Sono diversi gli attacchi arrivati alla città di Bologna dopo l’entrata in vigore della norma che fissa a 30 km/h il limite massimo di velocità consentito alle automobili in diverse zone del Comune. Da ultimo quello di alcuni tassisti che, sostenuti dal Ministero dei Trasporti, avevano fatto ricorso al Tar Emilia-Romagna. E proprio al Tar si si sono costituite formalmente la fondazione Michele Scarponi, nata in memoria del campione sportivo all’insegna del motto “la strada è di tutti, a partire dal più fragile”, e l’Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs), la più importante associazione di rappresentanza e difesa dei diritti dei parenti delle vittime sulla strada in Italia aderente alla Federazione europea vittime della strada (Fevr), che fin dall’inizio ha sostenuto quest’iniziativa. Le due associazioni hanno depositato un intervento “ad opponendum”, chiedendo al giudice di rigettare il ricorso.
Intervenire in un procedimento amministrativo a difesa di un provvedimento di un Comune per la sicurezza stradale è una scelta inedita, molto diversa dalla costituzione di parte civile nei processi penali a seguito di incidenti stradali che avviene usualmente. Ma si tratta di una decisione ponderata a difesa di una misura salvavita: secondo le due organizzazioni, infatti, la sospensione o l’annullamento dei 30 km/h a Bologna ridurrebbero in modo inaccettabile la protezione della vita umana sulle strade. Il provvedimento andrebbe, invece, esteso a tante altre città italiane.
Nella camera di consiglio che si è svolta al Tar Bologna i ricorrenti hanno poi ritirato la richiesta di sospensiva. Ciò, secondo le associazioni, conferma, da un lato, che il provvedimento non sta producendo effettivi danni alla mobilità e all’economia, come invece sosteneva chi ha presentato il ricorso, e dall’altro migliora concretamente la sicurezza stradale, come dimostrano i numeri relativi ai primi mesi di applicazione, con meno incidenti, morti e feriti sulle strade bolognesi, in analogia ad uguali misure prese da anni nel resto d’Europa.
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