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I lavoratori della Pa promuovono l’uso dell’intelligenza artificiale

Secondo un sondaggio di Microsoft-Fpa solo l’8% dei dipendenti pubblici teme di perdere il lavoro a causa dell’intelligenza artificiale
26 Marzo 2024 |
Giulia Galliano Sacchetto

Per il 77% dei dipendenti pubblici l’intelligenza artificiale nella Pa è utile. Lo rivela un sondaggio di Microsoft-Fpa che ha coinvolto un campione di 1.600 lavoratori del settore pubblico italiano. Solo l’8% di essi teme di perdere il posto a causa dell’introduzione di queste nuove tecnologie.

Secondo gli intervistati sono molteplici i modi in cui l’intelligenza artificiale potrebbe essere impiegata: per il 60% dei lavoratori può aumentare la produttività, per il 59% migliorare la qualità del lavoro, per il 50% sviluppare la creatività o accrescere le competenze. Le applicazioni di intelligenza artificiale più utili sarebbero quindi quelle di automatizzazione di procedure e compiti ripetitivi (74%). Ma anche quelle che permettono di personalizzare e efficientare i servizi agli utenti (47%) e quelle di assistenza virtuale per fornire informazioni ai cittadini (42%). Sono ancora meno considerati, invece, utilizzi per l’analisi predittiva (36%) o il rilevamento di frodi o anomalie (33%).

Un altro dato rilevante che emerge dal sondaggio è che l’85% dei dipendenti pubblici italiani ha già utilizzato un qualche strumento basato sull’IA: si tratta principalmente di chatbot e assistenti virtuali (nel 68%) e di app per scrivere testi o fare traduzioni (51%). Ma nonostante questo, secondo la ricerca, la principale difficoltà nell’introduzione dell’IA nell’amministrazione rimane quella organizzativa, perché la dirigenza non è ancora preparata a nuovi modelli di gestione del lavoro e del personale. Un problema questo evidenziato da quasi la metà degli intervistati, il 47%. Così come problematiche rimangono le questioni riguardanti l’etica, soprattutto per le eventuali distorsioni che potrebbero favorire stereotipi e discriminazioni (39%), per le minacce alle privacy per il meccanismo di condivisione e interoperabilità di dati (35%), per la riduzione dell’empatia e delle relazioni con il cittadino (35%) e per gli errori e le distorsioni per la limitata accuratezza delle procedure (34%).


Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.

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