L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione (Unesco) ha pubblicato le nuove linee guida per l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale generativa in campo educativo e della ricerca: l’organizzazione mette in risalto 9 punti principali, che devono essere considerati sia prima che durante le attività che coinvolgono strumenti di Ia. In effetti, queste tecnologie sono in continua evoluzione e proprio queste rapide trasformazioni rendono necessaria una precisa regolamentazione normativa, come riconosciuto anche da diversi governi.
L’Unesco ha, dunque, deciso di elaborare per la prima volta una vera e propria Guidance for Generative AI in Education and Research con l’obiettivo di sostenere azioni rapide utili a programmare politiche attuabili nel lungo periodo e implementare quelle abilità che garantiscono la valorizzazione della persona e la capacità di utilizzare le tecnologie più innovative.
Per raggiungere questi obiettivi, si legge nel documento, vanno affrontate alcune criticità legate all’elaborazione di programmi con un reale valore pedagogico dell’Ia generativa in ambito scolastico, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto relazionale tra docente e studente, alla garanzia che sul piano pratico non vengano violati i diritti dello studente e alla conservazione corretta dei dati sensibili, sia nella fase della raccolta sia in quella dell’utilizzo.
I nove punti dell’Unesco per l’uso dell’Ia a scuola
Come accennato, le nuove linee guida possono essere riassunte in nove punti principali:
– Promuovere l’equità e l’inclusione: secondo la guida vanno elaborati strumenti che riducano gli ostacoli linguistici e comunicativi che possono crearsi tra realtà culturali differenti, favorendo l’inclusione e l’accessibilità. Per questo è necessario accompagnare i giovani passo dopo passo verso l’acquisizione e il potenziamento delle competenze digitali;
– Implementare le competenze connesse con l’Ia: la conoscenza in materia deve essere ampliata raggiungendo standard elevati. A tal fine, occorre diffondere in tutte le scuole programmi completi di un’educazione articolata sull’utilizzo etico degli strumenti Ia;
– Aumentare le competenze dei docenti nell’utilizzo dell’Ia: insieme a quelle degli studenti vanno potenziate anche le conoscenze dei docenti tramite la formazione continua. Diversi Stati si sono già mossi in questa direzione. L’Italia, al momento, incoraggia l’introduzione di corsi di formazione esclusivi per docenti;
– Preservare l’azione dell’essere umano: questa è una delle maggiori criticità e la raccomandazione è che si continuino ad utilizzare le modalità tradizionali di apprendimento, favorendo le interazioni sociali. In quest’ottica, la guida raccomanda che all’Ia non venga delegato il processo decisionale, che deve restare nelle mani di docenti e studenti;
– Verificare e ratificare: l’uso di sistemi di Intelligenza artificiale non deve causare la generalizzazione dei bisogni e la mancanza di controllo dei risultati, che vanno verificati e convalidati dal punto di vista sia pedagogico e che pratico;
– Mantenere un approccio empirico: è importante adottare un approccio basato sull’evidenza, vagliando le implicazioni pratiche dell’Ia sia dal punto di vista ambientale che etico;
– Dare impulso alla varietà di idee e opinioni: prendendo ad esempio ChatGPT si nota come sia una tecnologia fondata su sistemi probabilistici di modelli linguistici, che non tengono in considerazione le risposte date e il significato dei suoi prompt. In questo modo, però, il sistema risponde a visioni generalizzate, eclissando le opinioni minoritarie o divergenti. Per questo chi lo utilizza deve farlo in modo critico, riconoscendone i limiti intrinsechi;
– Analizzare le conseguenze nel lungo periodo mediante un approccio di tipo interdisciplinare: è fondamentale coinvolgere esperti di tutti i settori per analizzare le conseguenze pratiche dell’Intelligenza artificiale nel lungo periodo;
– Regolamentazione puntuale: l’ultimo passo è quello necessario per far coesistere con successo gli otto punti precedenti. In quest’ottica, i governi devono dare risposte puntuali con una normativa specifica che tenga degli aspetti legati alla privacy e delle opinioni delle agenzie governative.
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