Il business della smart mobility in Italia è cresciuto del 18% in un anno

Le soluzioni destinate alle città, soprattutto gestione dei parcheggi e servizi di sharing, valgono circa 400 milioni di euro. Una trasformazione che risponde alla necessità di ridurre le emissioni inquinanti, alle nuove aspettative dei consumatori e all’evoluzione tecnologica
31 Luglio 2024 |
Giulia Galliano Sacchetto

Il settore della mobilità smart è in continua crescita, anche in Italia. Nel 2023 il mercato nazionale ha raggiunto un valore di 2,9 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2022. Un risultato in linea con quello dei principali Paesi occidentali, che hanno registrato una crescita tra il +10% e il +20%. Le soluzioni Smart Mobility nelle città, soprattutto quelle relative alla gestione dei parcheggi e alla sharing mobility, valgono 400 milioni di euro, +18% rispetto all’anno precedente. Sono solo alcuni dei dati contenuti in una ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano.

L’argomento Smart Mobility è considerato fondamentale o molto rilevante da più di quattro comuni italiani su cinque (83%) con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Infatti, sono in aumento, seppur lieve, le iniziative: nel 2023 il 53% dei comuni ha avviato progetti, nel 2022 erano il 50%. Poco più di tre comuni su quattro (77%) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2021-2023, con mobilità elettrica (88%) e sharing mobility (72%) ai primi posti. Per il futuro, si guarda anche a nuove sperimentazioni, in primis in ambito guida autonoma (31%), Air Mobility e Mobility as a Service (MaaS, 16%).

Inoltre, il 29% dei comuni (-14% vs 2022) non utilizza i dati generati dai progetti, anche se il 16% dichiara di volerli utilizzare in futuro, riconoscendone l’importanza strategica. Rispetto al 2022, aumentano però le iniziative che sfruttano i dati per offrire servizi ai cittadini o condividerli con altre società. Si tratta, però, ancora di un utilizzo a fini prevalentemente informativi o diagnostici: in altre parole, nessun comune utilizza i dati in modo adattivo, sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale. Un utilizzo che avrebbe notevoli vantaggi.

Infine, nel triennio 2021-23 è in crescita il numero di iniziative dei progetti MaaS attivati a livello globale, (+47% rispetto al triennio 2018-2020). In Italia ci sono molti comuni ativi su questo fronte, anche grazie ad ulteriori stanziamenti del Pnrr dedicati al progetto “MaaS4Italy” nel 2023: 16 milioni di euro destinati a progetti pilota che mirano ad espandere l’utilizzo della mobilità integrata. Tra i servizi MaaS di maggiore interesse per il consumatore ci sono il trasporto pubblico urbano (30%), le soluzioni per il parcheggio (24%) e il car sharing (18%).

Ma non è tutto rose e fiori. Secondo un’indagine realizzata in collaborazione con Bva Doxa, il 75% degli Italiani non è soddisfatto di come il proprio comune affronta i problemi legati alla mobilità urbana (per esempio traffico, carenza di parcheggi e piste ciclabili). Tra gli aspetti più critici ci sono l’affidabilità dei tempi di arrivo previsti dei mezzi di trasposto pubblico (27%), l’esperienza di viaggio durante lo spostamento vero e proprio (25%) e le modalità di prenotazione e pagamento del servizio (14%). Comunque, il 40% dei cittadini sta riducendo l’utilizzo dell’auto a vantaggio di soluzioni alternative. In questo caso la fascia di popolazione tra i 55 e i 74 anni è quella meno propensa a privarsi dell’auto privata, e propende invece per la minimizzazione degli spostamenti (45%) o il monitoraggio delle proprie abitudini di guida per renderle più sostenibili (38%). Al contrario, poco meno di un consumatore su quattro (24%) punta su trasporti alternativi, con i più giovani (18-34 anni) tra i principali promotori di questo cambiamento.


Giulia Galliano Sacchetto
Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.

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