Ogni anno l’Urban Mobility Readiness Index, stilato dall’Oliver Wyman Forum, valuta le performance delle grandi città in tema di mobilità sostenibile. Lo studio prende in considerazione 70 metropoli nel mondo, analizzando 71 indicatori numerici, tra i quali il numero di chilometri di piste ciclabili, lo stato dei trasporti pubblici, l’innovazione del sistema di trasporto, l’efficienza e i collegamenti aeroportuali. Guida la classifica San Francisco, seguita da Parigi e Singapore. Le altre città europee in top 10 sono Monaco, Amsterdam, Stoccolma, Berlino, Zurigo e Londra.
Milano e Roma si piazzano rispettivamente al 31esimo e al 40esimo posto. Sulla performance di entrambe in mobilità sostenibile pesano due fattori fondamentali: la scarsa adozione dei veicoli elettrici e i pochi spostamenti in bici o e-bike.
Secondo il report, Milano (che è 14esima su 19 città europee) ha lavorato bene per limitare le emissioni e ha un sistema di trasporto pubblico efficiente e green, ma la densità di stazioni di ricarica è ancora inferiore rispetto ad altre città europee. Un problema incide inevitabilmente sull’adozione di veicoli elettrici. Eppure, la città lombarda avrebbe tutte le carte in regola per risalire la classifica: possiede, infatti, un sistema di trasporto pubblico efficiente con circa 250 autobus a zero emissioni e punta a convertire l’intera flotta di 1.200 bus all’elettrico entro il 2030. L’obiettivo a lungo termine è quello di diventare climaticamente neutrale entro il 2050. Il piano stilato nel 2020 include un limite di velocità di 30 chilometri orari per migliorare la sicurezza. L’attuazione a livello cittadino ha subito ritardi, ma l’obiettivo resta quello di completare la realizzazione di 100 strade scolastiche a 30 chilometri orari nel 2025.
Roma si trova, invece, nella seconda metà della classifica. La capitale in Europa batte solamente Lisbona e Istanbul. Ma anche qui ci sono degli aspetti postivi su cui lavorare per migliorare la mobilità di cittadini e turisti. Innanzitutto, Roma ha uno dei trasporti pubblici più economici in Europa; dunque, se si riuscisse a renderlo più efficiente e affidabile potrebbe diventare un vero punto di forza della Città Eterna. Così come potrà diventare un punto di forza il vertiporto di Fiumicino, che è uno dei primi esempi di soluzioni di urban air mobility. Una delle criticità maggiori riguarda, anche in questo caso, le biciclette e le scarse infrastrutture ad esse dedicate.
Per fare un confronto tra le città italiane e quelle straniere in tema di mobilità sostenibile, è sufficiente il dato sulle piste ciclabili: Parigi ha 5 km di pista ciclabile per km quadrato, contro i 2 circa di Milano e gli 0,2 di Roma. Eppure, oggi le tecnologie consentono a qualunque amministrazione di ripensare la mobilità urbana. San Francisco, la leader della classifica, ha investito molte risorse in innovazione e startup. A questo si accompagnano ingenti investimenti pubblici e privati nella mobilità, inclusi acquisti di veicoli elettrici e installazione di stazioni di ricarica. L’obiettivo della città americana è raggiungere il 25% di nuovi veicoli elettrici entro il 2030 e installare oltre 1.500 colonnine pubbliche, alcune delle quali gratuite. Inoltre, San Francisco promuove le tecnologie di guida autonoma e le nuove soluzioni di mobilità aerea urbana, come i taxi volanti. Infatti, nell’agosto del 2023 l’amministrazione ha autorizzato, per la prima volta, operazioni commerciali di robo-taxi. E alcune aziende stanno progettando reti di mobilità aerea con veicoli elettrici a decollo verticale, che potrebbero collegare San Francisco con altre città della Bay Area già entro la fine del 2025, riducendo i tempi di viaggio da 1-2 ore a 10-20 minuti.
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