Italia, mobilità elettrica in crescita ma Europa e Cina sono lontane

La transizione elettrica globale procede anche se a ritmi diversi a seconda dei protagonisti. Secondo un’analisi di mercato di Rho Motion a fare da capofila è sempre la Cina con 5,5 milioni di veicoli venduti nella prima metà del 2025 e una crescita del 32%. Ma, nonostante qualche rallentamento, anche l’Europa si muove con decisione su questa strada. Nel primo semestre del 2025 il vecchio Continente ha raggiunto le due milioni di immatricolazioni, con un aumento del 26% su base annua. E l’Italia come se la cava con la mobilità elettrica?
La prima edizione del “Libro bianco sulla mobilità elettrica”, pubblicato da Motus-E a giugno, afferma che, nel nostro Paese, circolano quasi 300mila auto elettriche, dieci volte in più rispetto al 2020. Un dato che conferma un percorso di costante ma lenta crescita, che ci pone distanti dal ritmo di altri Paesi europei: nel mercato europeo le Bev (Battery electric vehicle) rappresentano il 15,2% delle nuove immatricolazioni, l’Italia si ferma al 5,2%. Eppure, alcuni segnali indicano un cambio di passo possibile. Nel primo trimestre del 2025, a fronte di un calo complessivo dell’1,6% del mercato auto nazionale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite di veicoli elettrici hanno registrato un’accelerazione: +75% rispetto a marzo 2024, e +40% sul 2023, che finora rappresentava l’anno migliore per le Bev in Italia.
Italia e mobilità elettrica: la questione colonnine
Una delle problematiche perennemente presenti quando si parla di mobilità elettrica sono le colonnine di ricarica. Su questo fronte l’Italia sul tema si sta muovendo abbastanza bene. I punti di ricarica nel Paese hanno infatti raggiunto quota 65.992 (dato al 31 marzo), con un incremento del 217% rispetto al 2021. Di questi, 55.549 risultano attivi, mentre il restante 16% è ancora in attesa di connessione alla rete elettrica. Un dato che evidenzia la necessità di semplificare e velocizzare le procedure autorizzative.
Persiste però uno squilibrio nella distribuzione delle colonnine. Analizzando la distribuzione delle colonnine a corrente alternata e di quelle a corrente continua lungo l’intero territorio nazionale emerge che il 57% dei punti di ricarica pubblici è situato nel Nord Italia, il 20% nel Centro e il 23% nel Sud e nelle Isole. Nonostante Il Mezzogiorno mostri segnali di ripresa con una crescita delle installazioni del 25% (da marzo 2024 a marzo 2025), ci sono ancora diverse aree del Sud prive di un servizio sufficiente. Una disomogeneità infrastrutturale che richiede un’azione più decisa da parte delle amministrazioni pubbliche.