A rischio i fondi Pnrr per le colonnine di ricarica

Fino ad ora ne sono state realizzate solo 3.800 sulle 18mila previste, ma così la strada per l’elettrificazione della mobilità si fa ancora più ripida
23 Gennaio 2025 |
Giulia Galliano Sacchetto

L’Italia è fondamentalmente un paese autocentrico, eppure i fondi del Pnrr destinati all’installazione di nuove colonnine di ricarica per veicoli elettrici sono a rischio. Infatti, se l’ambizioso obiettivo era quello di realizzare 18mila nuove colonnine, la realtà è che ne sono state installate appena 3.800. Ciò significa che dei 640 milioni stanziati del Pnrrr circa 500 rischiano di andare persi. Una situazione che evidenzia il fallimento dei bandi pubblici in questo settore, ma che forse tradisce anche un certo disinteresse della politica e dell’economia italiana per i veicoli elettrici. Eppure, la sopravvivenza e il benessere del pianeta, e conseguentemente quello dell’essere umano, passa anche attraverso un cambio radicale dell’energia con cui si alimentano i veicoli.

Una questione di requisiti e divari regionali

Facendo un passo indietro e tornando al 2023 emerge come, in quell’anno, il ministero dell’Ambiente avesse destinato una somma significativa per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, puntando su una rete capillare di infrastrutture. Tuttavia, già il primo bando aveva mostrato criticità evidenti, con requisiti troppo stringenti e una domanda limitata, soprattutto nelle regioni del Sud. Il risultato è stato un’assegnazione minima dei fondi, con l’obiettivo iniziale ben lontano dall’essere raggiunto.

Nel 2024, il governo ha, dunque, tentato di invertire la rotta, lanciando due nuovi bandi con condizioni più flessibili. Sebbene, in questo caso, la risposta sia stata migliore persiste il problema dello squilibrio territoriale. Infatti, mentre regioni come la Lombardia hanno registrato un’alta partecipazione, aree come Calabria e Basilicata restano indietro, evidenziando un significativo ritardo nella transizione elettrica.

E i progetti approvati?

Qualcuno potrebbe pensare che almeno per i progetti approvati fili tutto liscio. Ma così non è. Infatti, il Pnrr richiede agli operatori non solo di costruire le colonnine, ma anche di attivarle entro il 2025. I tempi stretti e la necessità di collaborare con i gestori della rete elettrica rappresentano, dunque, sfide rilevanti, aumentando il rischio che molti fondi assegnati possano rimanere inutilizzati. Una situazione che in Italia non è certo nuova.

Attualmente ci sono a disposizione ancora più di 500 milioni di euro, una cifra che, se ben spesa, consentirebbe di dare un’accelerata consistente all’elettrificazione della mobilità italiana. E a questo punto il governo ha due opzioni: lanciare un nuovo bando o destinare le risorse a progetti alternativi, quanto inerenti alla nuova mobilità non si sa. Purtroppo, considerando i tentativi precedenti appare probabile che sarà la seconda opzione a prevalere. E non sarebbe certo la prima volta che in Italia, pur di non perderli, i soldi vengo spesi malamente.

 


Giulia Galliano Sacchetto
Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.

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