L’edizione 2024 di Velo-city, conferenza mondiale sulla mobilità ciclistica, è stata quella più partecipata, con oltre 1600 partecipanti da 60 paesi, dalla sua prima edizione nel 1980. Ciò a dimostrazione di quanto la bicicletta sia importante per la mobilità.
La conferenza è stata ospitata dalla città di Gent, che è stata la prima in Belgio ad introdurre un biciplan creando un centro quasi interamente pedonale. Durante i quattro giorni dell’evento sono stati affrontati diversi aspetti e criticità legati alla mobilità ciclistica. Ad esempio nella sessione intitolata “Connettere persone e comunità” è stato evidenziato il potere delle biciclette nel combattere la povertà di trasporto. Sono stati presenta varie esperienze positive in questo senso, come i programmi di sovvenzione a Lione e le biblioteche di biciclette a Manchester. Sperimentazioni che hanno dimostrato come la bicicletta possa essere un’opzione accessibile per tutti.
In un’altra sessione è stata evidenziata l’importanza delle reti di donne nel settore della mobilità. L’esempio portato è stato quello dell’associazione francese “Les Roues Libres”, che lavora per trasformare l’immagine dei meccanici di biciclette e dell’industria ciclistica organizzando programmi di formazione inclusiva che promuovono l’occupazione femminile. Rifacendosi a studio come “Women Matter” di McKinsey l’associazione sottolinea che avere più penne nell’indusria delle due ruote porta a migliori risultati economici e allo stesso tempo incoraggia le donne stesse ad utilizzare la bicicletta.
Un altro argomento che è stato discusso e sempre molto attuale riguarda la sicurezza. Durante la sessione dedicata sono state analizzate le preoccupazioni dei ciclisti, in aumento anche nei paesi ritenuti tradizionalmente sicuri. Si è parlato dunque della necessità di infrastrutture sicure, comportamenti responsabili e veicoli più sicuri per mantenere l’uso della bici un’attività divertente e accessibile.
Si è discusso anche di intermodalità, sempre più importante nei centri urbani. Nella sessione dedicata si è analizzato il modo in cui la progettazione degli spazi urbani influenza le scelte di trasporto: è stato posto l’accento sulla necessità di infrastrutture multifunzionali ed efficaci e opzioni di mobilità flessibili.
Ma le buone pratiche intraprese in ambito urbano possono essere estese anche alle aree rurali. Di questo si è parlato durante la sessione “Collegare regioni, città e quartieri” in cui sono stati presentati alcuni casi di successo, come la Ciclovia Parchi Calabria, la Via Silente e il Sicily Divide che dimostrano il potenziale economico e infrastrutturale del ciclismo nelle regioni rurali. La Ciclovia Parchi Calabria, ad esempio, ha generato significativi introiti turistici e portato a miglioramenti nelle infrastrutture ciclistiche nel sud rurale dell’Italia, ed è stata recentemente integrata nella rete di percorsi ciclabili europei EuroVelo, una rete che serve da ispirazione per sviluppare reti nazionali e transnazionali, promuovendo la bicicletta come scelta preferita per viaggi urbani e interurbani.
Infine, si è discusso di nuovi modelli di business legati alle due ruote, ma anche di competenze. L’obiettivo è quello di stimolare una transizione dal possesso tradizionale di biciclette ad una situazione che ponga maggiore enfasi su riparazioni, riciclaggio e accessibilità. E, a questo proposito, la necessità di meccanici qualificati, in particolare con l’aumento delle ebike, è stata evidenziata come un’opportunità per il futuro.
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