Skip to main content

Viaggio nella Sicurezza Urbana dell’Italia Digitale

Un viaggio tra i progetti delle città italiane, tra videosorveglianza avanzata, illuminazione intelligente e sicurezza partecipata. Da Milano a Palermo,esploriamo come la PA affronta invecchiamento, degrado urbano e privacy nell’era delle smart city.
SSUCv3H4sIAAAAAAAEAH1Ru07EMBDskfiHyHUi4suDCyUSHRIN3YnCsZfc6hwvsp1Dp1P+HTu5CBeILjOzs/HMXu/vsoz1wqFkT9k1ooBR68l5KzySCXSZ33hQ6Mmi0JGM3LwozHnhJwcurrhRUngYwuxK3vzbfw4rzjZhEYMjSOx5Qq3QDO7hVRg1CntyLE/G3NTHsbfJKyLLNmXO/9n5DvJoSNNw+WvViwbpLRmU7nfd+vGxJRcDGHlZ8iW5LWgQa+7DOspO3x7smDZxRgWUYDEppKSUM0mho6FKNn9ZlKGExEb+CDYtOFyIxoQw5JeXsDUjU+ECEfKKN23Ju7ppWs75Y9ew7WokT6jSt6KKDlWB3LWqKcqy74q67aDo68+qqDoO+30Q9uUuNDX/ALSrd0Q9AgAA
27 Giugno 2025 |
Giulia Galliano Sacchetto

Nel 2025 la popolazione urbana mondiale raggiungerà circa il 60% della popolazione totale del pianeta. Circa 4,8 miliardi di persone su un totale di 8 miliardi: più di metà della popolazione vivrà in aree urbane. Non basta: soprattutto in Europa, e in particolare in Italia, la popolazione sta invecchiando. Per questo, come ha sottolineato recentemente l’Ocse nel rapporto “Cities for all ages” è necessario che le città sappiano rispondere adeguatamente alle esigenze dei loro abitanti. E questo vale anche per la sicurezza urbana.

Proprio la presenza di molte persone anziane in città, talvolta sole e indifese, è un invito a nozze per diverse tipologie di malviventi. Inoltre, gli spostamenti giornalieri di migliaia, di persone possono, se non ben gestiti, costituire un grosso problema di sicurezza: basti pensare ai ciclisti rimasti vittima di incidenti sulle strade milanesi. Ci sono poi quelle zone cittadine considerate “franche” in cui garantire la sicurezza è un problema.

Su tutti questi aspetti la tecnologia può intervenire per migliorare la situazione: telecamere, sensori, illuminazione intelligente e così via sono strumenti oggi facilmente alla portata delle pubbliche amministrazioni e nemmeno troppo dispendiosi. C’è però un grosso “ma” che compare sempre quando si parla di sicurezza e digitale: la privacy. Giusto per fare un esempio, le telecamere di videosorveglianza installate in Cina che, grazie al riconoscimento facciale, sono in grado di identificare velocemente chiunque venga inquadrato. Uno strumento che può risultare prezioso nella ricerca di malviventi, ma che può anche trasformarsi in una tecnologia di controllo sociale.

Ma il rispetto delle norme in materia di privacy non è l’unico punto critico. I malviventi, infatti, possono avere gioco facile anche qualora le pubbliche amministrazioni non gestiscano a dovere i progetti smart che intraprendono. Per esempio, una telecamera non adeguatamente protetta può diventare un facile punto di accesso ad un sistema di videosorveglianza; una volta entrato nel sistema un bravo hacker ha la possibilità di inserire nel flusso video immagini non vere, allo scopo di incolpare o ricattare una persona, mostrando, per esempio, un ignaro e incolpevole sindaco intento a compiere un atto illegale.

Insomma, insieme alle tecnologie si evolvono anche gli scenari critici ed è, perciò, fondamentale che le pubbliche amministrazioni si aggiornino per riuscire a fronteggiare le nuove problematiche. Altrimenti il rischio è che un progetto smart nato per aumentare la sicurezza urbana finisca addirittura con l’indebolirla.

Nonostante le difficoltà, in Italia sono numerose le amministrazioni che hanno avviato progetti ad alto tasso tecnologico per rendere le città più sicure. Progettualità spesso incentrate sul concetto di sicurezza urbana integrata, che incentiva un approccio coordinato che coinvolge diversi attori (pubblici, privati, associazioni) per migliorare la sicurezza nelle città, attraverso la prevenzione e il contrasto all’illegalità, oltre alla promozione di una maggiore vivibilità e coesione sociale.

Il Progetto Sicurezza Milano Metropolitana

Nel nostro Paese uno dei progetti di città sicura più interessanti è quello della Città Metropolitana di Milano. Si tratta di un’iniziativa pluriennale, partita nel 2020, che ha l’obiettivo di aumentare la sicurezza stradale e urbana attraverso l’adozione di tecnologie smart.

Più nel dettaglio il progetto prevede l’installazione di diversi dispositivi IoT, tra cui:

 

  • videosorveglianza con analisi intelligente: telecamere attive 24/7 che rilevano movimenti sospetti, come l’abbandono di rifiuti, e allertano immediatamente le autorità competenti.

 

  • sistemi SmoCam e SnowCam: tecnologie basate su intelligenza artificiale per la rilevazione di fumo e neve, sviluppate da WaterView, che permettono un intervento tempestivo in caso di incendi o condizioni meteorologiche avverse.

 

  • illuminazione intelligente dei passaggi pedonali: installazione di lampeggianti Led ad alta luminosità e sensori che si attivano al passaggio dei pedoni, migliorando la visibilità e la sicurezza degli attraversamenti e risolvendo il problema della scarsa visibilità diurna e notturna.

 

  • controllo dei limiti di velocità: sistemi avanzati per la rilevazione della velocità istantanea e media dei veicoli, al fine di monitorare e sanzionare eventuali infrazioni.

 

Tutta tecnologia destinata a monitorare il traffico, veicolare, ciclabile e pedonale, in una città che registra ancora troppi incidenti che coinvolgono gli utenti più deboli della strada (secondo l’Osservatorio ASAPS-SAPIDATA la Lombardia a marzo 2025 era la Regione con più decessi tra i pedoni), ma anche a registrare e, si spera scoraggiare, danni ambientali, come l’abbandono illecito di rifiuti.

L’Emilia-Romagna e il Progetto Sicurezza Urbana Integrata

Un’altra iniziativa interessante è quella della Regione Emilia-Romagna che vuole prevenire fenomeni di degrado e criminalità attraverso l’uso di tecnologie e il coinvolgimento comunitario.

Fin dal 1994, la Regione promuove politiche integrate di sicurezza, sostenendo tecnicamente e finanziariamente gli enti locali e le autorità preposte, con l’obiettivo di prevenire reati e disordine urbano attraverso una programmazione condivisa e interventi mirati.

Il progetto attuale si distingue per un approccio innovativo e multidimensionale alla sicurezza urbana, che va oltre il semplice controllo del territorio, combinando sicurezza, coesione sociale e riqualificazione. Le città coinvolte sono diverse: da Bologna a Modena fino a Reggio-Emilia, Ferrara e altre ancora.

Più nel dettaglio, l’approccio integrato si basa su una combinazione di interventi che includono:

 

  • prevenzione situazionale e ambientale: riqualificazione di spazi pubblici, miglioramento dell’illuminazione e installazione di sistemi di videosorveglianza.

 

  • prevenzione sociale: programmi educativi e di inclusione sociale, con particolare attenzione ai giovani e alle aree marginali.

 

  • coinvolgimento comunitario: promozione di una sicurezza partecipata attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle associazioni locali.

 

  • coordinamento istituzionale: collaborazione tra forze dell’ordine, polizie locali e altri attori istituzionali per una gestione condivisa della sicurezza.

 

Una strategia che mira a trasformare le aree urbane degradate in spazi più vivibili e sicuri, affrontando le cause profonde del disagio sociale e promuovendo la coesione comunitaria. Quello dell’Emilia-Romagna è un buon esempio di come la tecnologia possa costituire uno strumento abilitante al servizio di un disegno più ampio di sicurezza urbana. Non è solo lo strumento in sé, che sia la telecamera o il sensore, che svolge un determinato compito ad essere importante, ma è l’effetto che la presenza di quello strumento può avere sull’ambiente circostante e sui comportamenti delle persone.

Il TOmove e il Torino City Lab in Piemonte

Anche la città di Torino ha intrapreso due progetti smart interessanti in tema di città sicure. Il primo è TOmove, un living lab diffuso sul territorio torinese, focalizzato sullo sviluppo di nuovi scenari di mobilità urbana smart e sostenibile. Il focus principale dell’iniziativa è sul miglioramento della sicurezza nella mobilità urbana, tramite sensoristica, telecamere intelligenti e intelligenza artificiale per la gestione del traffico.

Il progetto è strettamente correlato ad un’altra iniziativa torinese in tema di città sicure: il Torino City Lab, che mette insieme università, start-up e grandi aziende tecnologiche e si propone come un hub in cui testare tecnologie smart, tra cui soluzioni per la sicurezza urbana, come il rilevamento di comportamenti anomali nei parchi pubblici. Ancora troppo spesso, infatti, queste aree, da polmone verde essenziale contro smog e caldo, diventano zone degradate e poco sicure.

Un esempio di progetto sviluppato dal Torino City Lab è TRIPS (Transport Intelligence Platform for Safe Mobility), che utilizza intelligenza artificiale, immagini satellitari ad alta risoluzione e reti 5G per migliorare la sicurezza stradale e la gestione del traffico. Il progetto ha coinvolto partner come Reply e Novareckon e ha beneficiato del supporto di CTE NEXT e della Polizia Locale per simulazioni operative sul campo. Queste tecnologie consentono di rilevare incidenti e anomalie nel traffico in tempo reale, migliorando la gestione delle infrastrutture e dei flussi di traffico. Inoltre, le loro caratteristiche le rendono adattabili a garantire la sicurezza anche in altri contesti urbani.

L’illuminazione smart di Firenze

Anche il Comune di Firenze ha intrapreso diverse iniziative in tema di città sicure. Tra questi spicca un ampio progetto di efficientamento energetico e modernizzazione dell’illuminazione pubblica, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza urbana e valorizzare il patrimonio cittadino.

Oggi l’illuminazione intelligente, spesso, non è ancora molto considerata dalle pubbliche amministrazioni nonostante gli innumerevoli benefici che può apportare: dall’efficientamento energetico fino alla riduzione dell’inquinamento luminoso. In effetti le luci intelligenti regolano automaticamente l’intensità luminosa, in base all’ora e alle condizioni meteo e in questo modo riducono drasticamente i costi. Utilizzandole è dunque possibile installare più punti luce, andando a coprire anche gli angoli più periferici, percepiti spesso come meno sicuri. Inoltre, la regolazione automatica della luce rende questi lampioni molto meno impattanti sugli animali, soprattutto sui notturni e sui migratori, troppo spesso disturbati da fonti luminose forti, costanti e non necessarie.

Per il progetto fiorentino sono stati installati oltre 2,2 milioni di apparecchi a Led, accompagnati da sensori di presenza, pannelli solari e telecamere. Interventi specifici sono stati fatti in aree sensibili, come il Piazzale Donatello, le zone intorno alle scuole e ai monumenti, migliorando la sicurezza per pedoni e veicoli.

Palermo, tra Urban Center e mappa del rischio

Anche il Comune di Palermo ha all’attivo alcune importanti progettualità in tema di sicurezza urbana.

La prima è l’Urban center, la cui apertura è prevista per quest’anno presso il piano terra del Palazzo della Zecca, e che si propone come un laboratorio permanente di progettazione urbana. Questo spazio sarà dedicato alla collaborazione tra esperti, istituzioni, stakeholder e cittadini, con l’obiettivo di individuare strategie condivise per lo sviluppo urbano sostenibile e la riqualificazione del territorio. Attraverso convegni, workshop e mostre, l’Urban Center mira a diventare un punto di riferimento per la cittadinanza.

Un progetto che si inserisce nella gestione della sicurezza urbana e del monitoraggio delle aree a rischio di microcriminalità, vandalismo e degrado urbano del Comune siciliano. In tal senso Palermo fa uso di avanzate piattaforme GIS (Geographic Information System, ovvero Sistema Informativo Geografico. Si tratta di un sistema che consente di acquisire, gestire, analizzare e visualizzare dati geografici, ndr), e dashboard sviluppate da Sispi (Sistema Palermo Innovazione), la società in-house del Comune. Queste piattaforme evidenziano in particolare le aree con elevata incidenza di microcriminalità, le zone soggette a vandalismo o degrado urbano e i punti critici per la viabilità e la sicurezza stradale.

Ma oltre all’uso della tecnologia, Palermo promuove la partecipazione attiva dei cittadini attraverso segnalazioni tramite app e portali dedicati, workshop e incontri pubblici per la co-progettazione di soluzioni urbane e iniziative di civic hacking (uso di tecniche di hacking per risolvere problemi sociali e civici, ndr) per lo sviluppo di mappe interattive. A tal proposito è disponibile una mappa interattiva basata su open data comunali, che offre una visualizzazione dettagliata delle aree di emergenza, delle unità territoriali omogenee e dei tratti di viabilità rilevanti per la protezione civile. Uno strumento sviluppato proprio da cittadini e civic hackers per rendere più accessibili le informazioni cruciali in caso di emergenza.

Sempre a proposito di mappe interattive il Comune ha aggiornato il Piano Comunale di Protezione Civile, includendo una nuova cartografia della città che identifica le aree di attesa in caso di emergenza. Queste zone rappresentano punti sicuri dove la popolazione può radunarsi in attesa dei soccorsi durante eventi critici. La mappa fa parte di un più ampio sforzo per migliorare la resilienza della città di fronte a rischi naturali e antropici.

La smartness di Roma

Roma ha implementato due interessanti iniziative in merito alla sicurezza urbana. La prima è una smart control room, una sala operativa che integra dati da sensori, videosorveglianza e open data urbani per rispondere in tempo reale a incidenti, crimini, assembramenti e così via. La control room è stata sviluppata in collaborazione con Almaviva, e integra oltre 40 sistemi ITS (Intelligent Transport Systems) su un’area di 1.285 km². Il progetto prevede anche il “Modulo Road Traffic”, un simulatore in grado di riprodurre il traffico urbano in tempo reale per supportare le decisioni in ambito mobilità. Uno strumento fondamentale per una delle città più trafficate d’Italia.

L’altra iniziativa, più ampia, prende il nome di progetto Smart City Rome, che mira a trasformare Roma in una città intelligente e sostenibile, includendo anche l’uso di intelligenza artificiale per analizzare il flusso pedonale e rilevare anomalie negli spazi pubblici. Tra le sue componenti principali ci sono il progetto Roma 5G, una rete pubblica che funge da autostrada tecnologica, abilitando servizi avanzati per cittadini e imprese, inclusi quelli legati alla sicurezza urbana, e la Consulta Roma Smart City Lab, un organismo che promuove la partecipazione attiva di cittadini, imprese e istituzioni nella definizione delle politiche di innovazione e sicurezza, incentivando la co-progettazione.

Il Progetto “Città Sicura” di Bari

Un altro interessante progetto di sicurezza urbana è quello di Bari. L’iniziativa “Città Sicura”, piano triennale (2025-2027) voluto dal Comune, adotta un approccio integrato, che combina tecnologia, educazione e controllo del territorio, per rendere Bari più sicura per residenti e turisti.

In quest’ottica sono quattro gli obiettivi principali:

 

  • Potenziamento dei controlli: intensificazione delle attività di vigilanza per migliorare la sicurezza urbana e stradale.

 

  • Riduzione dei tempi di intervento: ottimizzazione delle operazioni in caso di incidenti, garantendo una rapida messa in sicurezza delle aree coinvolte.

 

  • Tutela degli utenti deboli: attenzione particolare a bambini, anziani, persone con disabilità, pedoni e ciclisti.

 

  • Educazione civica e stradale: programmi nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni.

 

  • Servizi notturni potenziati: rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine nelle ore serali e notturne, con particolare attenzione ai rischi legati alla guida in stato di alterazione.

 

Per raggiungere lo scopo il Comune, con un investimento totale di 503mila euro, ha implementato i sistemi di videosorveglianza in 12 punti strategici della città (parchi, piazze e arterie stradali): tra questi il parcheggio del mercato di Santa Chiara, l’area di fronte al Redentore e numerosi parchi come quelli di via Amendola, via Pantanelli, via Ricchioni San Paolo, San Nicola a Catino, Leo dell’Acqua a Carbonara e il giardino Peppino Impastato. Sarà monitorato anche il bosco Covid di Japigia. Inoltre, alcune postazioni saranno specificamente dedicate al controllo targhe, in grado di identificare veicoli rubati, sequestrati, senza assicurazione o intestati a prestanome, contribuendo ad un maggiore controllo della viabilità. Queste telecamere saranno collegate direttamente alla Centrale operativa della Polizia Locale, migliorandone la capacità di monitoraggio e intervento.

Alle iniziative della PA barese se ne accompagnano diverse promosse dai cittadini. Tra queste c’è il progetto “BariSicura”, voluto dal gruppo “Giovani per Bari”, che mira a coinvolgere attivamente i cittadini nella sicurezza del territorio attraverso la creazione di gruppi WhatsApp di quartiere, dove i residenti possono segnalare in tempo reale situazioni sospette o pericolose, facilitando una rapida comunicazione con le forze dell’ordine, e tramite l’educazione alla legalità, iniziativa con cui si promuove la consapevolezza e la collaborazione tra cittadini per contrastare fenomeni come bullismo e vandalismo, rafforzando il senso di comunità.

L’uso di Whatsapp va di pari passo con una serie di applicazioni sviluppate appositamente per la sicurezza urbana come Waze for Cities, che permette la collaborazione tra il Comune e la piattaforma per segnalazioni in tempo reale su incidenti, pericoli o problemi di traffico, e Municipium o Decoro Urbano (in Italia), che consentono ai cittadini di segnalare problematiche, come vandalismi, degrado, zone buie e così via.

Quello di Bari è un altro buon esempio di progetto smart che non si limita alla sola tecnologia, ma adotta un approccio integrato combinando digitale, regolamentazione e partecipazione civica per creare un ambiente più sicuro e vivibile per tutti.

A Ivrea la sicurezza naviga in canoa

Ci sono situazioni in cui si scopre che i benefici di un progetto possono essere estesi ben oltre lo scopo specifico prefissato all’inizio. È il caso dell’iniziativa con cui Axis Communications ha digitalizzato lo stadio della canoa di Ivrea.

Il sistema di videosorveglianza installato nello stadio si compone di telecamere ad alte prestazioni, specifiche per ambienti umidi e capaci di resistere alle particolari condizioni del canale, come l’aerosol d’acqua dolce. Piazzate in punti strategici le telecamere catturano le diverse fasi atletiche, sia durante gli allenamenti sia nel corso degli eventi ufficiali, rimpiazzando efficacemente le registrazioni che venivano fatte manualmente dagli allenatori e fornendo un buon supporto anche ai giudici di gara, aiutandoli nella revisione delle performance durante le competizioni, alla stregua del Var nel calcio.

Nei mesi successivi all’installazione delle prime telecamere è emersa, però, un’altra importante funzione di questi dispositivi legata al monitoraggio della sicurezza cittadina in un ambiente urbano unico che ospita importanti flussi di visitatori, soprattutto durante i grandi eventi sportivi. Per esempio, con le precipitazioni e l’apertura delle dighe, il livello dell’acqua del canale si alza e l’Ivrea Canoa Club deve assicurarsi che il ponte che permette agli atleti di passare da una parte all’altra del canale sia chiuso per evitare incidenti. Ebbene una telecamera panoramica posizionata proprio in quel punto, che consente una visuale allargata anche sull’area circostante, è un prezioso aiuto per migliorare la sicurezza di tutta la zona limitrofa del parco all’interno del quale scorre il canale.

L’utilità dell’infrastruttura non si limita più solo, dunque, al campo sportivo ma diventa centrale anche per la vita quotidiana dei cittadini, aumentando la sicurezza generale dell’area, scoraggiando, per esempio, gli atti vandalici. A ciò si aggiunge anche la funzione di monitoraggio ambientale svolta dalle telecamere, alle quali sono stati aggiunti degli specifici sensori di rilevazione dell’altezza del fiume che consentono di monitorare la piena e allertare la Protezione Civile in caso di rischio esondazione.

Un esempio dall’estero: Barcellona

Allargando lo sguardo al di fuori dell’Italia l’occhio cade su Barcellona che ha all’attivo diversi progetti in tema di sicurezza urbana, aspetto molto complicato da gestire in una città tendenzialmente turistica e festaiola.

Una prima iniziativa è Sentilo, una piattaforma open-source che integra una vasta rete di sensori per monitorare in tempo reale vari aspetti della città. Tra questi la qualità dell’aria e il rumore, con sensori che ne rilevano i livelli, permettendo interventi mirati, l’illuminazione intelligente, con lampioni che si adattano alla presenza di pedoni e veicoli, migliorando la sicurezza e risparmiando energia e la gestione dei rifiuti, con cassonetti intelligenti che segnalano il livello di riempimento, ottimizzando i percorsi di raccolta.

Inoltre, durante lo Smart City Expo World Congress, Barcellona ha presentato alcune soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per affrontare eventi climatici estremi, da cui la Spagna è stata bersagliata nell’ultimo periodo. Tra queste ci sono, per esempio, le telecamere intelligenti, in grado di rilevare in tempo reale l’accumulo anomalo di acqua in tunnel e sottopassaggi, attivando protocolli di emergenza, e il monitoraggio idrometrico, dove l’IA misura i parametri in fiumi e dighe, aiutando nella gestione di alluvioni e periodi di siccità.

C’è poi il progetto Superilles, che vuole trasformare interi quartieri in zone a traffico limitato, favorendo la mobilità pedonale e ciclabile, riducendo il traffico veicolare e dunque gli incidenti, e creando allo stesso tempo spazi pubblici più sicuri e vivibili, anche tramite l’implementazione di infrastrutture verdi.

Infine, c’è Decidim, una piattaforma digitale che consente ai cittadini di partecipare attivamente alle decisioni politiche tramite proposte e votazioni di iniziative, monitoraggio delle decisioni e promozione di una cultura della sicurezza condivisa e partecipativa.

Anche qui, dunque, l’approccio adottato non si limita al solo strumento tecnologico ma integra anche gli aspetti sociali e partecipativi, essenziali per la buona riuscita di qualunque progetto.


Giornalista professionista, con alle spalle esperienze in diversi campi, dalla carta stampata al web. Mi piace scrivere di tutto perché credo che le parole siano un’inesauribile fonte di magia.