Velo-city, l’importanza della mobilità a due ruote

Alla conferenza mondiale sulla mobilità ciclistica sono stati affrontati diversi argomenti tra cui povertà di trasporto, sicurezza e nuovi modelli di business
11 Luglio 2024 |
Giulia Galliano Sacchetto

L’edizione 2024 di Velo-city, conferenza mondiale sulla mobilità ciclistica, è stata quella più partecipata, con oltre 1600 partecipanti da 60 paesi, dalla sua prima edizione nel 1980. Ciò a dimostrazione di quanto la bicicletta sia importante per la mobilità.

La conferenza è stata ospitata dalla città di Gent, che è stata la prima in Belgio ad introdurre un biciplan creando un centro quasi interamente pedonale. Durante i quattro giorni dell’evento sono stati affrontati diversi aspetti e criticità legati alla mobilità ciclistica. Ad esempio nella sessione intitolata “Connettere persone e comunità” è stato evidenziato il potere delle biciclette nel combattere la povertà di trasporto. Sono stati presenta varie esperienze positive in questo senso, come i programmi di sovvenzione a Lione e le biblioteche di biciclette a Manchester. Sperimentazioni che hanno dimostrato come la bicicletta possa essere un’opzione accessibile per tutti.

In un’altra sessione è stata evidenziata l’importanza delle reti di donne nel settore della mobilità. L’esempio portato è stato quello dell’associazione francese “Les Roues Libres”, che lavora per trasformare l’immagine dei meccanici di biciclette e dell’industria ciclistica organizzando programmi di formazione inclusiva che promuovono l’occupazione femminile. Rifacendosi a studio come “Women Matter” di McKinsey l’associazione sottolinea che avere più penne nell’indusria delle due ruote porta a migliori risultati economici e allo stesso tempo incoraggia le donne stesse ad utilizzare la bicicletta.

Un altro argomento che è stato discusso e sempre molto attuale riguarda la sicurezza. Durante la sessione dedicata sono state analizzate le preoccupazioni dei ciclisti, in aumento anche nei paesi ritenuti tradizionalmente sicuri. Si è parlato dunque della necessità di infrastrutture sicure, comportamenti responsabili e veicoli più sicuri per mantenere l’uso della bici un’attività divertente e accessibile.

Si è discusso anche di intermodalità, sempre più importante nei centri urbani. Nella sessione dedicata si è analizzato il modo in cui la progettazione degli spazi urbani influenza le scelte di trasporto: è stato posto l’accento sulla necessità di infrastrutture multifunzionali ed efficaci e opzioni di mobilità flessibili.

Ma le buone pratiche intraprese in ambito urbano possono essere estese anche alle aree rurali. Di questo si è parlato durante la sessione “Collegare regioni, città e quartieri” in cui sono stati presentati alcuni casi di successo, come la Ciclovia Parchi Calabria, la Via Silente e il Sicily Divide che dimostrano il potenziale economico e infrastrutturale del ciclismo nelle regioni rurali. La Ciclovia Parchi Calabria, ad esempio, ha generato significativi introiti turistici e portato a miglioramenti nelle infrastrutture ciclistiche nel sud rurale dell’Italia, ed è stata recentemente integrata nella rete di percorsi ciclabili europei EuroVelo, una rete che serve da ispirazione per sviluppare reti nazionali e transnazionali, promuovendo la bicicletta come scelta preferita per viaggi urbani e interurbani.

Infine, si è discusso di nuovi modelli di business legati alle due ruote, ma anche di competenze. L’obiettivo è quello di stimolare una transizione dal possesso tradizionale di biciclette ad una situazione che ponga maggiore enfasi su riparazioni, riciclaggio e accessibilità. E, a questo proposito, la necessità di meccanici qualificati, in particolare con l’aumento delle ebike, è stata evidenziata come un’opportunità per il futuro.


Giulia Galliano Sacchetto
Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.

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