelligenza artificiale e la computer vision è possibile sapere se uno stallo è libero oppure no. Per noi questa è una tecnologia complementare. Per esempio, a Trapani abbiamo lavorato in un parcheggio quadrato in cui veniva facile installare un paio di telecamere per coprire tutta l’area; ma per parcheggi lungo una via ne servirebbero troppe. Dopo aver portato il dato su cloud quest’ultimo viene elaborato, e l’utente sa quali stalli sono liberi e quali occupati, tramite ad esempio app o pannelli a messaggio variabile. Il pagamento può avvenire utilizzando il parchimetro, tramite applicazione dedicata per dispositivi mobili oppure utilizzando app di terze parti facilmente integrabili con il nostro sistema. Tramite l’applicazione mobile dedicata, l’utente può, quindi, individuare lo stallo libero più vicino visionando il singolo stallo oppure ottenendo una panoramica sulla zona di sosta, e pagare la singola tariffa prevista con versamento diretto all’amministrazione o al gestore”. Lo smart parking in questo senso può essere considerato adempiente all’obiettivo ESG sull’inclusività dei territori: “parcheggiare in campagna è più semplice” aggiunge Bortoletto, “con queste soluzioni cerchiamo di ridurre il divario rendendo più facile la ricerca anche in città”. C’è poi un ulteriore aspetto legato alla diffusione dello smart parking: “queste soluzioni incidono anche sulla pianificazione della viabilità” continua Bortoletto, “lo stiamo sperimentando in molti Comuni, dove si iniziano a fare ragionamenti data driven: in base ai dati che si hanno si può valutare se fare un nuovo parcheggio, se aumentare gli spazi, se ridurli e così via. Inoltre, se in un’area i parcheggi si riempiono spesso le automobili devono poterci arrivare: quindi si va ad intervenire anche sulla viabilità”. Lo sviluppo di City Green Light non si ferma qui: “oggi il servizio è indipendente, domani probabilmente le auto saranno già predisposte per questo tipo di funzioni, per cui si parcheggerà, si schiaccerà un pulsante e si farà tutto senza dover più passare dallo smartphone. A questo proposito stiamo ragionando sulla possibilità di installare un pulsante bluetooth a bordo delle auto che si connetta direttamente con i sensori interrati” conclude Bortoletto.
CityZ è una start up fondata da Andrea Buri, nata in seguito alla constatazione che su Google Maps non c’era nessun tipo di sistema che indicasse dove poter trovare un parcheggio libero. “Quando siamo nati volevamo risolvere problemi che altri avevano incontrato proponendo soluzioni di smart parking” spiega ad Innovazione Pa Andrea Buri, Ceo di CityZ, “a livello hardware c’erano sensori che richiedono sistemazioni invasive (carotaggio o viti) e quindi tempi più lunghi e costi più alti; dall’altro lato le telecamere che però in città, specie nelle vie strette e piccole, sono più complesse da usare rispetto a quanto accade, per esempio, nell’ampio parcheggio di un supermercato”. Nasce così l’idea di un sensore innovativo. “Quello che abbiamo brevettato è adesivo, si incolla direttamente sull’asfalto e rientra nei parametri di ingombro stradale, perché è largo 2 centimetri, e quindi non sfora rispetto ai 3 indicati dal ministero” continua Buri. “Usiamo una colla speciale fatta apposta per gli asfalti, resistente anche all’azione degli agenti atmosferici”. Un altro problema affrontato da CityZ riguarda l’integrabilità del progetto. “Oggi per avere un sistema completo bisogna contattare più fornitori, per la sensoristica, le telecamere, l’infrastruttura, la comunicazione e così via” spiega ancora Buri, “noi abbiamo cercato di concentrare tutto all’interno di un unico sistema che, ispirandoci al concetto di MaaS, chiamiamo PaaS, Parking as a Service. Quindi il nostro servizio è completo, dall’installazione dei sensori alla condivisione dei dati, in base a quello che ci chiede il cliente. Se ha un’app sua oppure una control room ci integriamo, se non ha nulla creiamo tutto noi. Questo permette al cliente di risparmiare perché avere un solo fornitore costa meno. Possiamo anche offrire una sorta di control room, con mappe o grafici di tendenza che consentono di vedere, ad esempio, se una zona è più occupata di un’altra, quali sono i periodi in cui ci sono meno o più parcheggi e così via. Inoltre, non avendo sostanzialmente nessun costo per l’installazione abbiamo potuto investire di più sulla parte sensoristica. Il nostro sensore rileva in tempo reale se arriva una macchina o meno grazie al magnetismo. È stato settato a livello software per riconoscere solo i veicoli, per cui se una persona ci appoggia sopra un telefono o un computer o se ci cade sopra una lattina non rileva nulla. Inoltre è in grado di discriminare anche il tipo di automobile perché ne rileva il profilo magnetico. Riusciamo così a capire se è sempre la stessa macchina che parcheggia nello stesso posto oppure no. L’obiettivo è creare un database che comunichi non solo se il posto è libero o no ma anche da quale tipo di veicolo è occupato: un’informazione che può interessare, ad esempio, anche a chi vende le auto”. CityZ è stata scelta dalla società MovyOn del gruppo Autostrade per l’Italia per portare il suo sistema in una città italiana. “MovyOn fornirà i dati legati alla mobilità autostradale e cittadina, CityZ porterà un servizio aggiuntivo: stiamo procedendo con le installazioni. Stiamo anche discutendo con due aziende interessate a portare nelle città i loro servizi integrandole con lo smart parking” conclude Buri.
Nel nostro paese sono diversi gli esempi di città che hanno adottato sistemi di smart parking. A Villafranca nel 2006 Smart Parking Systems, soluzione innovativa sviluppata nel 2002 da Intercomp, ha installato 353 sensori wireless e 16 parchimetri. La sperimentazione avrebbe dovuto avere inizialmente una durata limitata, ma la solidità dell’impianto hardware e la funzionalità del software hanno permesso l’estensione delle attività del sistema. I risultati sono stati superiori al previsto, con una crescita degli incassi per la municipalità di quasi il 50%. Sempre nel 2006, a Chioggia, Smart Parking Systems ha installato 420 sensori e 34 parchimetri gestiti dal park management software in grado di fornire dati di utilizzo e pagamento. É stata, inoltre, implementata un’applicazione a terminale con l’obiettivo di semplificare e rendere preciso il lavoro degli accertatori. Questo ha permesso di applicare piani tariffari suddivisi per area.
Treviso è partita con le sperimentazioni nel 2010, ottenendo anche diversi premi e riconoscimenti a livello europeo. Oggi nella città veneta è in vigore il sistema I-Park, nato per monitorare il pagamento del parcheggio e dal 2019 integrato da un’app per poter guidare i cittadini verso gli stalli liberi. L’app si basa su un complesso sistema di sensori a induzione magnetica che sono stati interrati nel manto stradale in corrispondenza degli stalli e che comunicano i dati ai parchimetri e al sistema centrale tramite GPRS (General Packet Radio Service, tecnologia che consente di trasmettere pacchetti di dati). Tutti i 2400 posti auto del centro storico di Treviso sono monitorati in questo modo. Il servizio è attivo già da quasi dieci anni, a cominciare dalle zone del centro storico, e ha dato ottimi risultati, permettendo la creazione di un sistema ad alta efficienza tramite il quale monitorare le soste dei veicoli e combattere anche l’abusivismo, attivando un intervento immediato degli addetti al controllo. Inoltre, si è rivelato un vantaggio per lo stesso Comune di Treviso che in sei anni ha visto aumentare di circa il 60% le entrate da parcheggi a pagamento, non tanto per un incremento delle multe, quanto per la diminuzione dell’evasione e un migliore utilizzo del servizio. Tramite questa app, infatti, è possibile tenere sotto controllo, in maniera continua e costante, ogni movimento attorno alla zona servita, ricevendo dati come l’indice di occupazione, lo stato di pagamento delle soste e il tasso di rotazione all’interno del parcheggio. In questo modo, i cittadini trevigiani hanno potuto cambiare le proprie abitudini, migliorando l’organizzazione degli spostamenti. Allo stesso tempo il Comune ha potuto effettuare diversi interventi di riqualificazione urbana. Infine, a fronte di una riduzione dei posti disponibili, il Comune ha messo a disposizione degli utenti un’altra app, TreviMove, grazie alla quale ognuno può consultare informazioni sui servizi di mobilità del trasporto pubblico o del bike sharing e localizzare in breve tempo i parcheggi disponibili.
Anche Mantova, nel 2020, ha adottato un sistema di smart parking, che prevede la presenza di sensori lungo il corso principale della città dove sono presenti circa 66 parcheggi. I sensori sono fuori terra posizionati al centro degli stalli e comunicano via wireless con la piattaforma centrale. Tramite un’informazione che arriva in tempo reale sul proprio smartphone è così possibile sapere se un posto è occupato o libero. Grazie all’app dedicata è anche possibile prenotare il posto entro un certo lasso di tempo nonché pagarne il pedaggio. É stata migliorata la trasparenza nell’uso dei parcheggi, ottenendo anche una consistente diminuzione delle emissioni inquinanti nelle strade del centro storico. Il progetto prevede la raccolta di una serie di dati, che poi vengono elaborati dal Comune con la collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e il passaggio delle informazioni attraverso l’infrastruttura wireless, grazie alla quale i sensori installati nella strada comunicano con il database centrale. I primi risultati della sperimentazione hanno evidenziato come il tempo medio speso alla ricerca di un parcheggio sia diminuito del 35% e i cittadini abbiano risparmiato il 22% sul costo del parcheggio stesso, potendo pagare per il tempo di effettiva permanenza e non per l’intera tariffa oraria. In questo senso, l’app è utile anche al guidatore che, a ridosso della scadenza, riceve una notifica che gli permette di scegliere se allungare la sosta o liberare il parcheggio. In caso di abuso, l’app stessa segnalerà l’infrazione alla polizia, che potrà intervenire tempestivamente sul posto. Infine, un altro vantaggio di questo sistema è il monitoraggio dei posti riservati ai veicoli elettrici: i sensori, infatti, sono in grado di riconoscere se il posto è stato occupato da un’auto non elettrica.
Piacenza si è mossa in direzione smart parking sperimentando una nuova funzione sull’app, che prende il nome della città, con la quale è possibile visualizzare in tempo reale la disponibilità di posti auto liberi in alcune aree di sosta del centro, a partire da quelle riservate alle persone disabili. Il nuovo sistema di monitoraggio dei posti auto in città consentirà progressivamente ai cittadini di trovare un parcheggio libero vicino al centro, migliorando la qualità della vita e riducendo nel contempo traffico, consumi ed emissioni inquinanti.
Anche Cantù sta concludendo i lavori per un primo approccio allo smart parking. “Il progetto è partito prima del Covid, e ad oggi la struttura fisica è completa: in queste settimane stiamo ultimando anche quella software, con le ultime implementazioni per gestire gli aspetti legati alla privacy” spiega ad Innovazione Pa Giuseppe Molteni, vicesindaco di Cantù. “Il nostro obiettivo è far diventare Cantù una città smart, cioè facilmente gestibile e connessa con i cittadini. Siamo partiti dallo smart parking per due ragioni: da un lato avevamo la necessità di innovare l’aspetto parcheggi, gestito da una nostra partecipata al 100%, dall’altro la struttura che inizialmente si pensava di realizzare era la base per altre attività volte appunto alla creazione di una città smart. I primi passaggi sono stati gestiti da una commissione congiunta consiliare, in cui c’erano da un lato l’attività lavori pubblici che seguiva la parte tecnica, dall’altro la commissione partecipate che si occupava degli aspetti economici. È stato quindi presentato il progetto con le seguenti caratteristiche: nei singoli stalli è inserito un sensore che rileva la presenza o meno di un’automezzo, si connette quindi alle centraline che ci sono sui parchimetri, che a loro volta mandano il dato ad una centrale che lo elabora. Questo sistema ci permette sia di segnalare i posti liberi e occupati, sia di vedere se un veicolo ha pagato o meno la sosta. Si può pagare sia con il parchimetro sia con un’app specifica che segnala anche i posti liberi. Per chi non dispone dell’app ci sono inoltre dei cartelli che segnalano i parcheggi liberi. Il nostro sistema non fa multe automatiche, bensì consente all’ausiliario di andare sul posto a vedere se la persona ha pagato o meno. Abbiamo fatto questa scelta per poter avere un minimo di flessibilità nel gestire al meglio le situazioni delicate: ad esempio, un disabile che trova il suo posto occupato da un altro disabile, può andare a parcheggiare in un’altra zona senza pagare, ma a questo punto diventa necessario che l’ausiliario verifichi se ha diritto o no a questa agevolazione”. Il progetto comporta diversi vantaggi. “Dal punto di vista statistico avremo un dato che ci farà capire quali zone sono più utilizzate anche a livello orario – nel centro ci sono pochi parcheggi e tante richieste di agevolazioni soprattutto da negozianti al dettaglio e da chi lavora – per fare poi politiche tariffarie precise, per esempio al fine di agevolare certe aree o di aumentare il costo in altre” spiega Molteni. “Inoltre avremo la capacità di raccogliere dati e usarli a beneficio degli utenti. Già ora stiamo vedendo riflessi positivi sul traffico che si è molto alleggerito, così come l’inquinamento. Altri vantaggi sono la possibilità per il cittadino di pagare solo il tempo di sosta effettivo, e l’incremento delle entrate per le casse comunali, perché è più facile scovare i furbetti”.
A Milano A2A Smart City in collaborazione con A2A Energy Solutions ha realizzato un progetto per il Comune, integrando le soluzioni di mobilità elettrica proposte all’amministrazione con una soluzione operativa per la gestione della sosta veicoli nelle aree di ricarica delle vetture elettriche. Sono stati installati e configurati i sensori di Parking per il progetto di un’isola di ricarica del Comune di Milano; i dati rilevati sono poi stati resi disponibili sul portale E-Moving. La soluzione integrata tra colonnine di ricarica e stalli di parcheggio fornisce in tempo reale informazioni sull’occupazione o meno di un posto da parte di un veicolo in stato di ricarica, favorendo la sosta solo ai veicoli abilitati e assicurandosi che usino lo stallo solo per ricarica re il veicolo, permettendo, in caso contrario, un pronto intervento delle autorità municipali per multare i trasgressori. Le aree di sosta possono essere monitorate da remoto per controllare in tempo reale quanti posti sono liberi e se i parcheggi sono occupati in maniera abusiva da macchine non abilitate o non in fase di ricarica elettrica. I sensori sono collocati sulla superficie di ogni singolo stallo di sosta. L’informazione viene raccolta, tramite la rete radio LoRaWAN, già installata da A2A Smart City nella Città di Milano e quindi già presente nelle aree oggetto del bando di gara, dal sistema software in cloud che la arricchirà e la integrerà con quelle ricevute dal monitoraggio delle colonnine di ricarica elettrica. L’app consente di utilizzare queste informazioni in maniera intelligente, permettendo di gestire economicamente la sosta ed informando i cittadini anche dell’avvenuta ricarica del loro veicolo. Il monitoraggio contemporaneo degli stalli di parcheggio e delle colonnine di ricarica, del fatto che stiano erogando o meno ricarica elettrica ai veicoli abilitati, riesce ad offrire una panoramica sempre esatta e aggiornata in tempo reale dell’occupazione lecita o meno delle aree di ricarica. Tali informazioni possono essere condivise con gli utenti via web, mobile, app o tramite pannelli a messaggio variabile, permettendo di indirizzare gli automobilisti verso i singoli posti liberi con una notevole riduzione del traffico e del conseguente inquinamento.
Anche in giro per l’Europa ci sono numerosi esempi di utilizzo dello smart parking. Ad esempio in Belgio al Corda Campus di Hasselt, un polo di ricerca in ambito tecnologico, c’è un sistema che ha integrato barriere di ingresso, circuiti di rilevamento, segnaletica e telecamere con i sistemi di accesso agli edifici. L’impianto può distinguere tra dipendenti e visitatori, quindi una volta che la targa è stata letta e la barriera si è aperta automaticamente, la segnaletica è in grado di mostrare le informazioni direzionali relative a quel guidatore specifico, assicurando che visitatori e dipendenti siano portati nelle aree di parcheggio designate. Al Corda Campus molte aziende diverse condividono il parcheggio, quindi il software è stato sviluppato per essere in grado di ridistribuire gli spazi a seconda della domanda. Utilizzando dati storici e integrandoli con le informazioni collezionate in tempo reale, il sistema può prevedere quale percentuale dei suoi parcheggi privati utilizzerà ciascuna azienda, affinché gli spazi liberi possano essere destinati a breve termine ad altre aziende o veicolati sul target visitatori.
A Madrid, invece, i “parcheggi intelligenti” hanno soprattutto la finalità di ridurre le emissioni che avvelenano l’atmosfera.Nel 2014, nella capitale spagnola erano state rilevate concentrazioni molto alte di diossido di azoto, addirittura pari a 5 volte il limite consentito dall’ Unione Europea. L’amministrazione madrilena ha così preso la decisione di far pagare fino al 20% in più i parcheggi ai veicoli inquinanti, di far pagare fino al 20% in meno ai veicoli poco inquinanti, e addirittura di far parcheggiare gratis le auto elettriche. Presso i parcheggi sono state installate delle macchinette con tastiera, sulle quali gli automobilisti digitano il proprio numero di targa: il sistema riconosce il loro tipo di veicolo, e comunica loro l’importo da pagare. Le persone, in questo modo, sono incoraggiate ad utilizzare i tipi di automobili meno inquinanti, oppure a convertirsi ai mezzi pubblici e alle biciclette. Anche Barcellona, dal 2014, ha un sistema di smart parking: con sensori nelle aree free parking, e applicazioni per la gestione dei pagamenti e la ricezione di informazioni la città catalana ha così ridotto le perdite di tempo e l’uso del carburante, quindi l’inquinamento atmosferico.
Facendo un salto oltreoceano, a San Francisco lo spazio disponibile in ciascun parcheggio viene rilevato da sensori piazzati sotto l’asfalto; l’idea è quella di rendere i parcheggi più cari quando essi sono vicini alla saturazione, e più economici quando ci sono parecchi posti liberi. L’obiettivo è di distribuire meglio le automobili parcheggiate su tutto il territorio della città: visto che la sosta in un parcheggio vicino alla saturazione può costare fino a sei dollari l’ora, gli automobilisti sono scoraggiati dal riempirlo completamente, ed esso conserverà sempre posti disponibili per chi magari ne ha assoluta necessità.
Lo smart parking migliora la sostenibilità ambientale e il benessere psicofisico degli automobilisti, e indirettamente di tutti i cittadini, grazie all’utilizzo combinato di tecnologie quali sensori, big data, cloud e analytics, intelligenza artificiale.
Grazie ad applicazioni per dispositivi mobili, i sistemi di parcheggio intelligente permettono, infatti, di scovare direttamente dal proprio smartphone o tablet gli spazi occupati e quelli disponibili, consultando una mappa aggiornata in tempo reale
Lo smart parking consente anche una maggiore efficienza nell’utilizzo dello spazio. Con un monitoraggio accurato dell’occupazione dei parcheggi, è possibile identificare le aree con una domanda di parcheggio inferiore e ridistribuire le risorse per massimizzare l’utilizzo degli spazi disponibili.
Ciò significa che le città possono sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti e ridurre la necessità di nuove costruzioni costose
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