Mitel Italia: due terzi del fatturato dalla PA

Negli ultimi anni il mercato dell’Unified Communications & Collaboration, è molto cambiato e Mitel si è prontamente adeguata e di esso è oggi uno tra i primi quattro principali player mondiali. La Pubblica Amministrazione rappresenta in Italia il principale mercato di sbocco. Sui temi dell’UCC e del posizionamento di questa società abbiamo intervistato Danilo Piatti, Amministratore Delegato di Mitel Italia
27 Gennaio 2022 |
A cura della redazione

Danilo Piatti, Amministratore Delegato di Mitel Italia

Come è mutato il suo Dna tecnologico e applicativo in questi ultimi anni?

Il primo punto di forza di Mitel è certamente la sua identità. La solidità e l’affidabilità delle soluzioni di fonia oggi si ritrova nella ricca suite software che permette di abilitare la trasformazione digitale ed i nuovi modelli di lavoro ibrido. Ambiti applicativi come quello del collaboration e dei contact center devono essere totalmente integrati con i sistemi telefonici, la competizione si basa molto su questa capacità d’integrazione.
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Il mercato UCC mondiale è cresciuto nel 2020 di quasi il 27% superando i 12 miliardi di dollari secondo IDC: che sensazioni o indicazioni ha sull’andamento nel 2021 e, se possibile, a tendere?

Il mercato della UCC è nettamente distinto in 2 comparti. Quello legato alle soluzioni on premise o in cloud privato è predominante e rimarrà tale fino almeno al 2026, seppure con tassi di crescita complessivamente limitati e molto diversi in base alla geografia. Il mercato del public cloud (UCaaS) è invece limitato come dimensioni ma presenta dei tassi di crescita molto importanti, trainati dall’effetto della pandemia. Il trend di crescita del 2020 trova ampie conferme nel 2021 ed i presupposti sono buoni anche per i prossimi anni.
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Quant’è la market share di Mitel sul mercato mondiale e se possibile nel nostro Paese? Com’è andato il 2021?

Mitel occupa una posizione di leadership nel mercato della UC, è tra i primi 4 vendor a livello mondiale ed occupa posizioni dominanti in molti paesi europei come Francia e Regno Unito, nei quali il market share supera ampiamente il 20%. Mitel Italia sta vivendo una crescita importante in tutti i segmenti in cui opera (SMB, Mid Market ed Enterprise), il principale mercato resta quello della Pubblica Amministrazione, dove Mitel vanta alcune tra le più grandi installazioni del nostro Paese, servendo clienti con migliaia di utenti. Il 2021 sta confermando gli ottimi risultati del 2020, probabilmente migliorandoli ulteriormente. Il mercato della pubblica amministrazione, centrale e locale, si conferma trainante. Registriamo un’importante crescita nella componente software e nel segmento delle medie aziende, sia pubbliche sia private.
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Quali i fattori che secondo lei hanno sostenuto la domanda, in aggiunta alla pandemia e quindi al maggiore ricorso al lavoro a distanza o smart working?

È sicuramente maturata la sensibilità sui temi dell’innovazione. Il lavoro da remoto è uno degli aspetti, forse il più evidente, ma siamo di fronte ad un’opportunità importante di ammodernamento delle nostre infrastrutture e di semplificazioni dei processi, soprattutto nella pubblica amministrazione. Il Pnnr rappresenta anche per noi il principale strumento per trasformare questa nuova consapevolezza in progettualità concrete. Il cambiamento indotto dalla pandemia è principalmente culturale. La necessità di lavorare da remoto, non solo da casa, ha rappresentato un test per le organizzazioni in merito al grado di digitalizzazione dei processi ed agli effetti sulla produttività. Ora è il momento di rendere strutturali e più incisive alcune soluzioni adottate in emergenza.
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Smart working o Smart work places? Una vostra indagine afferma che l’82% dei dipendenti ritiene che la produttività migliorerebbe in misura significativa con l’adozione di sistemi UCC di nuova generazione? Conferma e commenta?

Confermo e ribadisco che gli strumenti sono soltanto un aspetto del problema, anche se senza gli strumenti adeguati non c’è digitalizzazione. Dal punto di vista di un fornitore di tecnologia è importante che siano chiare le potenzialità che i sistemi di nuova generazione possono offrire, nella nostra esperienza abbiamo imparato a non darne per scontata la conoscenza.
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Il vostro modello commerciale è totalmente indiretto: c’è stato qualche variazione significativa nel 2021 rispetto al passato? Quanti sono i vostri partner e che requisiti bisogna avere per fare parte di questo ecosistema?

L’ecosistema di partner è una delle chiavi di successo di Mitel. Oggi contiamo oltre 100 partner attivi in Italia, alcuni dei quali focalizzati sul segmento delle Pmi, altri orientati alle grandi aziende private e naturalmente alla pubblica amministrazione. Da sottolineare la stretta collaborazione con i principali operatori telco e la presenza in importanti convenzioni Consip come ad esempio la CT8.
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Ritiene, stando all’Italia, che l’avvento del 5G avrà impatti rilevanti sullo sviluppo del mercato da voi indirizzato? In che modo? Oppure il digital devide, che probabilmente si avrà inizialmente tra zone urbane e periferiche, ne limiterà la spinta?

Il 5G aprirà degli scenari di grande interesse, anche per Mitel. Certamente l’ammodernamento delle infrastrutture di rete è fondamentale nel nostro mercato di riferimento, così come la territorialità. Lavorando molto con le amministrazioni locali, sappiamo che l’eterogeneità è molto ampia e la nostra filosofia è supportare i clienti in qualunque punto si trovino rispetto alla trasformazione digitale.
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Più in generale ritiene che per la telefonia IP ci sia ancora spazio da sottrarre alla telefonia tradizionale o bisogna traguardare altre opportunità, come i servizi?

Una cosa non esclude l’altra. Ad oggi oltre 1/3 della domanda di sistemi telefonici è legata a reti tradizionali e prevediamo che almeno fino al 2024 ci sarà una domanda importante di questo tipo di soluzioni. Al tempo stesso c’è un trend molto chiaro di crescita della componente applicativa. Il full voip, il collaboration ed i contact center di nuova generazione sono ambiti nei quali Mitel ha puntato molto ed i risultati sono estremamente positivi.
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Il vostro portafoglio odierno come si differenzia rispetto a quello di alcuni anni fa, diciamo cinque anni fa? Il peso dell’hardware è sempre rilevante?

C’è stata un importante razionalizzazione del portafoglio, consolidando e migliorando le piattaforme telefoniche e creando uno strato applicativo di collaboration che sia interoperabile con qualunque sistema telefonico. Si l’hardware è sempre rilevante soprattutto nei contesti dove il decommissioning delle reti tradizionali è in ritardo. In alcuni casi si riscontrano difficoltà a realizzare il passaggio completo al Voip, problemi di cablaggio, ecc. La capacità di supportare questo tipo di esigenze rende Mitel un fornitore di riferimento per la pubblica amministrazione.
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Quali sono i progetti e/o i prodotti più importanti implementati o annunciati nel corso del 2021?

Recentemente Mitel ha annunciato una partnership strategica con RingCentral, azienda leader nelle soluzioni di UCaaS, ovvero public cloud. Si tratta di un’alleanza destinata a fortificare la posizione di leadership di entrambe le aziende in molte aree del mondo. In Italia la componente on premise e di cloud privato è ancora predominante.
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Approfondiamo la vostra presenza nel settore della PA, centrale e locale? Avete implementato qualche progetto importante?

Ad oggi circa 2/3 del fatturato di Mitel Italia è legato a progetti con le pubbliche amministrazioni centrali e locali. Alcune delle più grandi installazioni italiane di reti telefoniche e sistemi di UC sono state realizzate da Mitel grazie al nostro personale ed ai nostri partner. Questi ultimi sono la nostra maggiore garanzia di successo, con le loro competenze tecniche, conseguite sul campo e con i nostri percorsi di certificazione. Nel 2021 è partita l’attesa convenzione Consip CT8 che fornisce uno strumento importante alle amministrazioni per velocizzare la fase di approvvigionamento di soluzioni di UC. Sono state avviate numerose iniziative di ampio respiro dai nostri clienti e crediamo che nel 2022 gli effetti saranno ancora più evidenti.
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Che tipologie di prodotti e servizi avete messo a punto per la PA?

Mitel ha realizzato, e realizza tutt’ora, alcune tra le più grandi reti telefoniche distribuite sul territorio nazionale, in grado di servire migliaia di utenti. Oggi queste piattaforme si stanno velocemente arricchendo di servizi applicativi legati al collaboration.
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Come valutate o valuta la cultura delle PA e delle aziende italiane oggi verso il lavoro collaborativo: fate qualcosa per stimolarne l’interesse?

C’è stato indubbiamente un salto culturale negli ultimi 2 anni. Il lavoro collaborativo va ben oltre le esigenze tattiche legate alla pandemia. Credo che l’interesse sia ormai conclamato, si tratta di avere risposte organizzative e tecnologiche convincenti. Non si tratta di fare solo riunioni a distanza ma di avere processi realmente digitalizzati.
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Da ultimo quanti utenti stimate di servire oggi e quanti in modalità cloud?

Gli utenti sono 35 milioni, distribuiti in oltre 100 Paesi, di cui oltre 5 milioni con soluzioni di cloud pubblico.
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Altro da aggiungere, sottolineare o ribadire?

Che sono in corso numerose iniziative, rivolte alle pubbliche amministrazioni, per far conoscere le potenzialità e gli strumenti amministrativi a supporto dell’ammodernamento dei sistemi di UCC.


A cura della redazione
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