Digitalizzazione e dialogo con cittadini e imprese: la Pa italiana è ancora indietro

Solo il 41,3% degli italiani interagisce con gli enti pubblici attraverso Internet, a fronte di una media del 54,3% nell’Unione Europea. E il nostro Paese è solo 23esimo nell’Ue per l’offerta di servizi pubblici digitali alle imprese
27 Agosto 2024 |
Giulia Galliano Sacchetto

In Italia solo il 41,3% degli abitanti interagisce con gli enti pubblici attraverso Internet, a fronte di una media europea del 54,3%. Inoltre, il nostro Paese è solo 23esimo nell’Ue per l’offerta di servizi pubblici digitali alle imprese. Sono alcuni dati contenuti in un rapporto sulla burocrazia elaborato da Confartigianato su dati di Eurostat e Eurobarometro che testimoniano il ritardo dell’Italia per quanto riguarda la digitalizzazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese. Numeri ben distanti dagli standard di innovazione europei.

Per esempio, il 53% degli enti locali, regioni, province e città metropolitane, comuni, Asl e aziende ospedaliere, ha un sito internet esclusivamente informativo e non abilitato al dialogo con l’utenza e appena il 30% permette pagamenti on line sul proprio portale. Quest’ultima percentuale cala al 13% nel Mezzogiorno. Dai dati emerge, inoltre, che in media solo il 23% dei cittadini dialoga con la Pa tramite l’invio di moduli compilati: da questo punto di vista l’Italia è agli ultimi posti della classifica delle 195 regioni europee. Il Mezzogiorno, in particolare, mostra i risultati peggiori, con la Calabria al 184° posto. Un dato cui è direttamente correlato il grado di soddisfazione dei cittadini: soltanto il 34% di essi, infatti, si dichiara soddisfatto dell’offerta dei servizi pubblici, un dato che colloca l’Italia al penultimo posto tra i 27 Paesi dell’Ue, seguita solo dalla Grecia. Si tratta di un livello di soddisfazione inferiore di ben 20 punti percentuali alla media europea del 54%. E per le imprese non va bene, visto che il 78% degli imprenditori si sente ostacolato dai continui cambiamenti legislativi: un dato superiore di ben 14 punti percentuali rispetto al 64% della media Ue. Inoltre, il 73% degli imprenditori lamenta la complessità delle procedure amministrative, sette punti in più del 66% della media Ue.

Ma qualche segnale positivo in ottica di riduzione del digital divide della Pa locale c’è e arriva dalla crescita della spesa dei Comuni per servizi informatici, telecomunicazioni, hardware e software. Una spesa che, grazie anche al sostegno del Pnrr, nel 2023 è salita del 16,9% rispetto all’anno precedente, con una maggiore accentuazione nel Sud, dove queste spese sono aumentate del 39,8% a fronte del +10,1% del Centro-Nord. Permane comunque un gap che riguarda la spesa per abitante legata alla digitalizzazione dei servizi comunali: questa voce, infatti, nel Mezzogiorno è inferiore del 25,3% rispetto alla media del Centro Nord.


Giulia Galliano Sacchetto
Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.

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